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Dublino, 16 giugno 1801

«Accidenti Ms Miller! Non potete aprire così, perderete di certo. Mi sembrava di avervelo già detto che quella mossa è deleteria e vi porterà per forza di cose alla sconfitta» aveva esclamato James, dopo aver sbuffato rumorosamente, non appena Hazel aveva mosso la prima pedina della partita, il pedone davanti al re, che aveva spostato di due caselle. «Dovete cercare di approfittare del fatto che cominciate per prima invece di suicidarvi in questa maniera.» Gli occhi azzurri di Lockhart erano stretti e fissi in quelli castani della donna, mentre le labbra sottili avevano una piega severa. «Scommetto che dopo avevate intenzione di muovere in avanti il re, non è così?»

Hazel annuì, non capendo cosa ci fosse di tanto sbagliato in quello che intendeva fare.

James sbatté il palmo sulla scacchiera, facendo traballare tutti i pezzi. Lei ormai ci aveva fatto l'abitudine al suo infervorarsi quando le spiegava qualcosa o la rimbeccava per un errore che aveva commesso, era sempre così, anche durante le lezioni di canto. Avevano giocato spesso a scacchi in quei giorni al Brazen Head, approfittando dei momenti morti la sera quando aspettavano il ritorno di Ross e Deirdre, che spesso rincasavano più tardi di loro, frequentando ambienti e locali che si animavano perlopiù dopo il tramonto, facendo sì che fossero le ore più inoltrate a concedere l'opportunità di cogliere preziose informazioni su Sammy.

«Dannazione, ho praticamente già vinto, non si può giocare così. Forza, ricominciamo da capo» dichiarò, mentre rimetteva nella posizione iniziale i pezzi sulla scacchiera. «Aprirò io» mormorò, ruotando la tavola di legno stando attento a non far cadere le pedine.

Nonostante il tappeto posto sotto le loro poltrone ne attutisse i colpi ritmati sul legno del pavimento, a Hazel non sfuggiva il battere incessante e nervoso del piede di Lockhart.

«Capitano, ormai sarebbero dovuti già tornare. Non hanno mai fatto così tardi» commentò lei, reprimendo uno sbadiglio davanti al fuoco nel caminetto che si stava pian piano spegnendo, riaccomodandosi lo scialle drappeggiato sulle spalle.

Lockhart tirò fuori dal taschino l'orologio e quando vide l'ora impallidì, ma si diede un contegno per non mostrarsi preoccupato davanti a Ms Miller che stava giocherellando inquieta con un boccolo color cioccolato, il collo proteso verso la porta del salottino, in attesa che vi entrassero Deirdre o MacLeod. Erano quasi le undici e all'inizio, quando avevano visto che ben oltre l'orario di cena gli altri non tornavano, si erano fatti portare qualcosa di spiccio dall'oste, ingannando il tempo chiacchierando, poi avevano deciso di giocare un po' a scacchi. James adorava insegnare quel gioco che lui stesso venerava, per le meccaniche che vi stavano dietro, ma fino a quel momento Ms Miller non si era rivelata un'alunna tanto capace come era invece quando si trattava di canto e musica. Aveva troppa fretta, non rifletteva e commetteva errori grossolani, tipici di una principiante come lei.

«Facciamo un'ultima partita, vedrete che arriveranno» propose James. «Vi farò vedere quel tipo particolare di apertura di cui vi accennavo ieri.»

Lei lo fermò con un gesto gentile della mano e un sorriso appena accennato, la stanchezza e la preoccupazione che le si leggevano sul volto a cuore. «Vi ringrazio per la vostra disponibilità, capitano, ma riuscirei solo a farvi infuriare, perché al momento non riesco a concentrarmi. Però so che non prenderei neanche sonno, quindi pensavo di mettere un altro ceppo nel fuoco e recuperare le camicie di Ross da rammendare. Se voi volete andare di sopra, rimango io ad aspettarli.»

Lui sospirò e scosse la testa. Figurarsi se sarebbe riuscito ad addormentarsi senza sapere che la ragazza irlandese era sana e salva, assopita pesantemente accanto a lui.

«Vi terrò compagnia leggendo qualcosa» dichiarò, alzandosi. Dopo aver gettato un grosso pezzo di legno nel caminetto, afferrò una copia vissuta del Doctor Faustus di Christopher Marlowe, poi lo aprì all'altezza del segnalibro che vi aveva lasciato e si sedette composto sulla poltrona, accavallando la gamba destra sulla sinistra.

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora