(Marco) Esattamente quello di cui ho bisogno

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Quando, più tardi, la vidi sul pianerottolo di casa mia, con gli occhi ancora lucidi e il naso arrossato, sentii riaffiorare il desiderio di abbracciarla. E fanculo, lo feci subito e senza pensarci. Il suo corpo esile si abbandonò contro il mio senza esitazione. Era piccola di statura, e potei baciarla sulla nuca, trai capelli che profumavano di mughetto. Era un calore nuovo, accogliente e ricco di promesse per il futuro quello che mi avvampò da qualche parte, tra lo stomaco e il petto, in un punto che non era mai stato individuato in nessun manuale di medicina e chirurgia. Ne ebbi paura per i primi istanti, poi decisi di affidarmi a quella sensazione avvolgente e rasserenante.

- Che succede, Maia? - le chiesi, senza sciogliere l'abbraccio in cui si era rifugiata.

Alzò la testa e si allontanò appena, mettendo tra inostri corpi quella distanza indispensabile e necessaria a riprendere il discorso.

- Jennyfer ha fatto un casino. -

- Vieni a tavola. Non si possono risolvere i problemi a pancia vuota. -

Mi sorrise e mi innamorai della piega delle sue labbra e delle piccole rughe d'espressione che si formavano ai lati.

Chiusi la porta e la seguii in cucina. Si sedette, e il fatto che si sentisse a suo agio in casa mia ebbe un effetto distensivo anche su di me.

Riempii i piatti per entrambi.

- Allora. Che ha combinato? -

Sospirò, forse cercando di mettere ordine tra le informazioni che le si erano accavallate nella testa.

- Un profilo su Instagram. -

Aggrottai la fronte.

- Un profilo su Instagram? -

- Sì. Solo che...- si schiarì la voce. Non proseguì, abbassando lo sguardo.

- Lo usava per incontrare qualcuno? -

Spalancò gli occhi.

- Oddio, no! Non ha incontrato nessuno. -

Arrotolai un po' di spaghetti intorno alla forchetta, in attesa della rivelazione. La cosa più grave che a mio avviso poteva aver combinato su Instagram era appena stata scartata. Quindi, dov'era il problema?

- Jennyfer ha fatto un profilo segreto sul quale ha caricato una serie di foto decisamente...come dire... -

- Sexy? - conclusi per lei.

- Credo che si possano definire così. Sì. -

- Ha pubblicato indirizzo o numero di telefono? -

Finalmente anche Maia iniziò a interessarsi al cibo, avvicinando la forchetta al piatto.

- No, niente del genere. -

- Allora non è un casino poi così preoccupante - la rassicurai, e ne ero convinto. Non era difficile immaginare il motivo che aveva spinto il marito di Jennyfer a una reazione piuttosto severa, e non era da escludere che la cosa scaturisse in una separazione. Ma non c'erano aggravanti serie a carico di Jennyfer, né reati che potessero comportare problemi nell'affidamento di eventuali figli.

Vidi Maia soppesare le mie parole, mentre il suo interesse per il contenuto del piatto si faceva sempre più evidente. Ne fui soddisfatto.

- Beh, Ricky non è proprio del tuo stesso parere. -

- Ricky dovrà mettersi il cuore in pace. Sua moglie è libera di esporsi, nei limiti della legalità, sul web. Se la cosa non gli va giù potrà chiedere il divorzio, questo è ovvio. -

Maia si portò alla bocca un'altra forchettata. Sembrava più sollevata.

- Sei proprio un bravo cuoco, doc, lo sai? -

La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora