(Maia) Piani migliori

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- Tu lo sapevi? -

J stava interrogando il povero Christian con il cipiglio di un agente dell'FBI.

- Per prima cosa vorrei che fosse messo agli atti che sono stato portato qui con l'inganno, Vostro Onore - si difese, con le mani alzate.

- Lascialo stare, lui non c'entra - intervenni. - E cosa diavolo gli hai detto per indurlo a catapultarsi in una casa piena di bambini e donne mestruate? Suppongo avesse piani migliori per questo pomeriggio. -

- Gli ho detto che ero sola in casa - mi rispose, facendo spallucce.

Christian si servì della birra avanzata nel bicchiere di J, abbandonato tra le confezioni aperte di marshmallow e le briciole di fette biscottatte al cioccolato.

Fece una smorfia disgustata non appena il liquido ambrato offese le sue papille gustative.

- Cos'è questa merda, ragazze? Mi volete avvelenare? -

J gli strappò il bicchiere di mano, ma non senza avergli prima scoccato un'occhiata soddisfatta.

- È birra, Christian: niente che possa comportare la prematura scomparsa di uno stimato oncologo e deprecabile stronzo...

- Ma è calda e fa veramente cagare. E io, senza dubbio stimato, non sono affatto deprecabile. -

- Lo sapevi o no? - J non mollava, e io la lasciai fare. Anche volendo, non avrei potuto fermare ciò che è inarrestabile.

- Qualcosa sì, ma francamente le mie informazioni non collimano con le vostre. Il nome di Marco gira da qualche tempo relativamente al progetto di Rochester, e lui lo sa bene perché sono stato io ad avvisarlo. -

- E... - lo incitò Jennyfer, gesticolando con la mano.

- E niente, io non so altro. -

Mi alzai dal tavolo per gettare gli avanzi e le rispettive confezioni nella spazzatura. Cercai di schiarirmi le idee allontanandomi per qualche istante dal tavolo delle discussioni. Non provavo nessun rancore nei confronti di Marco: era il suo lavoro e se c'è qualcuno che comprende le implicazioni di una carriera... beh, quella sono io.

L'avermi taciuto la questione, però, mi lasciava interdetta. Presi dal frigo altre due bottiglie di birra e le appoggiai al tavolo.

- Mi spiace che l'agente Mulder, qua, ti abbia sequestrato nel tuo pomeriggio di riposo, Christian. Non ti volevo certo coinvolgere, e stasera cercherò di parlarne con Marco. Ma ormai sei qui, e sarei felice di liberare questa casa dalla mia presenza e da quella dei bambini... tutti i bambini... magari dopo un paio di consigli da parte tua sul come affrontare l'argomento con quell'altro, della coppia di dottori, senza dubbio stimato e a tratti deprecabile. Che ne dici? -

Jennyfer finse una smorfia indignata mentre apriva la birra.

- Stai vendendo una mia prestazione sessuale in cambio di informazioni? Sei un'amica orribile. -

La nostra coppia di occhi si depositò, ricca di aspettative inespresse ma inequivocabili, sulla figura tutt'altro che riluttante di Christian.

- Sentite, quello che posso dirvi è che l'inamovibilità di Marco nelle sue scelte è seconda solo a quella della stronza che ha cercato di avvelenarmi con la birra calda solo qualche istante fa. Se ti ha detto che non vuole partire, allora non partirà. La mia opinione è che sia una fottuta cazzata, Maia. Credo che dovrebbe andarci, a Rochester. Non per la carriera, tanto se ha deciso di fermarsi qui, sta pur certa che si fermerà. Ma là serve la sua competenza e comunque, per quanto il suo ego smisurato neghi questa realtà, confrontarsi con gente alla sua altezza può accrescere le sue capacità. Certo, se tornasse ancora più bravo probabilmente ci costringerà a leccargli le suole delle scarpe al suo passaggio... ma è il prezzo da pagare per glorificare la scienza medica. -

Christian schioccò la lingua al termine del suo monologo.

Ci concedette un paio di secondi prima di proferire il suo esimio verbo:

- Bene... ora posso scopare con la pazza omicida che mi ha portato qui con la promessa di laute ricompense? -

Sorrisi, pronta a raccogliere i bambini e a portarli a casa mia.

- Comunque la birra fa schifo perché è analcolica, non perché è calda - gli rivelai.

- Canaglie. -



*** Spazio autrice ***

Se non sapete chi è l'agente Mulder siete troppo giovani per i miei gusti. Vi autorizzo ad abbandonare la lettura per manifesta differenza di età con l'autrice.

Se invece, nonostante io sia ormai definitivamente classificabile come "boomer", avete deciso di sapere come prosegue tra Maia e Marco (e Jennyfer e Christian), allora googlate "X Files"

La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora