(Maia) Coma emotivo.

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Ricordo che per un attimo mi parve di aver fatto un tuffo nel passato: io che disegnavo le figure coreografiche con lo scopo di valutare l'impatto visivo sul pubblico, Ale di fronte a me con il volto illuminato dal monitor del pc e una tazza di the tra le mani che avrei dovuto finire io, e i bambini che facevano giochi troppo pericolosi saltando sul divano in sala.

Mi avvolse una sensazione di tepore casalingo che accolsi con espressione beata mentre cercavo di scegliere i colori adatti per i teli della coreografia che avremmo ballato su una canzone degli Offspring.

Con la crew avevamo ormai stabilito con certezza due delle tre coreografie da portare alla serata di Falchi.

Per The kids aren't alright degli Offspring avevamo messo a punto una scenografia post apocalittica sui colori del grigio e del nero con qualche pennellata di bordeaux. I teli su cui avremmo sorvolato il pubblico sarebbero stati color oro. Lo scambio in corso di coreografia tra teli e pali per le nostre discipline sarebbero state la costante di ogni coreografia, e per questa ritenni che il color bordeaux glitterato fosse il giusto contrasto per i pali rispetto ai teli.

Spedii gli appunti e le foto degli schizzi a J, che avrebbe buttato giù le idee per i nostri costumi.

Visti gli spazi del maxi tendone di Falchi non mi aveva stupito la sua intenzione di metterci a disposizione, per la futura collaborazione, un ulteriore corpo di ballo: in 5 il rischio di essere sopraffatte da spazi vuoti era notevole.

J concordava con me sull'effettiva necessità di accettare almeno una decina di seconde ballerine, ma rassicurare le altre tre ragazze della crew sul fatto che nessuna di loro sarebbe finita per fare da sfondo a me e J non era stato semplice.

D'altra parte l'accordo andava sì firmato da tutte e cinque, ma sapevamo bene tutte quante che Falchi non avrebbe fatto storie a prendere soltanto me e Jennyfer e metter su delle audizioni per gli altri tre posti da prime ballerine, in caso di mancato accordo.

Fortunatamente J era stata sufficientemente persuasiva con le ragazze senza bisogno di ricorrere a sottili ricatti che avrebbero messo oggettivamente a rischio l'equilibrio della crew.

Per la serata di inaugurazione del tendone, comunque, ogni crew doveva presentarsi con i soli componenti originali, senza seconde spalle.

Mi preoccupava non poco l'effettiva resa delle coreografie all'interno di uno spazio così ampio dato che non avevamo mai sperimentato nulla di simile al chiuso, ma avevo la piena consapevolezza che condividevamo la medesima condizione con buona parte delle altre crew: la più numerosa era quella cinese, che contava 9 componenti, ma tutte le altre si attestavano tra i 5 e i 7 componenti.

Avevo le idee piuttosto chiare per la canzone degli Offspring e mi sentivo rassicurata dalla dinamicità dei passaggi da telo a palo. Avevamo studiato nei dettagli il modo migliore di sfruttare gli intrecci reciproci e a mio avviso, nonostante la grandiosità del contesto, il risultato finale era di grande impatto.

Tenni per me l'idea di tenere quella coreografia come gran finale.

La seconda scelta certa era ricaduta, di comune accordo, su Ego di Willy William.

E questa, che era stata la mia prima grande certezza, si stava anche rivelando il mio principale grattacapo.

Ispirate dal bellissimo video ufficiale della canzone, avevamo deciso di mettere a punto una coreografia che puntava principalmente sull'utilizzo dei teli, che avremmo sfruttato con l'intenzione di rendere un effetto fumo.

L'atmosfera che avevamo deciso di mettere a punto era quella di una grotta magica, dove noi 5 apprendiste streghe facevamo danni con paioli e polveri incantate. L'idea ci aveva subito convinte all'unanimità ma ora mi trovavo a dover fare i conti con la necessità di rivedere gli spazi delle acrobazie in volo: occupavamo uno spazio troppo misero e temevo che la storia che avevamo intenzione di raccontare finisse per perdere di consistenza se non si trovava il modo penetrare al meglio gli spazi che convergevano sul pubblico.

La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora