Non resistetti più, e le saltai addosso non appena mi chiusi la porta di casa alle spalle.
- Su questo muro, l'ultima volta, mi hai prima scopata e poi lasciata - mi fece notare, cercando di liberare la bocca dalla mia, e riuscendoci solo offrendomi la possibilità di annegare le labbra sul suo collo, offerto in sacrificio come una vergine davanti a un irresistibile vampiro.
- E su questo muro, adesso, ti riprendo. -
Non la frase più romantica per un contesto del genere, ma Maia l'accolse con un sorriso malizioso, girandosi di spalle per consentirmi di slacciarle l'abito.
La stoffa cadde a terra e rividi il suo tatuaggio aggrappato alla schiena abbronzata, le fossette che ammiccavano al mio istinto predatore come occhi di gatto, l'invitante rotondità di un culo intorno al quale avrei orbitato volentieri in eterno.
La lingerie di Maia mi fornì un sacco di informazioni su di lei: le trasparenze audaci mi confidarono che si sentiva ancora a proprio agio nel suo corpo, le dimensioni striminzite mi confessarono che ne aveva tutte le ragioni, i ricami dorati che spiccavano sul pizzo nero mi manifestarono la speranza a lungo alimentata da Maia che quel giorno le avrei abbassato la zip del vestito per rivelarmi cosa indossava sotto.
Un irrefrenabile moto di compiacimento prese il controllo della lingua, che partorì una domanda di cui speravo conoscere la risposta.- Questo capriccio di pizzo è nuovo. Lo hai preso pensando a quanto avrei desiderato strappartelo di dosso nel vedertelo? -
Non si voltò nel rispondere.
- L'ho preso perché mi sentivo sola e io non posso permettermi di affogare nei vizi che avete scelto tu e Michela per dimenticare certe sconfitte. -
Maia aveva pronunciato il nome della mia ex moglie morta senza incertezze. Io non ero ancora capace di chiamare per nome il suo ex marito.
- Sei una persona migliore di me. -
Dovetti riconoscere, appoggiandola alla parete e nascondendo le ferite del mio orgoglio nell'incavo tra la sua spalla e il suo orecchio.- Non ricordarmelo proprio adesso, mentre desidero il piacere che le tue mani immeritevoli mi devono procurare prima che mi metta a piangere. -
E niente, non capii più un cazzo.
Infilai la mano nei suoi slip preziosi, in cerca del suo piacere caldo.
Maia miagolò e si appoggiò al muro, mentre io mi appoggiavo alla sua schiena.
La sentivo sospirare, mentre le mie dita frugavano nella sua intimità, golose e possessive, arroganti nel penetrare luoghi che non conoscevano ospiti da parecchi, troppi mesi.
Sentivo i suoi umori bagnarmi le mani e la mia erezione, ancora costretta dentro i jeans, premerle contro i lombi.
- Vieni per me, Maia -
Non che ci fosse bisogno di darle il permesso: sarebbe venuta comunque, accasciata contro il muro che portava il ricordo di quella che avevo pensato fosse una fine e che invece era stata una pausa dolorosa e inutile nella nostra storia.
Maia non aveva un appiglio, su quella parete, e strinse i pugni in una morsa che le sbiancò le dita durante il suo orgasmo, accompagnato da un rossore che le sbocciò sulla guancia libera, insieme a sospiri che sembravano implorazioni, timide preghiere sfuggite dalla bocca arrendevole, come gli umori che le colavano lungo le cosce e che mi stavano accendendo un'irrefrenabile necessità di leccarli via per godere il sapore del suo piacere.
Avrei forse proseguito ancora per un po', forse l'avrei fatta venire ancora con le dita, prolungando ancora la mia tortura autoinflitta. Ma lei aveva intenzioni diverse. Incassata la sua meritata e tardiva esplosione di godimento, guidò la mia mano fuori dalla sua biancheria, si girò e mi sussurrò all'orecchio la frase che smontò ogni mia cognizione.
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La sindrome dell'eroe
Romance🏆🏆VINCITRICE WATTYS2023🏆🏆 🥇🥇 PREMIO SPECIALE WEBTOON STUDIOS🥇🥇 Avete fame? O più... voglia di qualcosa di buono? Oggi lo chef vi propone una ricetta sfiziosa, adatta a palati romantici che non disdegnano un po' di sapore speziato, piccante m...