(Maia) Solo tre parole

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- Solo tre parole: Lavaggio.Del.Cervello! -

Guardai con poca convinzione il volto di Jennyfer al di sopra della tazza di cioccolata che ci aveva preparato sua madre e che stavo sorseggiando con ingordigia. J sarebbe dovuta rimanere da sua mamma ancora per un po': l'appartamentino che aveva scelto per dare inizio alla sua nuova vita di madre single non si sarebbe liberato prima di gennaio.

- Oh, ma smettila...- commentai.

- È così, invece! Ale ha sempre fatto leva sui tuoi sensi di colpa: prima per affermare il suo ruolo di capofamiglia, e ora per convincerti che lo faceva solo per il tuo bene. Non azzardarti a prendere in considerazione l'ipotesi che sia davvero così. -

Sospirai appoggiando la tazza sul tavolo, già nostalgica del contenuto che mi ero scolata troppo in fretta.

- Ale è uno stronzo, concordo, ma non credo che abbia trascorso tutti gli anni di matrimonio a costruirmi una gabbia intorno. -

J si alzò e prese il pentolino dal fornello: ebbi un moto di sollievo quando constatai che conteneva ancora una generosa dose di cioccolata. La mia amica riempì anche la mia tazza senza aver il bisogno di chiedermelo.

- Poco importa quello che credi tu, tesoro. Fatto sta che tu rappresenti la massima nonché unica e per ora irripetibile prova del suo fallimento: te ne sei andata, e non lo hai fatto macchiandoti dell'osceno peccato dell'adulterio. Te ne sei andata senza far rumore, senza gli strascichi di successive avventure più o meno serie. Te ne sei andata perché non sopportavi più la convivenza con Ale. Per uno come lui, abituato a collezionare successi e a prevenire disastri, la cui prestigiosa reputazione di professionista, uomo e genitore-modello è molto più di un biglietto da visita per la società, è stato uno smacco non da poco. È per questo che ti rivuole indietro, Maia. Non perché ti ama. Ma perché non è in grado di accettare di aver fallito. -

Mi parve un ragionamento estremamente Machiavellico.

- E io devo credere che Ale non vada in cerca di una nuova anima gemella solo perché non digerisce che la sua disattenta ex moglie lo abbia piantato per mancanza di sentimento? -

- Esattamente. -

Non mi convinse nemmeno un po'.

- E comunque il problema non è il movente di Ale. Il problema è il suo modus operandi. Anzi... la mia incapacità di ribellarmi come si deve al suo modus operandi. -

Avrei voluto affogare la mia frustrazione in quella tazza di cioccolata. Affogai solo la mia golosità: la frustrazione rimase.

- Smettila con i sensi di colpa! -

- Cristo J, possibile che io non riesca a non fremere ogni volta che Ale rilascia i suoi feromoni? -

J liquidò la cosa con uno sbrigativo gesto della mano.

- Senti, Maia, a chiunque sarebbero cascate le mutande con una dichiarazione del genere! Mi sembra di vederlo, mentre ti si struscia languido addosso rivelandoti che non vede l'ora di invitare la tua lingua a ballare la macarena con la sua. Sei fatta di carne, accettalo. -

- Lo accetto! Accetto l'insorgenza di un brivido osceno ogni volta che Ale mi tocca o mi parla in un certo modo, cosa credi? Ma dovrei essere abbastanza adulta da soffocare quel brivido e allontanare il corpo del mio ex marito. -

J sbatté la tazza sul tavolo e, appoggiando i gomiti al ripiano, si allungò verso di me con sguardo serio.

- Maia, ci hai limonato? -

- Cristo, no! -

- Sesso orale? -

- Ma sei scema? -

- Sesso normale? -

- Ok, hai un ictus in corso... -

- Quindi? Di cosa stiamo parlando? Cos'hai fatto di male con Ale da quando stai con Marco? -

- Niente, è che...-

- Sabato, dopo che Ale ti ha informata della sua intenzione di limonarti fino a consumarti, sei stata a letto con Marco? -

- No, ci siamo visti di sfuggita perché alla fine i bambini hanno dormito da me... -

- E ieri? Ieri era domenica, ci hai scopato con Marco? -

- Gesù Cristo, Jennyfer, sei stata addestrata dalla Gestapo? -

- Rispondi e basta.-

Mi strinsi nelle spalle.

- Sì, ieri abbiamo fatto sesso. Contenta? -

- E mentre lo facevi pensavi ad Ale? -

- Cosa? Ma assolutamente no! -

- Sii sincera, con te stessa e con me, Maia. Questa è la prova del nove, quindi ti rifaccio la domanda: quando fai sesso con Marco pensi ad Ale? -

Non dovetti rifletterci per più di due secondi.

- No. Mai. Mai e poi mai. -

Jennyfer sorrise e tornò a rilassarsi contro lo schienale della sedia. Allargò le braccia con estrema soddisfazione.

- Vedi? Non hai nulla di cui preoccuparti. La tua reazione alle provocazioni di Ale è del tutto naturale. La sua convinzione che tu lo preferisca a Marco, invece, è del tutto irrealistica. I tuoi sensi di colpa per aver bagnato le mutande mentre il tuo ex marito faceva di tutto affinché ciò accadesse, infine, sono inutili. E ora preparati, la crew ci aspetta in palestra. E cerca di non vomitare la cioccolata mentre proviamo le coreografie. -

Jennyfer si alzò lasciandomi a contemplare la tazza vuota.

Iniziai a prendere in seria considerazione l'ipotesi che avesse ragione lei.

Fanculo Ale.

La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora