(Maia) I termini dell'offerta

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La Flip grip con corpo orizzontale era senza dubbio la presa di pole dance che più faticavo a mantenere da parecchie settimane a quella parte. Nelle coreografie avevamo sostituito alcune Flip con delle True grip, ma francamente il risultato era, a mio avviso, meno armonico. Detestavo influenzare l'intera crew con le mie mancanze. Non avevo grossi problemi con le posizioni in cui la forza era dosata tra braccia e addome, ma in quelle che richiedevano un maggior impegno degli arti superiori avvertivo una difficoltà che fino a pochi mesi prima mi era sconosciuta.

Ricordo che quel pomeriggio mi concentrai morbosamente sui tricipiti; i bicipiti mi sembravano ancora in grado di sostenere il peso del mio corpo e mi ero convinta che il muscolo da rafforzare fosse dunque quello posteriore.

Dopo una sessione di pesi interamente dedicata alle braccia non ero in grado di praticare nessuna presa decente né al palo né ai teli.

Stranamente, non cedetti alla frustrazione: decisi di accontentarmi di posizioni basiche per le braccia ed eseguire le acrobazie il cui maggior sforzo fosse a carico di addome e gambe.

Mi allenai finché mi resi conto che dallo stereo non usciva più nemmeno una nota: la playlist era finita e, di conseguenza, mi ero allenata per quasi tre ore.

Scivolai giù dal palo col fiatone, sovrappensiero e stanca.

- Salve. -

La voce mi fece sobbalzare: ero convinta di essere sola nella sala.

- Salve Alan. -

Lo salutai con freddezza, non avevo nessuna voglia di parlare con lui. Non era il momento di prendere una decisione. Non volevo nemmeno che arrivasse mai, quel momento.

Presi l'asciugamano e mi tamponai il viso, dandogli le spalle.

- Sono qui per lei, Maia. So che mi sta evitando, e che lo stesso sta facendo la sua collega Jennyfer. Ma sono assolutamente convinto che le finanze e il progetto itinerante messi a disposizione dalla mia agenzia siano quanto di più indicato per la vostra crew. La prego di prendere in considerazione la mia offerta. E' molto generosa, ma possiamo rivederla ulteriormente. -

Mi voltai, sospirando.

In quei giorni le idee non mi si erano affatto schiarite. E, ancor più preoccupante, io e J non ne avevamo parlato con la sufficiente attenzione.

Adoravo quel tendone, gli spazi che poteva garantirci, le altezze smisurate che offriva. Lo stesso, lo sapevo con certezza, valeva per le ragazze. Le nostre coreografie erano sacrificate nei teatri e non sufficientemente valorizzate negli spazi aperti.

Il progetto di Falchi era esattamente quello che ci serviva per dare al pubblico qualcosa di più. Molto di più.

- Concordo con lei, Alan, in merito al perfetto incontro tra le nostre esigenze di spazi e la vostra disponibilità ad offrirceli. So che il suo tendone è l'anello mancante tra le nostre idee coreografiche e la loro realizzazione ottimale. Ma sa anche che il punto focale dei nostri dubbi non sta nel tendone. Fosse solo per quello, avremmo già firmato anche con il sangue, se necessario. -

- Come le dicevo prima, possiamo rivedere alcuni termini dell'offerta. -

- Si spieghi. -

Parve soddisfatto della mia attenzione.

- Vi lasciamo libere di realizzare le coreografie in autonomia. Non avrete nessun coreografo, a meno che non siate voi a richiedere una collaborazione. Avrete solo una regia, qualcuno che decide quindi le scalette e sovrintende luci e la disposizione del palco. Poco più che dettagli, tutto sommato. -

- I dettagli sono ciò che fanno la differenza tra un bello spettacolo e un'esperienza indimenticabile, Alan. - Lo vidi irrigidirsi. - Ma non c'è dubbio che i nuovi connotati della sua proposta mettano la questione sotto una nuova luce. Crede di potermi far avere una bozza scritta della proposta di collaborazione? E' indispensabile condividerla con il resto della crew. -

Un largo sorriso da rapace prese possesso del volto di Falchi.

- Certo che sì. Ma ho un'altra proposta per voi. Posso rubarle ancora qualche minuto? Sarò breve. -

Alzai le sopracciglia. Che altro c'era?

- Certo. L'ascolto. -

- A breve vorremmo inaugurare il tendone. A Verona. Con una dance battle internazionale. -

Cristo Santo. Una dance battle, sotto quel tendone, senza il peso di un contratto di cui non ho ancora del tutto digerito i dettagli. Una cazzo di figata!

Anche sul mio viso sentii farsi strada un sorriso che sperai essere meno fastidioso di quello di Alan.

- Vorremmo vedervi partecipare. Senza l'impegno di dover firmare il contratto. Conto sul fatto che poter dare libero sfogo ai vostri progetti vi induca a sottoscrivere l'accordo con la mia agenzia. -

Oh, sì! Sì, decisamente sì!

- Sarebbe fantastico. Non posso darle certezze senza prima conferire con le altre ragazze, ma se il loro entusiasmo è pari anche solo alla metà del mio, posso garantirle che avrà la conferma alla nostra partecipazione nel giro di uno o due giorni. -

Quell'uomo non mi piaceva granché, ma il suo tendone sì, mi piaceva parecchio. Volevo decisamente esibirmi lì dentro. E volare, letteralmente, sopra le teste del nostro pubblico.

- Le mando il regolamento oggi pomeriggio, Maia. Spero di avere notizie positive. -

Si congedò. Non appena se ne fu andato, mi resi conto che non ero affatto certa che J fosse nelle condizioni emotive di affrontare una dance battle internazionale.

Cazzo!

SPAZIO AUTRICE

La vita non è fatta di solo amore e sesso, la pagnotta va messa in tavola e Maia ha altre due bocche, oltre alla sua, da sfamare. Questa donna ha la fortuna di far coincidere la sua passione con una professione remunerata. Io un po' la invidio.

E voi? Siete pienamente soddisfatti della vostra professione o dei vostri studi?

Che ruolo avrà la battle nel futuro di Maia e Jennyfer?


La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora