AGOSTO

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(MARCO)

Il lavoro era finito. I numero erano buoni: se i minchioni statunitensi si fossero attenuti alle raccomandazioni e al nuovo protocollo, avrebbero potuto dire di aver investito i loro milioni nella microchirurgia, e non di averli bruciati per la microchirurgia.

Sharon mi chiese se avessi intenzione di restare.

Risposi di no.

Sharon poi mi chiese se avessi intenzioni di tornare, ogni tanto.

Di nuovo, risposi di no.

Sharon mi disse che ero uno stronzo ingrato.

Risposi che aveva ragione.

Sharon se ne andò dal bilocale.

Io me ne andai a fine mese.


(MAIA)

Andai al mare con i miei bambini. Le prime due settimane ci facemmo un sacco di coccole, affrontando le giornate senza mai guardare l'orologio, lasciando che il tempo perdesse di ogni importanza, e che fossero le nostre esigenze e i nostri desideri a scandire i minuti e le ore.

Le ultime due settimane fummo raggiunte da J e Bianca, e così il caos prese il sopravvento in modo definitivo.

Nell'ultimo weekend ci raggiunse anche Christian che, bisogna pur ammetterlo, con i bambini ci sapeva fare parecchio.

Un mese strepitoso, in cui sentii di nuovo affiorare la speranza di ritrovare la felicità in quello che avevo a disposizione.

Poi Christian mi disse: - Marco è tornato - , e io iniziai a prendere in considerazione l'idea di chiamarlo. 

SPAZIO AUTRICE

Ebbene, ci siamo. Si sono accuratamente evitati per sei mesi. Un Oceano li ha separati.

Marco è tornato, Sharon è stata piantata in asso, Maia sta cercando di far funzionare quei 2 neuroni che le sono rimasti.

Comunque, secondo me, questi due qua da soli non risolvono un tubazzo. Sarà qualcuno con più sale in zucca a metterci una pezza?

Che ne pensate?

La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora