(*Bonus*Jennyfer) Cose che sapete già, a parte il nome

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La prima cosa che vorrei mettere in chiaro è che mia madre è una brava persona: mi ha cresciuta con amore, ecco. Non è che io sia frutto di un preservativo bucato, o di un bicchiere di troppo, o di un salto della quaglia programmato male, no. Mia madre ha accolto la gravidanza con un certo entusiasmo. Non è quindi a causa del suo astio nei confronti del minestrone cromosomico che aveva messo radici nel suo utero che mi ha cacciato una y nel bel mezzo del nome senza un valido motivo.

No, lei la y nel bel mezzo del nome ce l'ha messa perché sì.

E quindi io sono Jennyfer, un nome da mignotta, ma con la y, così sembro pure coatta.

Ed è forse a causa di una qualche strana congiunzione astrale, o per un discutibile rigurgito divino, che l'amore della mia vita condivide una sorte non troppo diversa dalla mia. Il mio nuovo di zecca e luccicantissimo modello di partner si chiama Christian, con una H che non c'azzecca niente.

E condividiamo pure una figlia, io e lui. Di figlie ne ho due, la prima l'ho avuta dal modello precedente di partner, che a dir la verità rivestiva il ruolo di marito. Ora riveste il ruolo di stracciamaroni, ma si chiama sempre Riccardo, detto Ricky, anche se davanti a ""marito" adesso bisogna aggiungere "ex".

E siccome sono cresciuta con il trauma di un nome discutibile, ai frutti del mio patrimonio genetico ho regalato, per il Battesimo, due nomi normali.

Cioè, sono normali singolarmente.

La mia grande si chiama Bianca, ha quasi otto anni.

La mia piccola si chiama Viola, e ha quasi due anni.

Sì, Bianca e Viola.

Non scassate il cazzo anche voi su sta cosa, che già ci pensa la mia amica e compagna d'affari Maia a partorire regolarmente battutine di merda.

E da che pulpito poi, lei che un figlio l'ha chiamato Lucas, con la s finale.

Dev'essere scritto nella mia mappa astrale che mi tocca frequentare gente con un rapporto discutibile con l'alfabeto.

L'unico con un nome normale è Marco, che sarebbe poi il nuovo partner della sopracitata amica cinica Maia. Ed è l'unica cosa normale che riguarda quell'uomo, io ve lo dico.

Ora, lei è innamorata di lui già da un pezzo, ormai, e pure io inizio a farci l'abitudine, ma è un egocentrico figlio di puttana. Ma tutti lo osannano, eh!

Uh...Marco Mancini, il luminare, il genio, l'ineguagliabile professionista.

Se, se, come no. Lo ha raddrizzato un po' la mia compare Maia, ma prima di conoscere lei, lo stimato chirurgo ha pisciato sull'umanità intera, e si divertiva pure nel farlo.

Sì, ora è cambiato (un po'), ma credo sia geneticamente stronzo.

Tra le altre cose (stronzo, figlio di puttana, compagno di Maia, primario di chirurgia pediatrica) è anche il migliore amico di Christian.

E lo so cosa state pensando: il migliore amico di una persona così non può essere molto diverso da lui.

E avete ragione, ovviamente.

Christian è un oncologo pediatrico narcisista, egoista, immaturo e, sospetto, con qualche inclinazione verso l'alcolismo.

Ma ha anche dei difetti.

E io?

Io corro dietro a Viola, la piccola peste di casa, che è la copia sputata del padre.

Nel senso che è stronza uguale.

Bianca è adorabile, non so da chi abbia preso. Forse me l'hanno scambiata in culla con la figlia di qualcun altro. È la versione in gonnella di Mattia, il primogenito di Maia, un bambino con un nome normale e un carattere adorabile. Avranno scambiato in culla pure lui, altrimenti non si spiega, dato che suo padre è un esperto cagacazzi. Né Lucas né Mattia sono figli di Marco, per fortuna. Meglio se il suo DNA non si riproduce più di tanto.

Ok, il cast vi è chiaro? Serve uno schemino?

Eddai, mica è un fantasy con settordici linee genealogiche che si intrecciano originando insospettabili incesti.

Siamo io e Maia.

Christian e Marco.

Figli vari ed eventuali.

Facile, no?

La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora