(Marco)Ho un talento smisurato

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Come mi aspettavo, Maia si sentì di nuovo bene nel giro di un paio d'ore. Non ci fu modo di dissuaderla dal fare una doccia di 40 minuti seguita da un lavaggio denti che durò più di quanto avessi voglia di cronometrare. Indossò i suoi leggins neri e una felpa rossa che sarebbe stata abbondante anche per me. Era ancora pallida ma gli occhi sembravano più riposati e riuscì a mangiare qualche boccone.

Mi lavai anche io emi cambiai con la roba che mi ero portato da casa la sera prima.

Il mio programma era quello di pranzare con lei, spararci un paio d'ore di Scrubs e poi tornare a casa per preparare il necessario prima di andare in stazione.

Maia mi fece intendere che un'ora di Scrubs era stata sufficiente iniziando a sfilarsi di dosso gli abiti e aver spento la TV senza preavviso.

Era davvero stupido assecondarla in quella scelta: era ancora disidratata e provata.

Ogni cautela sulla sua salute sfumò non appena iniziò ad armeggiare con i miei pantaloni. Cazzo, sono fatto di carne anch'io.

A mia discolpa, posso dichiarare di aver avuto il buonsenso di portarla a letto e di fare più o meno piano. Tutte e due le volte.

***

- Ma sei rincoglionito? -

- Christian, è sempre un piacere sentirti. -

Il suo risentimento era così tangibile che pensavo avrebbe attraversato i ripetitori che ci separavano e sarebbe uscito sotto forma di nube nera dallo smartphone che avevo in mano per prendermi a schiaffi.

- Una settimana di ferie? - proseguì, senza prestare attenzione al mio saluto. - Ti sei preso una settimana di ferie senza preavviso? Chi opera i pazienti della 8 e della 17 al mio reparto? Chi cazzo li opera, Marco? -

- La dottoressa Michelini, ovviamente. -

Un attimo di silenzio e incredulità da parte di Christian.

- Ti sei ufficialmente bevuto il cervello? È così? Dove stai andando? Sei con Maia? Cristo, se questo è l'effetto che fanno le ballerine cancello subito il numero di Jennyfer dal cellulare. -

Il suo fiume di parole era ancora condito da una pericolosa dose di astio.

- Non sono con Maia e non mi risultano effetti collaterali in seguito alla frequentazione di belle donne... -

- C'è poco da ridere. Chi ha deciso che gli interventi sui miei pazienti li farà la Michelini? -

- Il primario, Chirstian. -

- L'hai deciso tu, brutta testa di cazzo? Io decido di rimandarli, invece, gli interventi. -

Sapevo che quella chiacchierata con Christian non sarebbe stata piacevole. La sua dose di astio stava virando verso un rancoroso stato d'odio profondo.

- La dottoressa Michelini è più che qualificata per svolgere quegli interventi. -

- La dottoressa Michelini non è qualificata per essere te, Marco! -

Raccolsi fiato e pazienza in un unico respiro.

- Non serve essere me per asportare quei due tumori. -

- Passi per lunedì, quando avresti avuto il tumore intestinale, ma giovedì era previsto il neuroblastoma vertebrale. Non è assolutamente un intervento che può essere effettuato da chiunque! -

- La dottoressa Michelini non è chiunque, Christian. -

- Non è te! -

A quel punto, sentii risalire l'unica risposta da dare. Non perché obbligata, ma perché sincera. La sputai fuori come atto liberatorio, quando per anni una tale ammissione mi sarebbe uscita dalla gola accompagnata dallo stesso disgusto di una generosa scatarrata.

- E' alla mia altezza, Christian. Posso assicurartelo. -

Per almeno un paio di secondi mi chiesi se Christian, dall'altra parte della linea, fosse rimasto pietrificato da quella frase.

- Ok. Bene. Sei ufficialmente e completamente rincoglionito. -

Sorrisi, avvertendo un certo disgelo nel suo tono.

- Può operare anche senza di me - ribadii.

- Sì, lunedì può farlo. Giovedì no, Marco. Il neuroblastoma è tuo. -

- Stai mettendo in discussione la preparazione del mio staff e la mia capacità di giudizio, Christian. -

Avevo finito la pazienza.

- Tu sei davvero convinto che la Michelini abbia la tua stessa fottuta mano? Che possa gestire qualunque imprevisto con la tua stessa lucidità mentre impugna un bisturi? Credi possa mettere in campo la tua stessa freddezza se fosse necessario prendere una decisione nel giro di quaranta secondi? -

- Ha tutto quello che serve, e nella giusta misura, per fare questo e altro. -

- Quindi tu sei il primario solo grazie all'arnese che fai uscire dalle mutande in presenza di Maia? -

Resistere alla provocazione mi costò fatica. Provai a mettermi nei panni di Christian e non ci riuscii. Restai nei miei, e accettai l'idea che anche io sarei diventato una belva se avessi dovuto affidare uno dei miei pazienti a un collega diverso da quello da me prescelto.

- Sono il primario perché ho un talento smisurato, Christian. Trovo strade alternative per problematiche all'apparenza inoperabili, ad esempio. E sono il primario perché so cosa delegare e a chi in mia assenza. La dottoressa Michelini è la persona giusta. Se non sei d'accordo puoi rimandare gli interventi, ma sarebbe una decisione superficiale e offensiva. Non fare una cazzata del genere. -

- Ma che cazzo devi fare in questi giorni? -

Appoggiai la testa, pesantemente, al sedile del Freccia Rossa. Lo avevo convinto. E avevo convinto anche me stesso. Non ero insostituibile. Non sempre. Ed era un sollievo inaspettato, dato che fino a qualche mese prima avrei venduto l'anima per essere assolutamente insostituibile in reparto.

- Sono in treno, devo andare a Milano. -

- Michela o Daniele?-

- Michela. -

- Falla finita con lei, Marco. Ti distruggerà. -

- Sono io che l'ho distrutta. -

- Non capisci un cazzo di donne. Lasciatelo dire. -

- Comunque, in un modo o nell'altro, sta per finire davvero. -

- Ha fatto un altro casino? Se vai da lei la assecondi... -

- No, nessun nuovo casino. Ti spiego quando arrivo in albergo, ora sono in treno. -

Ci salutammo e non avrei saputo dire chi dei due stesse uscendo più stanco da quello scambio. Sbuffai, mentre il treno mi portava dove non avevo nessuna voglia di andare.



La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora