Capitolo 17 - i dispetti di Syd

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Syd stava ancora glompando la cugina, saltandole intorno senza nessun motivo mentre lei aveva finalmente finito di cucire il trasgressivissimo pelo oscuro all'interno del mantello, che ora era soffice e caldo, ma anche dark e problematico.

"Io stanotte voglio andare a cacciare!!" gridò fortissimo, saltando sul posto a sua volta, ma meno fastidiosamente di Syd. Poi si voltò verso il cugino, gli occhi policromatici che brillavano dal divertimento. "Sai, Jimmy ci ha insegnato a fare le punte di lancia e freccia con le pietre, e poi con le corna del daino abbiamo fatto i manici, e ora ho un fighissimo coltello in uhh pietra nera che sbrilla! Lo sai che è anche chiamata VETRO DI DRAGO e allora l'ho voluta troppo assolutamente!?!?!" parlò anche lei fortissimo, dimenticandosi di spiegare chi fosse Jimmy, che daino, e che caccia, ma era ok, perchè Syd non stava assolutamente ascoltando.

Tentò di afferrare uno dei coltelli di Deanys, ma lei con il suo potere DARK lo ritrasse così velocemente che Syd non vide nemmeno che si era spostato, e rimase a mani vuote. "No. Questi sono miei. Fattene tu, scemo." ringhiò, la voce piena di astio come il soffio di un drago furente.

Syd sbuffò e calciò in aria. "Non lo voglio il tuo coltello di merda." piagnucolò, allontanandosi tutto offesino, e facendo il giro della grotta che decise che ora era il suo castello. L'avrebbe chiamato "Forte Terrore", un nome che era sicuro nessuno avesse usato prima di allora, e che lui era così intelligente a inventarsi dei toponimi così di rilievo...

Solo dopo un bel po' (non era molto sveglio), notò la creatura che stava dormendo a terra, vicino al giaciglio di un ragazzetto poco più giovane di Syd stesso, dall'aspetto decisamente ferino e poco umano, ma sicuramente più umano della bestia.

Era tutto peloso, ingobbito e ingoblinito, e scalciava ogni tanto con le zampette un po' atrofizzate. Stava scodinzolando nel sonno, e russava anche un po', suoni gutturali che venivano dalle sue fauci irte di dentoni acuminati.

Syd non sapeva che cosa fosse quella roba, ma sapeva che doveva infastidirla.

Cercò di prendere la coda, che finiva con uno stantuffo di pelo castano, ma ogni volta che la afferrava si dimenava abbastanza da liberarsi.

"Syd..." sospirò pesantemente Aemond, dall'altra parte della grotta. "...lascialo stare, per gli Dèi..!"

Ma Syd era pur sempre Syd Bolton Royce Blackwood, l'essere più fastidioso che madre naturos avesse mai concepito, e "no" significava "fai un po' come ti pare" nelle sue orecchie maciullate da anni di trafiggerle con qualsiasi cosa acuminata.

Per nessun motivo se non causare guai, alzò uno stivalone, nero e con i tacchetti in metallo, e pestò fortissimo la coda del mannaro, che spalancò gli occhi e lanciò un urlo animalesco lancinante, che scosse la pareti della grotta.

Che figata! pensò Syd soddisfatto, prima che il mannaro si voltasse verso di lui e gli azzannasse una coscia. Allora anche Syd gridò, mentre il mannaro affondava i canini di diversi centimetri di lunghezza nella sua coscetta magrolina e il sangue schizzava a fiotti ovunque.

"Jimmy NO!!!" strillò mentalmente Timmy, impiegando qualche secondo ad alzarsi facendo pressione sul suo bastone-spada-bacchetta da camminata e Benny gridava dal terrore di essersi svegliato in quel modo.

Deanys scoppiò a ridere perchè era una faccenda così comune che le ricordò casa e il calore di Raventree Hall e le grida di zio Aemon che gridava a Syd di smetterla. Lele osservava la scena con interesse, affascinato da come il sangue schizzava ritmicamente a terra e sulle pareti e un po' ovunque.

Aemond si premette le mani sul viso, distrutto. Sarebbe stata una lunga notte. Era già stanco.

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