Capitolo 70: e salirò, salirò sulla nave Greyjò 🚢🧭🛳

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"Oh, ti sei svegliato!" Deanys sbuffò, incrociando le braccia. "Guarda che siamo arrivati, scemo."

Lele si guardò intorno. La luna (non) splendeva dietro le nubi gelide del Nord, e la grotta in cui avevano lasciato lo zio era ancora lì, lugubre e vaporosa...

Lele si mise le mani tra i capelli. Che fosse tutto stato un sogno??!

"Oh ma ti ripigli?" Deanys lo scosse ancora, cercando di tirarlo giù da Vercingetorix.

Lele, in quel preciso istante, decise che non voleva saperne nulla nè della grotta (il suo potere dark gli stava suggerendo di non entrare) né dei ghiacci né di tutta quella storia della Lunga Notte. Nonostante fosse sempre stato felice dei suoi poteri oscuri e di come il sole non uscisse mai, quella toccata metaforica di erba che si era fatto vedendo il sole sulla nave da crociera aveva condizionato la sua mente. Gli era persino passato il mal di testa perenne e la mancanza di vitamina D!

Lele sguainò la spada corta infusa di potere dark e la puntò alla gola di sua sorella. Le sorrise, come era solito fare, e lei sbuffò. "Outsmarted again" pensò Deanys.

"Devo andare in bagno." Lele cinguettò, scendendo da Vercingetorix. Si allontanò dal gruppo, imbucandosi dietro la grotta tra i cespugli ghiacciati.

Appena fu sicuro di essere per conto suo, infilò la mano nella sua borsa interdimensionale (più grande all'interno) che aveva cucito lui personalmente con il suo incantesimo di sutura oscura. La sua manina coperta di anellini serpenteschi vagò a casaccio nella borsa finché non tastò qualcosa di soffice e vagamente ingarbugliato. Afferrò la matassa di fili e la tirò fuori con forza.

Lele alzò la mano ed osservò con orgoglio il suo tesoro più prezioso. La testa mozzata che teneva dai lunghi capelli neri era certamente il suo oggetto più raro. L'aveva trovata per sbaglio su un altare in un magazzino delle scope della Taverna dell'Incrocio, in viaggio con suo zio. Nonostante fossero passati anni, la testa non mostrava segni di decomposizione, e la sua pelle era fresca e liscia come se fosse stata appena tagliata.

Grazie all'Ottavo, inoltre, non sanguinava, quindi non incasinava tutto ogni volta che la metteva nella borsa.

"In nome del Dio Caduto, io ti comando." Lele sussurrò, attento a non farsi sentire dal gruppo.

La testa aprì gli occhi. Essi erano interamente (anche la sclera) neri come la pece, un nero vacuo in cui era impossibile captare presenza di luce.

"Chi comanda il potente Jimmy Blackwood?" disse la testa, che a quanto pare apparteneva a Jimmy Blackwood.

"Gabriaelys di casa Blackwood, di casa Bolton, di casa Way, di casa Hightower e di casa Targaryen."

"Allora va bene." la testa disse annuendo a fatica. "Cosa comandi, Gabriaelys di casa Blackwood, di casa Bolton, di casa Way, di casa Hightower e di casa Targaryen? O meglio, propronipote?"

"MA CHE SUCCEDE!"

Lele si girò infastidito, vedendo che Deanys lo aveva seguito sul retro della grotta. Ora lo stava guardando con aria sconvolta e scioccobasita, più che altro fissando la testa che teneva in mano.

"Che fai, sorella, mi spii mentre vado al bagno?"

"Sì, stai proprio pisciando, lo vedo!" Deanys ribattè avvicinandosi a gran passo. "Che è quella roba? Sei proprio un pazzo maniaco, lo sapevo che eri schizzato, ma che ti portassi una testa nella borsa...!"

Lele la ignorò completamente, e tornò a rivolgersi alla testa.

"Portami immediatamente sulla nave dei Greyjoy." Lele comandò.

"Come desideri." Jimmy Blackwood parlò, e venne avvolto da un'intensa aura magica oscura, viola.

"Nave dei Greyjoy?!" Deanys incrociò le braccia, raggiungendo Lele e dando un "poke" (che prima dell'Apocalisse di Ghiaccio Capitalista erano una cosa che si mandava su facewesterosbook e ora sono un tipico piatto delle Isole dell'Estate importato nei pokebar) alla testa di Jimmy Blackwood.

"Non toccare!" Lele strillò istericamente. Ormai era troppo tardi però...

L'aura viola avvolse entrambi i Targaryen, ingolfandoli (?) e magitrasportandoli sulla nave Greyjoy.

Dopo che il trambusto vario dell'essere magitrasportati tramite magia nera si dissipò, i due ragazzi riaprirono gli occhi. Sul molo (la parte sopra della nave che non so se si chiama molo che cazzo ne so) l'atmosfera era ben diversa da quella che si aspettava di trovare Lele. Infatti la luna splendeva nel cielo notturno, circondata da miliardi di stelle con una visibilità mai vista prima. Lele corrugò la fronte. Il sigillo sull'enorme vela nera era certamente un kraken dei Greyjoy, ma non c'era mica il sole!

Il giovane principe si avviò verso la sponda della nave, sporgendosi per guardarsi meglio intorno. Con suo grande disappunto, constatò che la nave si trovava sopra un banco di nuvole ghiacciate, e che quindi dovevano essere *molto* in alto. Attorno alla nave volante su cui si trovavano, una flotta di altre navi la stava seguendo silenziosamente, ed erano tutte navi Greyjoy.

Scosse un po' la testa di Jimmy Blackwood, tirandone i capelli.

"Guarda che hai sbagliato nave." gli disse, assottigliando lo sguardo per essere il più omofobo possibile. E tutti erano a conoscenza delle tendenze ... fruttose di suo proprozio.

"Era la nave più vicina." Jimmy Blackwood se avesse avuto le spalle avrebbe fatto spallucce, ma non lo fece perché non le aveva. Poi chiuse gli occhi e tornò nel suo sonno ristoratore per recuperare i poteri oscuri che aveva perso insieme al suo corpo. Lele scosse la testa in disappunto e riporse la testa nella sua borsa.

Deanys non stava seguendo affatto lo scambio, perché era molto impegnata a fissare il cielo stellato con aria sconvolta e vagamente emozionata.

"Dove siamo?" chiese poi la ragazza senza distogliere lo sguardo dal cielo.

"Su una nave in cielo." Lele sbuffò, delusissimo. Di certo né a lui né alla sorella preoccupavano le altezze - uno dei tanti vantaggi di avere sangue di drago che scorre nelle vene.

Lele si guardò attorno, curioso di trovare un qualche tipo di ciurma o qualunque cosa che suggerisse la loro posizione, nell'attesa che la barra di caricamento dei poteri di Jimmy Blackwood si ripristinasse. La nave sembrava deserta ed oscura, e faceva un gran freddo. Per fortuna la porta che portava nella parte interna della nave (ancora, non so come cazzo si chiama e non mi va di cercarlo) era aperta e all'interno c'era la luce accesa. Lele afferrò Deanys dal mantello e la costrinse a seguirlo.

"Che vuoi?" Deanys lo strattonò, liberandosi dalla sua presa. "Sto guardando la luna! Non mi rompere."

"No, andiamo a cercare il proprietario! Siccome ti piace tanto seguirmi in giro!"

"Ora non mi va." Deanys incrociò le braccia e lo guardò male.

Lele allora si intristì e le rivolse uno sguardo da cucciolo omofobo sperso in un luogo spaventoso e sconosciuto.

"E se mi perdo? E se qualcuno mi taglia la gola con un coltello? E se mi rapiscono mi legano e mi torturano per 25 anni? Poi cosa racconti a zio Aemond?" mugugnò Lele tutto triste. Deays lo guardò in silenzio per qualche secondo, e con aria imbronciata lo seguì dentro il corridoio della nave. 

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