Capitolo 20 - la routine mattutina di Jimmy

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Nel frattempo, proprio nel nord, la grotta che fino a quel momento era stata silenziosa e scura ricominciava ad animarsi.

Jimmy aveva dormito malissimo. Prima era stato svegliato da quel ragazzino- di cui riconosceva l'odore, ma non si ricordava di chi fosse...-, poi c'erano state grida e sangue ovunque, e tutta notte c'erano stati movimenti e borbottii e Jimmy non aveva dormito bene per niente. Era abituato a fare da guardia alla sua famiglia, come un bravo maiale-orso-cane-demone, e sentire dei ragazzini westerosi agitarsi e parlottare nel suo raggio d'azione lo faceva stare in ansia, come se lo stessero calloutando su instagram. Fortunatamente, in questo universo instagram non esisteva, dunque Jimmy poteva dormire sonni tranquilli.

Ma invece si era svegliato, perchè era l'ora in cui andava a caccia. Era l'ora del lupo, così la chiamavano i Westerosi, il momento più buio della notte dove i lupi andavano a caccia, e anche i mannari. Nel NewJerseros era chiamata "l'ora della siga col caffé", perchè era l'orario in cui i mannari si svegliavano per andare a mangiare, e notoriamente la prima cosa che facevano era appunto bersi un caffè e fumarsi una lunghissima sigaretta guardando il nulla davanti a sé.

E infatti fu quello che fece Jimmy, ancora prima di svegliare gli altri. Afferrò le proprie stampelle, ormai un po' vecchie e consunte ma comunque funzionanti, e claudicante zoppicò verso il focolare ormai mezzo spento. Le braci continuavano ad ardere sotto le ceneri, rosso brillante che sfavillava nel nero della notte.

Jimmy si abbandonò di fianco ad esso, prendendo l'anfora piena di caffè solubile che si era portato da Skagos e versandolo dentro la sua solita tazza di vampiro gigante del NewJerseros che aveva cacciato decenni prima. Il caffè solubile faceva schifo, ma trovare delle piantagioni di caffè a Westeros era un po' difficile. A Skagos se li facevano recapitare dalle Isole dell'Estate, ma non potevano portarsi niente con loro se non l'essenziale- e il che voleva dire niente macchina del caffé.

Prese la caraffa d'acqua da venti litri e si accorse che era vuota.

Va' e riempila, sussurrò la voce di tempi andati nella sua testa.

Che brutta giornataccia, ed era appena iniziata!

Si rialzò a fatica e si trascinò la caraffa tenendola con la coda (le mani erano impegnate a tenere strette le stampelle), che ancora faceva un po' male per quello stupido ragazzino dall'odore familiare che aveva decisa di pestarla per ragioni sconosciute se non il fastidio puro, e si diresse all'uscita della grotta, dove il vento freddo lo colpì in faccia, l'unico punto del suo corpo quasi completamente spelacchiato. Jimmy si radeva ogni giorno (i peli dei mannari crescono molto in fretta) perchè era un tipetto elegante. E stava anche perdendo i capelli e la linea dei capelli si stava spostando sempre più indietro ma questo è un altro discorso che non staremo qui a trattare. Fortunatamente era nato tutto storto e la schiena così storta che il collo era quasi assente, inglobato in mezzo alle spalle, ed era una fortuna perchè aveva una specie di criniera sul petto (era un uomo molto peloso, ve l'ho già detto) che gli teneva la faccia tutta calda 🙂, e i venti gelidi dell'inverno atomico non lo spaventava affatto.

Si diresse verso un posto più recondito attorno alla grotta, dove ancora non vi aveva camminato nessuno, per raccogliere la neve più fresca e pura. Aveva nevicato tutta notte, e tutto il giorno precedente e così per diciotto lunghi anni, prima che il suo Benny nascesse.

Ficcò un sacco di neve dentro la caraffa e si affrettò a tornare all'interno, per farsi il suo caffè mattutino, e fumarsi la sua siga di tabacco ulthiano purissimo. Aveva anche le famigerate siga di maricoca, ma quelle erano per più tardi, quando era un po' più sveglio e all'erta, ma non più intelligente. Infatti sì, aveva la scusa che era appena sveglio e (come ogni boomer) non aveva ancora avuto il suo caffè mattutino, ma il fatto che non si accorse che era circondato da piccole creature di ghiaccio era solo perchè era un gran stupidone.

Sentì qualcosa spezzarsi sotto i suoi zoccoli, e quando alzò una gambetta, ritrovò una specie di stalattite spezzata. Si abbassò per controllare cosa fosse, e pochi centimetri sopra la sua testa una enorme e affilatissima stalattite passò veloce nell'aria, infrangendosi contro la parete di roccia dietro di lui!

Quando rialzò la testa, grazie ai suoi occhi a vista raggi di calore infrarossi gamma (tipico dei furry come lui), si accorse che era circondato da estranei su tutti i lati, e non poteva più tornare alla grotta.

Purtroppo era ancora lontano dal bere il suo caffè, dunque strizzò gli occhietti strabici e li guardò come un boomer rimbambito guarda il giornale la mattina. Sigh, voleva tanto tornare a Skagos a leggere "La Gazzetta di Skorej", e soprattutto la sezione "la puzzetta mattutina", dove raccontavano tutti gli eventi cinepanettonici avvenuti sull'isola la giornata prima, motivo di grande divertimento per quel cinquantenne di Jimmy. (in realtà doveva ancora compierli 50 anni, mentre Timmy, che era più vecchio di tutti gli altri, ne aveva abbondantemente 50. infatti, ne aveva 51.)

Gli Estranei parlarono in estraneese, e lo indicarono. Jimmy non sapeva cosa stavano dicendo, ma in realtà stavano pensando a un modo per cucinarlo. L'estraneo coi capelli lunghi stava suggerendo ai ferri con una spolverata di cardamomo, ma quello pelato con i bitorzoli in testa invece preferiva un curry con abbondante zenzero e curcuma e riso di ghiaccio, che erano in realtà granelli di ghiaccio tagliati con la forma del riso.

Mentre stavano discutendo non si accorsero dell'ombra che volò sopra di loro, ma Jimmy che vedeva tutte quelle onde buffe visive, se ne accorse. E sapeva chi era! Quell'odore... era inconfondibile!

Odore di Strutter!

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