Capitolo 28 - casa Michaels Hart etc etc ♥💔

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Il loro cammino non fu molto lungo, perché mi secca descriverlo. Tanto, in ogni caso, vi ho già spiegato che erano al nord (un po' come tutti i pg) e quindi non c'era un cazzo di niente se non neve, ghiaccio, rovine eccetera, come in tutti gli ormai distrutti Sette Regni.

I tre baldi giovani raggiunsero uno spiazzo circondato da quelle che un tempo dovevano essere torri di legno, ma che ormai erano quasi tutte cadute a terra e sepolte dalla neve. Solo una di esse, quella ricoperta di stoffa verde e argentata, ancora si ergeva fino all'aria, alta ed imponente. Era cava all'interno, con una parte in alto aperta, dove c'erano tantissime sedie rotte e rovesciate, ma da terra dove erano i ragazzi non si vedeva. Ciò che si vedeva uscire dalla punta della torre era però una coltre di fumo che raggiungeva le nuvole nel cielo scuro.

I tre ragazzi si avvicinarono alla base della torre, la cui entrata era coperta dal telone verde e argento che ricopriva la struttura. Spostarono il tendone, ed entrarono.

La torretta dell'ex campo da Quidditch era stata adibita praticamente a fungere da residence imperiale. Ogni telo ed arazzo che la piccola famiglia era riuscita a trovare era stato appeso al muro in più strati, per non far uscire il calore. In una piccola costruzione di pietra ardeva un fuoco che illuminava tutto, insieme alle varie candele che fluttuavano nell'aere magicamente. Quattro splendide scope di ultimissima generazione, che ormai significa che avevano 18 anni, erano state delicatamente appoggiate contro il muro in un portascope intarsiato di strisce zebrate.

Vicino al fuoco, adagiato su una poltrona elegante che gli Dèi solo sapevano da dove fosse uscita, c'era proprio lui. Il numero uno, il capitano, proprio LUI. Shawn Michaels, che indossava uno splendido cappotto-coperta di pelliccia bianca zebrata di rosso, girò la testa svogliatamente verso l'entrata. Nonostante si vedesse che stava chiaramente perdendo i capelli, li aveva tenuti lunghi e biondi e bellissimi, e non importava a nessuno che fosse un po' stempiato.

"Figli!" sorrise con i suoi bellissimi denti bianchissimi. "Vi davo per dispersi!"

"Giammai!" Owain Michaels Hart rise fortissimo, entrando a gran passo nella stanza.

Sopra le loro teste, il soffitto sembrava non finire mai - si alzava e alzava, fino a scomparire nell'oscurità della notte in un tunnel oscuro, dove la luce del fuoco non riusciva più a raggiungere la stoffa verde.

"Che facevate di bello là fuori?" chiese Shawn, mettendosi ancora più comodo sulla poltrona.

"Un giro!" rispose la ragazza bionda, controllando che le sue unghie rosa lunghissime fossero tutte integre. "Brad si è slogato una caviglia."

"Non è vero!" strillò Brad Hart Michaels, il ragazzo noiosissimo di prima. "Ho solo preso una storta. Ma non fa male. Io sopporto in silenzio."

"Ma se ti sei lamentato tutto il tempo." Kat Michaels Hart, la ragazza bionda con le punte rosa, lo apostrofò.

"Sto cazzo di fuoco che non si accende!" fece una voce al lato della stanza.

Nessuno se ne ricordava, ma lì in un angolo c'era una piastra di metallo dietro la quale smanettava un uomo con un'aura di tristezza infinita tutt'attorno. Al contrario del capitano Michaels non aveva perso neanche un capello, ma la sua chioma stava iniziando ad ingrigirsi. Con addosso un mantello rosa ancora più consumato di quello del figlio, Bret Hart era stanco e incazzato.

"Non temere, genitore, colui che condivide il mio sangue furente!" esclamò Owain schizzando in piedi dalla panca ed avvicinandosi a suo padre 1. "L'eroe che fu promesso è qui per aiutarti!"

"NO!" Bret sbottò, sbiancando. "Rischi di dare fuoco alla torre! Di nuovo!"

La telecamera si spostò fuori dalla casa/torre della famiglia, inquadrando le rovine bruciacchiate di una torre a pochi metri dalla loro.

Owain abbassò lo sguardo, imbarazzato.

"Avete ragione, genitore... il potere della mia mano...è incontrollabile persino per me!" sospirò.

Shawn rise di gusto, e con le dita a pistola sparò una piccola scintilla di fuoco che attraversò la stanza ed accese il fuoco sotto la piastra. Bret grugnì di ringraziamento, tirando fuori una cassa di uova enormi, bianche con dei piccoli lustrini azzurri ghiacciati.

"Ah! I miei occhi precisi riconoscono questa visione!" esclamò Owain, avvicinando la faccia alle uova. "Furono di quella bestia che io stesso cacciai! Quella con il manto bianco d'inverno!"

"Sì, bravo." Bret sbuffò. "Sono due settimane che mangiamo solo uova di...cosi. Ma io ci sono abituato. Quando vivevo a Calgaryfell, non eravamo ricchi...anzi. Una volta, quando cadde la sede di Twitteros, fummo costretti a mangiare cuoio bollito per mesi..."

Tutti avevano smesso di ascoltare, tanto Bret si lamentava sempre. L'uomo delle leggende, il battitore caduto, alzò gli occhi al cielo e aprì le uova sulla piastra, borbottando. Brad intanto stava parlando, ma stava dicendo cose noiose sulla sua caviglia ed evito di riportarle se no diventa noioso per davvero.

"Comunque non dovremmo essere qui." sbuffò Bret dopo un po' che era caduto il silenzio. "Potevamo benissimo restare a Skagos nel castello dei Lannister, ma nooo. Eccoci qua in mezzo al nulla, nel ghiaccio, a mangiare uova circondati da Estranei."

"Che ti frega?" Shawn rise. "Tanto anche quel posto di merda da dove vieni è pieno di ghiaccio."

"Sì, ma non Skagos!" Bret strillò, agitando la paletta per uova che stava usando per flippare le uova sulla piastra di metallo.

"La mia eredità è più importante del tuo comfort!" Shawn disse con una smorfia arrogante. "Mago Malgioglio mi ha citato nel testamento, quindi fattene una ragione e cucina le uova. Quel boa piumato mi starà una favola..."

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