Alla grotta-albergo momentaneo della famiglia Wilde, si aggiunsero anche i Targaryen per difendersi dalla tormenta di ghiaccio maligno che imperversava all'esterno, causata da una qualche sorta di magia sconosciuta che proveniva dall'Oltreros, la regione a nord della Barriera, di cui ormai erano rimaste solo le macerie blu limpido baluginanti nel sole perennemente oscurato di una Westeros distrutta.
Benny aveva aiutato il padre (Jimmy) a montare il bancale su cui cuocere il daino gigante oscuro cacciato la stessa mattina, che nel NewJerseros, da dove veniva la famiglia Strutter, si chiamava "grill". Una sottile lastra di ardesia era posta tra due più grossi massi di roccia, e tra essi un fuoco magico, acceso dai poteri del fuoco congiunti di Jimmy e Benny ma alimentati dal ben più potente fuoco draconico dei due giovani Targaryen dagli occhi ambigui, scaldava la pietra di ardesia sovrastante, cuocendo così alla perfezione i pezzi tagliati di daino oscuro gigante riposti sopra essa.
"Come preferite la bistecca? Al sangue o ben cotta?" Chiese Benny vantandosi un sacco mentre rigirava la carne col coltello. "Sai, noi mannari possiamo anche mangiarla cruda. Perché siamo selvatici e fortissimi." Sorrise ai due fratelli dai capelli candidi, sfoderando I canini ancora poco sviluppati in un sorrisone sornione. Ci stava provando, ma con nessuno dei due in particolare: come ogni Strutter, la sua regola era "ndo cojo cojo". Suo padre Jimmy gli aveva spiegato che esisteva l'imprinting nei mannari, ma che lui era ancora troppo giovane per sperimentarlo.
Deanys saltellava tutta gioviale, osservando la piastra sfrigolare dal grandissimo calore generato. "Al sangue, come fuoco e sangue, il motto della nostra casata! No- ben cotta, anzi, scottata, ma poi non c'è il sangue, uhm..." Daenys abbassò lo sguardo confusa.
"Se vuoi posso bruciarla fuori e tenerla al sangue dentro." Le sorrise Benny, e la ragazza dai capelli color platino annuì così forte da far saltare le treccine che portava tra i capelli ovunque.
Lele era rimasto in silenzio tutto il tempo, ad osservare con interesse prima la carcassa di daino gigante venire brutalmente amputata e tagliata in pezzetti, e ora il sangue sgorgare giù dalla oscura placca d'ardesia, e cadere nel fuoco sotto di esso.
"Al sangue." Rispose semplicemente, senza alzare i suoi magici occhi da quella truculenta visione.
"Per me media cottura." Rispose amabilmente Timothy, seduto sul suo comodo giaciglio, le mani sulle cosce mentre faceva finta di nulla, ma in realtà dolevano da impazzire. Aveva camminato troppo quel giorno, usato troppo i suoi poteri psichici, e il suo fragile corpo ne risentiva pesantemente, ma non poteva rischiare di sembrare debole, non di fronte a quel tizio...
Lo sguardo azzurro di Tim si posò sull'ospite, Aemond Targaryen, che seppure all'interno della struttura calda non si era tolto nessuno strato di abiti neri di dosso.
"Io... al sangue." rispose lui, quasi in segno di sfida verso Timothy, che quel tizio davvero non lo sopportava.
Di fianco a Timmy, ciò che rimaneva della carcassa di daino stava venendo ferocemente sbranata dai denti giganteschi di Jimmy, la testa praticamente affondata nelle interiora dell'animale mentre dei disgustosi suoni di sangue e respiri affannosi e ossa che si rompevano sotto le poderose mascelle dell'entelodonte mannaro riempivano quella parte di grotta, rafforzati dall'eco generato dalle strette pareti rocciose attorno a loro.
Timothy ne era abituato, conosceva Jimmy da quando aveva venticinque anni e ormai ne aveva cinquanta e poteva fieramente dire di aver passato metà della sua vita assieme all'uomo che amava,, ma Aemond, di fronte a lui e dall'altra parte del falò attorno a cui erano seduti, no. Il suo unico occhio violetto di tanto in tanto cadeva su Jimmy, che con sferzate del suo poderoso collo strappava lembi di organi crogiolati di sangue e bile e altre sostanze non meglio identificate dalle interiora del daino, e lo sguardo del principe Targaryen si riempiva di disgusto, e il suo viso diventava sempre più pallido, quasi verdognolo.
Jimmy alzò la testa, il viso zuppo di sangue colante, e anche i capelli castani e grigi insozzati di rosso scuro, a renderli uniformemente neri.
"P-principe Aemond, p-per caso il mio cibarmi la d-d-d la infastidisce? P-posso smetterla, se è debole di st-stomaco." chiese educatamente Jimmy, i suoi modi cortesi che contrastavano quasi comicamente col suo viso dipinto completamente di rosso dal sangue e la pelliccia sul suo ampio petto ricoperta di peli talmente insozzati di sangue da sembrare grumi neri.
Timothy sorrise. "Non hai mai assistito alla cena di un mannaro, cugino?"
Aemond si sforzò di alzare lo sguardo, incrociando il sorrisetto sadico del lord Wilde. Sul suo viso c'era disprezzo, che, scoprì Timmy dando una sbirciata dentro la sua testa, era lì quasi esclusivamente a nascondere il ribrezzo.
"No, ma non è niente in confronto al pasto di un drago. L'hai visto nei miei ricordi personali e intimi, no, lord Wilde?"
Timothy alzò le spalle teatricamente, rivolgendosi amorevolmente telepaticamente al marito al fianco. "Beh, allora non c'è nessuna ragione per smettere di mangiare, se non gli reca fastidio. Continua pure."
Quando una grossa bistecca gli fu posta davanti al naso, Aemond quasi vomitò lì, sul posto. Si premette una mano sulla bocca, e si alzò di scatto.
"Devo... devo fare una cosa." Si sbrigò a farfugliare, correndo fuori dalla grotta, sotto lo sguardo confuso di Benny, e divertito di Timmy.
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Note delle autrici!
Wow, tra lord Wilde e il nostro amato Aemond c'è della tensione..!!! Ma sarà tensione positiva..... o negativa!?!? Non vi resta che leggere tutto per scoprirlo!
Buona cena e buona notte, DRACARYS!!!
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Winter Post-Apocalypse
Hombres LoboE se la Lunga Notte fosse caduta su Westeros dopo la morte di Viserys I? Neri e Verdi cesseranno le ostilità per far fronte al nemico comune: la morte? Dopo che Aegon è disperso in battaglia, il Principe Aemond deve vedersela con gli Estranei e con...