Tornando a Runestone, ad accoglierli c'era il padre di Esme e lo zio di Elettra, l'enorme Ken Royce, che era diventato il lord di Runestone in assenza della sorella, la leggendaria e fenomenale Aston Royce, che se n'era andata tempo addietro, ma nessuno ricordava dove.
Elettra un po' aveva perso la speranza che sua madre avrebbe mai fatto ritorno, ma tutti gli altri ne erano assolutamente convinti.
Zio Ken la salutò con un sorrisone, i suoi soliti sorrisi davvero idioti ma che scaldano un po' il cuore. "Elettra, ciao, di ritorno presto oggi?" disse col suo vocione. Era un uomo enorme sulla cinquantina, alto quanto una montagna e largo altrettanto, dai capelli abbastanza lunghi e lisci e biondo pallido e le larghissimissime spalle coperte da un lungo mantello nero e lercio con delle rune disegnate su in metallo, che lo rendevano decisamente pesante, ma per un omone enorme come Ken Royce non era nulla. Ciò che lo rendeva fenomenale era però che era stato uno degli unici lord a sopravvivere all'Apocalisse (grazie alla sua capacità di imbucarsi, si era semplicemente tirato indietro dalla battaglia), e anche per il fatto che indossava sempre e perennemente i pantaloncini. E infatti ora stava indossando dei bermuda. Era davvero straordinario, pensò Elettra.
"Sì, l'ho chiamata io prima. Credo. Non mi ricordo lol."
La voce che veniva da dietro Ken era più flebile, delicata e debole, e anche un po' confusa, ma Elettra la riconobbe subito e sbuffò talmente forte a sentirla da coprire quasi le sue parole.
L'uomo biondo-rossiccio (ci sono un sacco di biondi in questo capitolo) basso e magrolino, un twink dall'aspetto giovane ma allo stesso tempo palesemente boomer seppur più giovane di Ken Royce. Aveva i capelli corti e morbidi con la riga dalla parte, anche se iniziava vistosamente a spelacchiarsi, e la brutta cicatrice che un tempo era stata al bordo della linea dei capelli ora era in mezzo alla fronte ampia. Portava una benda sull'occhio sinistro, tutta nera e che un tempo doveva essere stata rivestita di stelline o glitter o roba così ma si era completamente scolorito, un corpetto viola sbrindellato in più parti e ricucito con filo di bronzo, ma dall'aspetto di essere stato l'indumento di un tizio davvero ucciso male dentro esso. Il suo viso era di un colore grigio e morto, l'occhiaia sotto il suo unico occhio verde tanto scura da risultare viola scuro e scavata sul suo viso, e ricordava più un teschio che il viso di una persona sana. Ma suo padre Beric, per quanto Elettra ricordasse, era sempre stato così, dunque non era malato. Era solo brutto. Meno male che lei non aveva preso da lui!
"Pewter si rifiuta di mangiare. Ancora. Non ricordo più da quanti giorni non esce dalla sua camera." sospirò preoccupato lord Beric Dondarrion Royce, il padre di Elettra e Pewter e consorte di Aston.
Elettra abbandonò lo snowboard al portone d'ingresso del castello e, usando la sua innata velocità in un secondo andò in camera sua a cambiarsi, mettendo gli stivaloni e la giacca termica ad asciugarsi dalla neve vicino al camino nella sua stanza, e indossando dei vestiti comodi da casa (castello), ovvero una casacca scura con dei fulmini gialli e rossi disegnati su e bordata da pelo fluo. Nel castello faceva freddo.
Bussò più volte alla porta laccata di nero lucido di fianco alla propria.
"Peppeeeeee..." lo chiamò, finchè la porta non si aprì.
Dentro la stanza era buia, illuminata solo da qualche candela d'ossidiana (scelta stupida benchè molto aesthetic, perchè sia loro padre Beric che lei avevano il potere dell'elettricità dunque il castello era rifornito di energia), i muri colorati di nero, e nel mezzo della stanza c'era una scrivania di mogano scuro come il sangue, su cui una figura, alta e oscura, era piegata intenta a scrivere qualcosa.
"Peppe!" lo chiamò sua sorella, sapendo che odiava quel nomignolo.
"Non chiamarmi Peppe, microbo." la fulminò lui, voltandosi verso la sorella. Sotto la frangia di capelli rosso scuro, occhi pallidi dalle iridi rosse la arrostirono da parte a parte.
"Ok, Pewter."
"Nemmeno Pewter! Chiamami col nome che mi ha dato mia madre, SATURNUS!" gridò il ragazzo, alto e magro, alzandosi di scatto dalla sedia dove era seduto prima, tutto ingoblinito su sé stesso. Indossava un lungo mantello nero ricoperto di rune argentate, e guardando in direzione di Elettra, porta aperta dietro di sé sul corridoio illuminato dalle lampadine elettriche babbane (che funzionavano però con elettricità magica), sibilò dolorante e si inforcò un paio di occhiali da sole, per proteggere i delicatissimi occhi albini dalla luce.A Elettra non interessavano queste stupidate. Si alzò gli occhialoni dal viso, rivelando le iridi verdi come quelle di suo padre, che in realtà ne aveva una sola, ma un tempo ne aveva due anche lui. "Dai, vieni a mangiare, papà è preoccupato."
"Non ora. Dopo." ringhiò Saturnus Pewter Royce Dondarrion, tornando alla sua scrivania. "Sto per scoprire dove si trova nostra madre..."Elettra roteò ancora gli occhi e sbuffò ancora fortissimo, pensando che si trovava davvero in una casata pallosa. "Ancora con questa storia?"
"No! Questa volta PER DAVVERO!" gridò esasperato Pewter, indicando una pergamena tra le sue mani. "Potrebbe trovarsi nella regione di Asshai, assieme alla nonna e qualche altra figura magica di rilievo! Del resto nonna veniva da Stygai, un tempo chiamata Suzzarai, no? Potrebbe essere là! Ho fatto ricerche approfondite e..!"
"E come ci arriviamo là? I cavalli sono tutti morti durante l'Apocalisse, e il mare è diventato ghiaccio. Non c'è modo di raggiungere Essos." lo corresse Elettra, incrociando le forti braccia al petto.Gli occhi pallidi di Pewter brillarono sotto i suoi pesanti occhiali da sole.
"Invece c'è... ho scoperto l'esistenza di una reliquia magica spazio-temporale, appartenuta al potente Mago Malgioglio, che permette di teletrasportarsi a piacimento... e so anche dove si trova."
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Winter Post-Apocalypse
WerewolfE se la Lunga Notte fosse caduta su Westeros dopo la morte di Viserys I? Neri e Verdi cesseranno le ostilità per far fronte al nemico comune: la morte? Dopo che Aegon è disperso in battaglia, il Principe Aemond deve vedersela con gli Estranei e con...