Chapter sixty

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 "Beccata!" esclamò mamma additandomi "Ora finalmente ne ho la prova!" esultò dando una spintarella a papà. "Lo sapevo!" continuò e io arrossii. Papà borbottò. "Ehi, ehi" li fermai. "Quindi?" chiese curiosa mamma "Quindi cosa?" domandai a braccia aperte. "Questa scommessa sta andando avanti da troppo tempo" si lamentò papà "Quale scommessa?" sgranai gli occhi "Io e tuo padre avevamo scommesso su te e Filippo" confessò mamma. "Cosa?" chiesi sbalordita. "Sì, tua madre ha sempre pensato che fra voi due ci fosse del tenero, mentre io che foste solo amici, come avevi detto tu". "E invece ho ragione io, come sempre!" esclamò mamma euforica. Rimasi senza parole. Scoppiai in una sonora risata. "Povera illusa!" me ne tirai fuori e passai di fianco a loro per andare in camera. Sentii mamma voltarsi lentamente "State insieme, ho ragione io" si lamentò "Sì, sì. Come vuoi" dissi non appena chiusi la porta davanti a loro. "Cosa vuol dire "come vuoi"? Dicci come stanno le cose, allora!" cominciò a dire la donna "Nessuno dei due ha ragione, ora tornate a fare ciò che stavate facendo" protestai e, a un tratto, non sentii più voci fuori dalla mia stanza. Fui fregata dall'arrivo dell'ora di pranzo in cui dovetti uscire dalla mia tana. "Dicci chi dei due ha ragione e nessuno si farà male" mamma mi minacciò con un mestolo facendo finta che fosse una spada. "Finiscila" risi, ma poi pensai che mettere fine alla sua agonia potesse mettere fine anche alla mia. "E' sempre stato il mio migliore amico". Mamma sospirò sognante prendendo i piatti e riempiendoli di pasta al pesto."Poi, ieri...beh, ora stiamo insieme" alzai gli occhi al cielo ripensando alla scommessa. Nel frattempo arrivò anche mio padre a tavola e mamma gli sorrise. "Avevo ragione io!" esclamò "Non è vero!" protestai e lei mi zittì facendomi una linguaccia. "Ma si può sapere cosa c'è in palio?" chiesi "Un massaggio ai piedi" rispose entusiasta lei. Portai una mano alla testa e mi coprii gli occhi. "Tutto questo casino per un massaggio ai piedi? Avete scommesso su noi due per un massaggio ai piedi?" domandai due volte. "E' un premio ambito" rispose papà storcendo la bocca."Beh, mi dispiace avvisarvi, ma nessuno dei due ha ragione" li riportai alla realtà ed entrambi sbuffarono.

"Avevano fatto una scommessa su di noi. Ahah i miei genitori non sono normali, sul serio" scrissi a Filippo non appena tornai in camera, ma la risposta mi arrivò a fine allenamento, ovvero qualche ora dopo. "Una scommessa?!" "Sì, ti racconterò quando ci vedremo" "Perfetto! Programmi per stasera? :)" "No :)" "Da me alle 19:00" "Non vedo l'ora :) Devo portare qualcosa?" "No, tranquilla! A dopo :) Ti amo". Come risposta gli inviai l'emoticon della scimmietta che si copre gli occhi e un cuore rosso, mi rappresentavano di più in quel momento. Mi fece un grande effetto vedere quelle cinque lettere scritte da lui, ma sapevo che nessun'altra affermazione sarebbe potuta essere più vera.

Mille volte ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora