Chapter ninety

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Ero crollata, quella volta definitivamente. Tutte le paure, i pensieri che mi assillavano, tutti i dubbi e i dolori che avevo tenuto solo per me, quella volta li avevo fatti scivolare via come acque di un torrente. Le mie lacrime bagnarono il maglione di Filippo. Sentii la sua stretta farsi sempre più forte, come se avesse voluto proteggermi da tutto quel dolore annientandolo, come se avesse voluto proteggermi da me stessa. Il ragazzo afferrò il palo di acciaio che trasportava le medicine che i medici mi stavano pompando in corpo e lo portò al suo fianco per poi farmi salire sopra alle sue gambe incrociate. Io non incontrai mai il suo sguardo. Il mio viso andò a posarsi sulla sua spalla alla quale la mia mano destra si aggrappò lievemente. Sentii le sue braccia cingermi proprio dietro alla schiena. Il silenzio dopo ciò che era successo mi rasserenò. Sapevo che Filippo c'era stato, c'era e ci sarebbe stato e non sarebbero servite ulteriori parole, perché sapevo anche che aveva capito perfettamente anche ciò che la mia voce non era stata in grado di dire. Era quella una delle cose che mi avevano colpita di più di lui: la capacità di andare oltre a ciò che gli si presentava davanti. Sembrava quasi che fosse capace di leggere dentro alle persone. Senza parlare, sapeva dirti: "Io ci sono" e io sapevo che lui ci sarebbe stato per davvero.

Una volta passate le emozioni e anche l'imbarazzo che mi assillò non appena mi resi conto del crollo di nervi che avevo avuto davanti a Filippo, sollevai il viso dalla sua spalla e cercai con tutte le mie forze il coraggio di guardarlo negli occhi. Li trovai lì, puntuali come l'amore.

Mille volte ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora