Chapter seventy six

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"Ehi, ehi. Guarda che io non so chi tu sia" continuai a parlare da sola imperterrita. Mi dovetti convincere del fatto che le persone non potevano sentirmi.

Il polpastrello del pollice del ragazzo cominciò ad accarezzare leggermente la nocca del mio dito indice. "Okay, allora continua, non so cosa dirti" mi arresi. La dolce presa non mi mollò per un solo istante. "Dimmi chi sei, almeno. Per favore. Vorrei sapere il tuo nome, dato che non posso vederti" gli chiesi mentalmente, ma passammo quel tempo in silenzio, un angosciante e, allo stesso tempo, tenero silenzio. A un certo punto cominciai a cantare The Man Who Can't Be Moved dei The Script senza nemmeno accorgermene, tanta era la noia. "So, I'm not moving. I'm not moving, yeah". Forse mi riconobbi un po' in quel verso. Alla fine, non potevo muovermi, no?

Mille volte ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora