Chapter seventy five

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Diedi il cambio ai genitori di Mia perché potessero tornare a casa, farsi una doccia calda e riposarsi un po'. Nonostante avessi passato un intero giorno senza dormire, non ne sentii lo stimolo tanta era la collera che avevo in corpo. Selene non avrebbe potuto pensare a una simile crudeltà. Le sue parole continuarono a ripetersi nella mia mente per notti intere. "Ora avrò la mia rivincita". Cosa avrei dovuto fare? Come mi sarei dovuto comportare? Avrei dovuto riferire la dinamica dei fatti oppure no? Infiniti interrogativi mi infilzarono la mente come aghi avvelenati. Mi sentii morire dentro. Mi sentii colpevole. Colpevole per tutto. Solo in presenza di Mia riuscii a calmare il tornado di pensieri che, altrimenti, mi avrebbero fatto sicuramente impazzire.

Una volta che l'infermiera se ne andò, rimasi impalato per qualche istante sullo stipite della porta per ammirare la mia migliore amica malconcia, ma con una cera migliore di quella della notte passata. "Grazie a Dio" pensai frame e me lasciando ciondolare la testa all'indietro per lanciare un'occhiata verso il cielo. Mi si formò velocemente un groppo in gola e gli occhi cominciarono a bruciarmi. Mi avvicinai lentamente al suo letto, poi mi sedetti di fianco a lei cercando la stretta della sua mano nella mia. Solo io potevo sapere quanto fosse importante per me, solo io potevo sapere che lei era il mio tutto. Avevo messo in pericolo la mia unica ragione di vita e, probabilmente, non mi sarei mai perdonato per quello.

Mille volte ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora