Chapter thirty

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Quel profumo. Quel suo profumo così buono ogni volta mi faceva desiderare di rimanere fra le sue braccia per ore. La sua barba — un po' corta, probabilmente se l'era fatta qualche giorno prima — mi rigò le guance; ormai mi ci ero abituata e non dava più tanto fastidio come le prime volte in cui mi capitava di sentirla sulla pelle.

Entrai e mi tolsi di dosso il cappotto che abbandonai sul sofà. La televisione era già accesa e il posto in cui mi sedetti era caldo, segno che mi stava aspettando da un po'. Dopo aver richiuso la porta, mi venne vicino. "Cosa si guarda?" gli chiesi con aria sospettosa. "Mi hai bocciato gli horror e, per mia fortuna, anche i romantici sono fuori dalla rosa. Azione?" "Sì, quella mi va bene" annuii "Fast & Furious?" domandò di nuovo "Lo amo" mi si illuminarono gli occhi. "Preferito?" "Il quinto, quello ambientato a Rio" "Oh, sì! Uno dei più belli, se non uno dei più spettacolari. Anche il sesto è fantastico, ma più inverosimile" "Lo penso anch'io" "Vada per il cinque, allora". Scese dal divano e si mise in ginocchio davanti al cassettone bianco lucido che sottostava al televisore. Da lì prese fuori una custodia di plastica azzurra e inserì all'interno del lettore Blu-Ray il DVD. Recuperò il telecomando e tornò a sedersi al suo posto. Mille pubblicità ci fecero aspettare prima di arrivare al menù di selezione. "Lo vuoi in spagnolo?" mi chiese ridacchiando. "Si, por favor" gli risposi per le rime "O lo preferisci in francese?" continuò "Comme tu préfères" sollevai un sopracciglio "Deutch?" "Quello no, non lo conosco" protestai "Ma un buon vecchio inglese?" fui io a domandarglielo ammiccando. "Forse in italiano..." "Mmmh, credo anch'io che sia la scelta migliore" gli dissi lasciando cadere la mia testa sulla sua spalla. Lo sentii sorridere e, di riflesso, lo feci anch'io. Il logo della casa cinematografica Universal si fece imponente sullo schermo del televisore. "Sai cosa vorrei fare dopo la maturità?" gli chiesi "L'attrice?" tirò a caso "No!" risi "Non sono brava a recitare, ma vorrei frequentare una scuola di cinematografia. Un giorno vorrei poter lavorare proprio per quella compagnia" "Beh, di sicuro non è un pensiero comune come quello di fare il commesso oppure il cameriere, o, per chi sogna in grande, il modello, il cantante o l'attore. Dev'essere spettacolare poter stare dietro a una telecamera ed essere acclamati o criticati dal pubblico che guarda il frutto del tuo lavoro sui grandi schermi" "Già! Ma forse è meglio pensare ad arrivare alla fine del liceo. La strada è ancora lunga" "Ma se sei bravissima! Fidati, otto mesi sembrano tanti, ma in realtà volano".


Eccome se volano.

Mille volte ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora