special chapter

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Il silenzio regna sovrano mentre le primi luci del giorno iniziano ad illuminare il cielo di colori meravigliosi, ogni volta di sfumature differenti.
In quella capanna quasi tutti erano impegnati ad intraprendere sogni fantasiosi e tranquilli, tranne lui.. lui era sveglio e vigile.
Il ragazzo non smetteva neanche per un secondo di tenerli d'occhio, osservarli e accertarsi che stessero bene, che tutti dormissero in pace.
Ammirava sua moglie ed i suoi bambini, preoccupandosi di far dormire la ragazza il più possibile, e di entrare subito in azione al primo mugolio sospetto delle due piccole pesti.
Voleva farla riposare, assicurarsi che tutti e tre dormissero. Ormai la ragazza passava le intere giornate ad occuparsi dei due fagottini, e
l'unico pensiero dello straniero era di levarle qualche pensiero e preoccupazione rimanendo sveglio al posto suo.
Ma la realtà non era questa, la realtà era che lui non riusciva a chiudere occhio la notte, gli incubi lo assalivano, riportandolo al tempo in cui torno in vita dalla culla delle braccia di Eywa.
Nessuno era mai riuscito a tornare in vita, ed il ritorno nel regno dei vivi era stato turbolento ed estenuante per il ragazzo, a tal punto da arrivare a sconvolgerlo.
La felicità di aver ripreso la sua vita in mano però lo faceva andare avanti, si levava di dosso tutte le preoccupazioni durante il giorno, e la notte si faceva assalire dal ricordo della sua morte.
Niente avrebbe potuto salvarlo dal tornare in se se non se stesso.. solo lui può salvarsi.
Un piccolo mugolio lo risvegliò velocemente dai suoi pensieri, facendogli abbassare lo sguardo sulla piccola creatura stretta tra le sue braccia.
Le sue palpebre erano spalancate ed i suoi occhi erano puntati sullo straniero, che rimase abbindolato dalla bellezza del suo secondo genito.
Occhi così diversi ma estremamente ammalianti, uno di un azzurro molto accesso mentre l'altro di un color miele dolcissimo.. esattamente uguale ai suoi.
I lineamenti poco marcati e le piccole labbra leggermente schiuse condussero il ragazzo ad accarezzargli il volto con la punta di un dito.
Lo straniero rimase a guardare quei due occhi per minuti interi, restando in silenzio a contemplare la bellezza di suo figlio.. e non riuscì a far a meno di pensare a quanto sia surreale che dall'unione di due geni così diversi possano uscire meraviglie simili.
Neyt era nato con la pelle blu notte, proprio come lui, ma i suoi occhi di colori diversi mostravano quanti geni diversi e complicati da assemblare contenesse il suo sangue.
- papà..- una vocina, flebile ed ancora impostata dal sonno, richiamo su di se l'attenzione dello straniero, che velocemente si voltò verso di essa.
Lo straniero sorrise subito davanti a suo figlio, in piedi nella sua culla di legno, intento a stropicciarsi gli occhi con le sue piccole mani, chiuse entrambe in due pugni.
- cosa fai sveglio, piccolo ometto?- chiese lui mentre con cautela si avvicinò alla culla, allungando una mano verso di lui, accarezzandogli delicatamente le piccole treccine che gli adornano la testa.
- dorme!- esclama quasi urlando il più piccolo mentre punta un dito contro suo fratello.
Era ancora troppo piccolo per riuscire a parlare bene ed in modo comprensibile, ma suo fratello sembrava l'unico che riuscisse a capirlo, facendo a volte da traduttore nonostante i suoi quasi quattro anni.
Neteyam guardò il più piccolo, sorridendogli leggermente, per poi tirarlo a se e lasciargli un piccolo bacio sulla fronte prima di rimetterlo nella sua culla.
- brutti sogni?- chiese il più grande dei due mentre il piccolo iniziò a rigirarsi tra le coperte, giocando da solo.
Lo straniero si pietrificò davanti alla domanda spudorata di suo figlio, che al momento sembrava essere l'unico a essersi reso conto della scarsa qualità del suo sonno.
Ma un bambino di quattro anni poteva mai sapere cosa stava tormentando la mente di suo padre? Era troppo piccolo per riuscire a capire, fin troppo piccolo per raccontargli la storia della propria morte e resurrezione.
- no piccolo..- sussurrò Neteyam mentre si china verso il pavimento, sedendosi sulle sue stesse ginocchia, raggiungendo così la stessa altezza della culla.
- resto sveglio per vegliare su di voi..- rispose spostandogli dalla fronte alcune ciocche ribelli -io devo proteggervi..- un piccolo sorriso spuntò sulle labbra del bambino, che iniziò subito a muoversi goffamente, colto dall'imbarazzo.
Gli occhi color miele spiccavano sulla sua pelle così chiara, di un turchese raggiante e luminoso. Assomiglia così tanto alla madre ma la bontà e la timidezza li aveva presi dal padre. Un bambino dolce e gentile con tutti, sempre educato e mai scortese perfino con chi non conosce, solare e raggiante, con un sorriso sempre sulle labbra e la risatina sempre pronta.
- Aleyk dovresti tornare a dormire..- la voce della ragazza richiamò l'attenzione di entrambi su di se, facendo voltare lo straniero verso di lei.
La ragazza era intenta a guardare suo figlio e sorridergli dolcemente, mentre il piccolo iniziava a sbadigliare silenziosamente.
Nay si avvicinò alla culla non appena il bambino si ristese, e gli tirò su le coperte, imboccandolo nel tentativo di farlo addormentare di nuovo.
- sai.. ormai sono cresciuti- esclamò la ragazza voltandosi lentamente verso suo marito -i neonati vanno assistiti durante la notte.. e loro non lo sono più- lo straniero cerco di non farsi vedere turbato, nascondendo dietro ad un piccolo sorriso la paura che sua moglie possa aver scoperto delle ore piccole che fa durante la notte ormai da anni.
- ho sempre paura che questo sia un sogno..- sussurrò il ragazzo portando il suo sguardo sulle due piccole pesti, ormai addormentate sotto le loro coperte.
- tu sei vivo Neteyam.. sei tornato a vivere e a respirare, questo non è un inganno del regno dei morti- rispose subito la ragazza posandogli una mano sulla spalla, nel tentativo di rassicurare suo marito dai suoi pensieri così assillanti.
Neteyam posò i suoi occhi su di lei, immergendosi in quel mare di miele che tanto ama.. lei sa della sua paura di star vivendo un sogno, della paura di non essersi mai svegliato e che questo possa essere solo uno stupido scherzo della sua mente, ma come biasimarlo? Era tornato dal regno dei morti solo grazie alla benevolenza di Eywa.. e a volte risulta davvero difficile credere in un miracolo.
Tornò a guardare i suoi due figli, belli come non mai.. forse troppo belli per essere reali.
- non credevo che potessero esistere creature così.. belle- esclamò il ragazzo con un filo di voce, contemplando i lineamenti infantili e delicati di entrambi.
- sono stupendi..- sussurrò di conseguenza la ragazza, sottolineando la veridicità delle parole che ha appena detto suo marito.
- il miscuglio genetico nel nostro sangue ha fatto un buon lavoro..- rispose lei prendendo in giro il sangue ibrido di se stessa e di suo marito, che ridacchia davanti alle sue parole.
- Aleyk è identico a te..- disse lo straniero voltandosi verso sua moglie, guardandola dall'alto con un piccolo sorrisetto stampato sulle labbra, facendo sorridere anche lei con le sue parole.
- sai..- esordi la ragazza dopo diversi minuti di silenzio, passati a contemplare il vuoto -ho sempre saputo che saresti stato un ottimo padre..- il cuore del ragazzo perse qualche battito, lasciato in dietro lungo la strada.
Posò il suo sguardo sorpreso sulla ragazza, stupito ed ammaliato dalle parole che ha appena pronunciato sua moglie.
- sei buono con loro.. li cresci con gentilezza, rispetto e amore- continuò la ragazza trascurando gli occhi di suo marito, continuando a guardare i suoi figli, aggiustando la coperta del più piccolo.
- voglio crescerli bene.. e non fargli mancare nulla- rispose dopo diversi secondi di riflessione, nel tentativo di scovare le parole più adatte per non attaccare direttamente suo padre.
- come fece Jake con te- esclamò la ragazza con tono entusiasta, ed era così.. Jake non aveva mai fatto mancare niente ai suoi figli, li aveva cresciuti bene e con amore.
- no- rispose subito il ragazzo, zittendo sua moglie all'istante -mio padre non mi ha mai detto di essere fiero di me.. non mi ha mai elogiato e non ha mai avuto una buona parola per me- continuò lo straniero con tono freddo.
Jake era stato bravo.. ma non era nel suo modo di fare congratularsi con i propri figli o farsi vedere fiero di loro. Lui lo faceva in silenzio, era orgoglioso di loro ma non glielo aveva mai detto.. mai.
- loro se lo sentiranno dire tutti i giorni.. fino allo sfinimento- concluse Neteyam stringendo le mani in due pugni ben serrati, digrignando i denti per la rabbia.
Neanche dopo la sua morte suo padre gli regalo una parola dolce.. certo era felice di vederlo respirare, anzi era al settimo cielo perché suo figlio era vivo, era tornato, ma non si scomodo più di tanto per darlo a vedere.
- sei e sarai un bravissimo padre..- le dita della ragazza si avvolsero attorno al polso dello straniero, nel tentativo di farlo tranquillizzare, di rilassare i suoi muscoli tesi e di liberare la sua mente offuscata dalla rabbia.
Lei sapeva tutto, aveva sempre saputo tutto, e aveva deciso di assumere lei il ruolo che Jake non aveva mai svolto. Lei si occupava di incoraggiarlo, di spronarlo a fare di meglio, gli ripeteva quanto fosse bravo e quanto lei fosse fiera di lui.. tutti i giorni.
Lei era la ragione per cui lui era tornato a sorridere, lei lo aveva tirato su, rassicurato e medicato da ferite che non aveva provocato lei.. lei era la sua salvezza, e lui era la sua.
- non lo sono..- sussurrò il ragazzo, sminuendosi da solo, credendosi troppo debole per essere un forte e ottimo padre di famiglia, colui che avrebbe dovuto proteggerli a tutti i costi. La sua instabilità emotiva e la sua insogna lo rendevano nervoso e suscettibile, atteggiamenti che non hanno mai fatto parte della sua persona, e ciò lo portò ancora di più a credersi inadatto e fuori posto.
- lo sei amore mio..- sussurra la ragazza mentre si avvicinò ancora di più a lui -e mi stavo chiedendo..- continuo dopo diversi secondi di silenzio, con un tono fin troppo vago e sospetto, che fece subito aggrottare le sopracciglia di suo marito.
- ti andrebbe di essere un ottimo padre anche per la terza volta?- chiede con un piccolo sorriso imbarazzato mentre trascinava la mano dello straniero sul suo ventre.
La pelle della ragazza pulsò leggermente sotto i polpastrelli del ragazzo, seguendo i ritmi di un piccolo cuore, frenetico e allegro.
- sei incinta?- chiese lui dopo alcuni secondi di contemplazione, troppo concentrato a sentire sulla sua pelle i battiti di suo figlio.
La ragazza annuì energicamente mentre si strinse tra i denti il labbro inferiore, sorridendo con fare imbarazzato.
Un ampio sorriso nacque lentamente sulle labbra del ragazzo, che con una piccola mossa si catapultò su di lei.
La prese tra le sue braccia e la tirò su, alzandola da terra. Strinse le mani sulle sue cosce, tirandola talmente in alto a tal punto di farsi sovrastare in altezza da lei.
La ragazza si rese posando le mani sulle spalle di suo marito, intento a baciare ripetutamente il suo ventre, facendola ridere ampiamente davanti a questo suo gesto così dolce e spontaneo.
Lo straniero non era perfetto, ma lo era per lei, davanti agli occhi color miele di Nay lui non possedeva alcun difetto, e se uno di essi fosse uscito allo scoperto lei lo avrebbe trasformato in un punto di forza, in un vanto che il ragazzo avrebbe potuto sfoggiare.
Nessuno dei due era perfetto, ma entrambi si amavano e si accettavano a vicenda, spronandosi l'un l'altro a migliorarsi ogni giorno sempre di più e ad amarsi ogni giorno sempre di più.. e questo a loro bastava.


























to be continued...

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𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora