Giro lentamente lo sguardo, guardandomi attentamente intorno, vedendo solo occhi, occhi puntati tutti su di noi. Tutti hanno il respiro sospetto, restando in apnea nell'attesa che il momento "tanto atteso" arrivi.
Un ultimo secondo di attesa, un ultimo sospiro mozzato e..
Delle piccole goccioline di sangue cadono velocemente sul terreno, provocando un piccolo rimbombo, che alle orecchie di tutti noi risulta come un suono quasi assordante.
Un piccolo singhiozzo abbandona le labbra di mia madre, che cerca subito di contenersi e rimanere rigida e apatica davanti alla cosa.
Papà abbassa velocemente lo sguardo, guardando attentamente il piccolo taglio sul suo petto.. quanto deve essere difficile abbandonare il proprio popolo, la propria casa? Un luogo pieno di ricordi, in cui noi siamo nati e cresciuti, ed adesso, per colpa di un pazzo, siamo costretti ad abbandonare per salvare il nostro popolo e la nostra stessa vita.
Papà si tira lentamente su, tornando a stare in piedi, con lo sguardo sofferente e la testa china, e con molta titubanza si incammina verso il precipizio, dove tutti i nostri Ikran ci stanno aspettando, pronti per partire.
Mamma lo segue senza alcun cenno di esitazione, anche se vorrebbe con tutto il cuore restare qui.. tutti noi vorremmo restare qui.
Faccio andare avanti le mie sorelline, in modo tale da non perderle di vista neanche per un secondo, ed io mi metto alle loro spalle, lasciando dietro di me il teppista, che quasi si trascina sul terreno per seguirci.
Nessuno di noi voleva questo.. nessuno, me incluso.
Sento lo sguardo del nostro popolo, della nostra gente, guardarci attentamente mentre ci dirigiamo con passo lento e pesante verso l'ultima spiaggia.
Tutto questo silenzio, interrotto ogni tanto dal blaterare sottovoce di alcuni di loro, mi fa quasi sanguinare le orecchie. Odio sentire addosso lo sguardo pieno di compassione e tenerezza della gente. Loro non capiscono il perché stiamo scappando via, non sanno che lo stiamo facendo anche per loro, per evitare un'altra guerra e altri inevitabili morti. Ma alla fine il nostro è principalmente un gesto egoistico, dettato solo dalla paura di essere catturati ed uccisi da quel demone, che desidera solo la distruzione per la nostra famiglia. Sospiro rumorosamente con fare frustrato ed infastidito, sperando che questi sguardi finiscano al più presto.. odio tutto questo.
Mi avvicino velocemente al mio Ikran, saltando il prima possibile sulla sua groppa, pronto, più o meno, a partire e lasciarmi alle spalle tutta questa compassione e tenerezza. E sto iniziando, solo adesso, a rendermi conto che stiamo lasciando tutto quello che conosciamo ed amiamo.. solo per istinto di sopravvivenza.
Mio padre si guarda attentamente intorno, cercando di assicurarsi che siamo tutti ai nostri posti, pronti per partire e non tornare mai più..
Alza una mano al cielo, dandoci il segnale di partenza, e velocemente prendiamo il volo, iniziando questo viaggio della speranza, speranza di trovare un rifugio ed una nuova casa.. una nuova vita.
Respiro profondamente cercando di trattenermi dal girarmi e guardare indietro, ma sembra essere più forte di me. Giro leggermente la testa guardando la nostra foresta allontanarsi sempre di più da dietro la mia spalla, sentendo questo piccolo peso sul petto farsi sempre più pesante.
Serro velocemente le palpebre per qualche secondo, costringendomi da solo a tornare a guardare davanti a me, e non voltarmi mai più indietro.
L'ikran di papà ci supera velocemente, mettendosi davanti a tutti noi, pronto a dirigerci ed indicarci la direzione giusta da seguire.
- cosa c'è a sud?- chiede con tono alto Kiri, intenta a volare al mio fianco, mentre si ristringe da sola nella sua "coperta", come se stesse cercando di darsi conforto da sola.
- acqua, acqua, qualche isola.. e ancora acqua- dico velocemente senza pensarci neanche tanto, parlando ad alta voce mentre cerco di fare mente locale sul luogo in cui ci stiamo dirigendo.
- rassicurante..- dice in un sussurro parlando da sola con se stessa, riflettendo sulle mie parole, che evidentemente l'hanno colpita come coltellate in pieno petto.
- andrà tutto bene- dico con tono alto e gentile, in modo tale da farmi sentire meglio da lei, e mi rivolge subito un piccolo sorriso mentre mantiene il suo sguardo fisso davanti a se, sull'orizzonte che ci sta aspettando.
Il mio sguardo cade velocemente sulle sue mani, e mi ricordo subito del suo dito in più. Poso il mio sguardo sulle mie dita, strette intorno alle redini, e sospiro amaramente. Siamo nati e cresciuti nella foresta, ed il nostro popolo ormai era abituato a vedere e vivere con noi, nonostante il dito in più di alcuni di noi. La mia paura principale è che il popolo dei Metkayina non riuscirà ad accettare il fatto che noi quattro siamo dei mezzosangue, il problema non si pone per me e Tuk, ma più che altro per Lo'ak e Kiri. Ho paura che per la mentalità chiusa che potrebbero avere gli abitanti del rif, poiché immagino che non abbiano mai visto dei mezzosangue con un dito in più, essi possano renderci più difficile la vita, o peggio ancora.. arrivare al punto di non accettarci tra di loro.
- secondo voi di cosa stavamo parlando papà e mamma l'altro giorno?- sento all'improvviso la voce di mio fratello interrompere i miei pensieri, facendomi sussultare leggermente per la sua apparizione così improvvisa. Mi affianca velocemente, mettendomi così al centro tra lui e Kiri.. odio stare in mezzo.
- a quelle delle tante cose che abbiamo sentito ti riferisci?- chiede velocemente Kiri, molto interessata dal discorso che vuole iniziare ad intraprendere nostro fratello.
- intendo dire.. chi è questa "lei" di cui parlavano?- chiede velocemente, specificando meglio quale sia il dilemma che al momento lo sta tormentando.
- potrebbe essere chiunque Lo'ak- dico velocemente cercando di porre fine ai suoi infiniti e surreali viaggi mentali. La sua mente avvolte parte e spazia in idee improponibili, arrivando a pensare teorie che raggiungono dei livelli di immaginazione veramente assurdi a volte.
- lo scopriremo quando arriveremo li.. no?- chiede velocemente Kiri, anche lei evidentemente curiosa di sapere chi sia il soggetto delle preoccupazione di papà, che a quanto pare non siamo solo noi.
- la curiosità mi sta mangiando vivo, e la mia mente non fa altro se non ricondurmi a quella conversazione- dice velocemente esponendo il suo problema, ed è vero, anche io, come anche Kiri, stiamo morendo dalla curiosità di sapere tutto.
- e se questa "lei" non fosse che..- si ferma per qualche secondo, quasi interdetto sul se dirlo o meno -una vecchia fiamma di papà?- chiede Lo'ak con tono basso, esponendo una delle sue numerose ipotesi, quella che più spesso gli torna in mente.
Io e Kiri giriamo di scatto la testa verso di lui, puntando velocemente il nostro sguardo sulla sua figura, abbastanza sorpresi e scioccati dalla sua ipotesi, così tremendamente affrettata ed azzardata.
- pensateci bene.. è l'unica soluzione plausibile, sennò mamma non avrebbe reagito di certo in quel modo, o sbaglio?- chiede giustificando la motivazione per il quale abbia pensato a questo.
- Lo'ak ma come ti viene in mente?!- chiede subito Kiri abbastanza scossa e sorpresa dalla "proposta" improponibile di nostro fratello.
- è un qualcosa di impensabile!- continua Kiri, prendendola sul personale, e come darle torto? Stiamo comunque parlando dei nostri genitori, ed indirettamente anche della nostra famiglia.
- tutto è possibile in questi casi.. o mi sbaglio?- chiede spostando il suo sguardo dalla figura di Kiri, posandolo velocemente su di me.
Siamo ancora abbastanza tirati nei nostri rapporti dopo la discussione avvenuta qualche giorno fa, ancora non abbiamo chiarito e fatto "pace", ma conoscendoci tutta questa storia non durerà più di una settimana in tutto.
Alzo velocemente gli occhi al cielo e torno a guardare davanti a me, evitando per l'ennesima volta le sue stupide ed insulse provocazioni. Cerca in tutti modi di ottenere una mia reazione, ed io, molto pazientemente, mi trattengo fino all'esaurimento delle forze nel mio corpo per non dargli questa soddisfazione, e lui dopo un po' si stanca e si arrende, lasciando stare, e tutto torna alla normalità.. come se niente fosse mai successo.
Succede sempre così tra di noi, ormai è di routine, ed ogni volta finisce sempre nello stesso modo, e cioè con l'archiviazione della discussione.
Mi ammutolisco del tutto, tornando a perdermi da solo nei miei fitti ed intrinsechi pensieri.
Le parole di Lo'ak continuano a ronzarmi nella mente, facendomi rimuginare con attenzione su di esse. E se avesse ragione? Se questa "lei" fosse veramente una vecchia fiamma? Se così fosse si spiegherebbe l'indignazione di mamma nel sentire la destinazione prestabilita per la nostra fuga. Ma tutto ha un enorme punto interrogativo, perché le ultime parole di mamma quel giorno non fanno combaciare alla perfezione tutti i pezzi.
"per proteggere la nostra famiglia.. non quella degli altri"
Quale famiglia dovremmo proteggere scappando a sud, e poi proteggere da chi? Ci sono altre minacce in vista o il problema principale è sempre Quaritch? Cosa c'entra una ipotetica "lei" con una famiglia intera?
Le cose non mi quadrano nel verso giusto, non c'è ancora un nesso tra queste due cose, e ciò sta a significare che mancano degli evidenti pezzi della storia, e quando lo scopriremo, forse le cose inizieranno a prendere il verso giusto e ci sarà tutto più chiaro.
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𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-
FanfictionLe responsabilità ricadono sempre su qualcuno, devono sempre ricadere su qualcuno. Ma una cosa è il dovere ed un'altra cosa è il piacere.. Cos'è veramente il piacere? E se fosse solo un illusione? Alla fine come può sapere cos'è il "piacere" un rag...