Capitolo 34

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- l'attività celebrale è perfetta- esclama Norm mentre controla sul suo piccolo schermo se ci sia qualcosa che non vada in Kiri, sperando di capire cosa diavolo sia successo in quella baia.
Il mio cuore batte a mille, e la paura che non si possa svegliare mi tormenta più del dovuto.
- fuori! subito!- urla una voce femminile, ed appena alzo lo sguardo vedo Ronal entrare nella nostra capanna e cacciare via in malo modo i ragazzi che stavano solo cercando di dare una mano.
- ma deve ancora finire la flebo..- esclama Norm abbastanza impaurito dal tono di voce cosi rabbioso di quella donna.
Alzo il mio sguardo, come se i miei occhi fossero stati richiamati da qualcosa di più forte e potente, e appena vedo la figura della ragazza capisco subito che questo è successo per causa sua.
C'è lei dietro a tutto questo, dietro all'aiuto e la disponibilità che ci sta dando sua madre.. ed io non le potrò mai essere più grato di così.
- avete sentito?- chiede mia madre mettendosi subito dalla parte di Ronal -fuori!- urla ringhiando contro di loro, che in fretta e furia prendono tutte le loro cose ed escono fuori dalla nostra capanna.
Guardo attentamente la donna, che con l'aiuto di Tuk e di mia madre inizia a prepararsi per procedere il prima possibile.
Mi allontano da loro, lasciandogli tutto lo spazio di cui hanno bisogno, e mi avvicino al portico della nostra capanna, sedendomi lentamente sul confine di essa.
Mi porto le ginocchia al petto mentre i miei occhi si fermano a guardare la superficie leggermente tormentata e luccicante dell'acqua.
Diverse preghiere si fanno spazio nella mia mente, prego la grande madre che tutto vada bene, che Kiri si risvegli, che torni a sorridere, a prendermi in giro, a punzecchiarmi, ad urlarmi contro e a proteggermi come anche io ho sempre fatto con lei.
Se non dovesse svegliarsi non riuscirei a perdonarmelo, mi sentirei in colpa, mi sentirei come il responsabile di ciò che le è successo.
Se adesso sta così è anche colpa mia, avrei dovuto stare attento a loro piuttosto che focalizzarmi sulla ragazza dagli occhi color miele che mi ha invaso i pensieri e che mi è apparsa in sogno.
-Kiri, ti prego..- sussurro parlando da solo con me stesso, mentre sigillo gli occhi cercando di non scoppiare a piangere un'altra volta -svegliati..- dico pregandola indirettamente di aprire quei maledettissimi occhi.
- si è svegliata! Kiri si è svegliata!- urla la piccola Tuk dopo qualche secondo, facendomi mettere subito sugli attenti.
Mi giro di scatto, puntando il mio sguardo verso di loro, ed appena incrocio lo sguardo con gli occhi aperti e vigili di mia sorella il mio cuore tira un sospiro di sollievo.
Con uno scatto felino mi tiro su, correndo subito verso di lei, volendomi accertare che non sia un'illusione o un brutto scherzo che mi sta giocando la mia mente contorta.
Papà corre subito verso di noi, volendosi accertare anche lui che sia la verità e che Kiri sia realmente sveglia.
Kiri inizia a piangere a dirotto, singhiozzando disperatamente, ed io e mio padre tiriamo subito un sospiro di sollievo, felici che non sia un'allucinazione, ed il suo pianto ne è la conferma schiacciante.
Mamma la stringe subito a se, cercando di consolarla il più possibile, accarezzandole dolcemente i capelli.
Una mano si posa velocemente sulla mia spalla, ed appena giro leggermente il capo riconosco subito la mano di mio padre, che sorride soddisfatto e sollevato mentre i suoi occhi vengono coperti da un sottile velo di lacrime.
- grande madre grazie..- sussurra mamma piangendo insieme a Kiri, ma di felicità, felicità che la sua bambina sia tornata da lei sana e salva.
Poso il mio sguardo su mio padre, che finalmente sembra essere tornato a sorridere.
Lui sembra sentirsi leggermente osservato, notando i miei occhi fermi su di lui, e posa il suo sguardo su di me per poi, con un piccolo cenno del capo, farmi segno di avvicinarmi a lui.
Faccio un piccolo passo verso di lui, fermandomi a pochi centimetri dal suo corpo, pronto ad ascoltare le sue parole, curioso di sapere cos'abbia da dirmi.
- ragazzo..- sussurra con l'intenzione di non farsi sentire da nessun'altro se non da me -hai un'altra questione in sospeso da risolvere..- dice con un filo di voce, e le mie sopracciglia si corrugano velocemente, abbastanza spaesato e confuso da ciò che ha appena detto.
Con lo sguardo mi indica un punto ben preciso dietro le sue spalle, ed io seguo i suoi ordini senza opporre troppa resistenza. I miei occhi si posano su Nay, appoggiata con la schiena contro la parete della nostra capanna, con le braccia conserte ed un'espressione sollevata stampata sul volto.
Il mio respiro si mozza all'istante, sorpreso dal fatto che mio padre stia cercando di spronarmi ad andare da lei e scusarmi.
Poso il mio sguardo sorpreso su di lui, che ha un piccolo sorrisetto soddisfatto e ammiccante sulle labbra.
-non darmi spiegazioni.. non mi servono- dice per poi darmi una piccola pacca sulla spalla, facendomi intuire che lui sappia già tutto su quello che c'è tra me e la ragazza, anche se io non gli ho mai detto niente a riguardo.
-non vuole parlarmi..- ammetto controvoglia con un filo di voce, sono consapevole di quanto lei mi abbia odiato ieri sera, e so che tutta la rabbia che ha provato non le è ancora passata.
- vuoi davvero lasciar perdere tutto in questo modo? Senza aver neanche lottato?- mi chiede con fare sorpreso dalla mia arrendevolezza mentre io continuo a guardare la ragazza che sorride dolcemente nella direzione di mia madre, sembra essere realmente sollevata dal fatto che tutto si sia risolto per il meglio.
Gli occhi della ragazza si posano su di me, guardandomi subito con fare indifferente, come se qualcosa le avesse fatto capire che la stessi osservando.
Sospiro rumorosamente, e chino leggermente la testa, mentre analizzo attentamente le parole di mio padre.. sono davvero così tentato dal lasciar correre tutto e far andare le cose così? Senza ribellarmi almeno un po'?
So cosa provo per lei, e di certo non voglio che le cose vadano a finire male solo perché mi sono lasciato trasportare troppo dalla rabbia che mio fratello ha fatto nascere in me..
Cerco di raccogliere tutto il coraggio che mi è rimasto in corpo, respiro profondamente e compio il primo passo verso di lei.
Mi libero dalla presa di mio padre, che sicuramente sarà soddisfatto per la reazione che è riuscito ad ottenere da me, e con passo lento e felpato mi avvicino alla ragazza.
Abbasso lo sguardo mentre mi fermo ad un passo da lei, incrocio le braccia al petto e mi concentro per trovare le giuste parole con cui chiederle scusa.
Alzo lentamente il mio sguardo su di lei e vedo nascere nei suoi occhi la faida più ardua, cioè la decisione sul se perdonarmi o meno.
Sembra cedere davanti ai miei occhi, come se non riuscisse a tenermi il broncio, ma si ribella davanti a questa sua debolezza e scuote leggermente la testa, tornando a guardami con fare indifferente e distaccato.
Gli occhi della ragazza si fermano dietro le mie spalle e con fare scocciato alza subito gli occhi al cielo, girando il capo dall'altra parte, che le è preso adesso?
- dov'è Lo'ak?- chiede all'improvviso la voce di mia madre, abbastanza preoccupata dal fatto di non vedere quel pazzo di suo figlio gironzolare per la capanna.
Mi giro velocemente verso di loro, dando le spalle alla ragazza dagli occhi color miele.
- Neteyam, hai visto tuo fratello?- mi chiede mio padre, leggermente preoccupato anche lui.
- quando mi sono svegliato si stava preparando per uscire, poi non l'ho più visto- dico ripensando al fatto che non l'ho proprio visto nelle ultime ore, se non stamattina quando mi sono svegliato.
- a che ora ti sei svegliato?- mi chiede mio padre avvicinandosi velocemente a me con ampie falcate.
- all'alba- dico abbastanza confuso, cosa sta cercando di estorcermi, pensa che io sappia dove sia o cosa stia facendo quella testa calda.
- sono più di sei ore che non lo vediamo- esclama papà iniziandosi a preoccupare seriamente.
- dove sono i tuoi fratelli?- chiede puntando velocemente un dito verso la ragazza, ancora ferma dietro le mie spalle.
- stanno ancora dormendo- dice abbastanza confusa, non capendo per quale motivo adesso stia prendendo in causa anche loro.
- è uscito da solo.. cazzo!- esclama il grande guerriero con fare quasi rabbioso, maledicendo mentalmente suo figlio.
- papà! sarà sicuramente da Payakan, non preoccuparti- esclamo subito cercando di trovare una plausibile spiegazione, tentando di tranquillizzarlo il più possibile.
- sa che sua sorella si trova in queste condizioni e non torna per vedere come sta?- mi chiede con tono quasi rabbioso, a causa delle mie insulse giustificazioni, ancora una volta tirate fuori per cercare di proteggerlo. Ma purtroppo ha ragione, conosco mio fratello e Lo'ak non si sarebbe mai allontanato per così tanto tempo sapendo che Kiri non stava bene e che presto sarebbero arrivati i soccorsi per visitarla.
- dobbiamo andare a cercarlo, forza!- esclama papà battendo con forza le sue mani tra di loro, mettendo tutta la famiglia in riga, pronti all'azione. Mi giro verso la ragazza, rivolgendole un ultimo e fugace sguardo per poi allontanarmi da lei con ampie e veloci falcate per andarmi a preparare.
Mi avvicino alla mia rete e prendo tutte le mie cose, indossando come prima cosa i polsini.
Li infilo velocemente ed afferro con due dita le stringhe, per poi tirarle con forza con un veloce strattone, stringendole il più forte possibile in modo tale da farli aderire al meglio attorno alla mia pelle.
- tu vieni con me- esclama papà richiamando a se anche la ragazza, che sembra essere molto propensa ad aiutarci a trovare Lo'ak.
- vieni forza- dice facendole segno di avvicinarsi a lui mentre apre la sua valigetta delle meraviglie.
Li guardo attentamente mentre mi sposto i capelli da davanti al viso e mi sistemo sulla fronte la visiera di protezione.
- hai una mira impeccabile, ma vedi di fare attenzione con questo- dice passandole un mira, che la ragazza osserva con attenzione mentre papà le spiega velocemente come usarlo. I miei occhi si spalancano leggermente mentre la ragazza inizia a maneggiare quel coso tra le mani.. gli sta davvero lasciando un mitra tra le mani? È impazzito per caso?
Prendo arco e frecce e li sistemo nel miglior modo possibile dietro le mie spalle, in modo tale che non mi diano troppo fastidio è che non siano di ingombro durante il volo. Papà finisce di prepararsi, mettendosi addosso anche il giubbotto di protezione con ricariche extra incluse, e si avvicina velocemente alla ragazza, che è rimasta ferma ed impalata ad osservarlo, non ha detto neanche una parola da quando è arrivata.. cos'hai amore mio?
Le sposta i capelli di lato, spostando tutte le sue numerose treccine, e le allaccia la collana intorno al collo, per poi sistemarle tra i capelli l'auricolare, mettendoglielo già nell'orecchio.
- schiacciando questi due bottoni potrai parlare con tutti noi- dice afferrando velocemente una mano della ragazza, facendole tastare con le dita i due bottoni di cui parlava.
- tutto chiaro?- le chiede cercando da lei la giusta convinzione e lei gli risponde con un piccolo sorrisetto divertito.
Papà si gira velocemente verso me e mamma, che stavamo aspettando solo le sue direttive per partire, e ci fa segno di avviarci verso la spiaggia ed io eseguo subito i suoi ordini senza esitare neanche per un secondo.
- forza, tutti in volo!- urla cercando di incoraggiarci e caricarci mentre la ragazza lo affianca.
Appena i miei piedi entrano in contatto con la sabbia faccio un verso abbastanza acuto, richiamando velocemente il mio Ikran, che in pochi secondi arriva da me ed atterra violentemente sulla spiaggia a pochi metri dalla mia posizione.
Con un salto salgo sulla sua groppa, consolidando velocemente il legame tra di noi. I miei occhi cadono su mio padre, seduto in groppa al suo Ikran che tende la sua mano verso Nay.
-sta tranquillo..- dice in un sussurro la voce di mia madre, abbasso velocemente lo sguardo e la vedo ferma al mio fianco mentre mi guarda dal basso con fare premuroso.
- sa cavarsela da sola..- dice sorridendomi leggermente mentre poso di nuovo i miei occhi sulla ragazza, che velocemente tende una mano verso mio padre, accettando stranamente il suo aiuto, che subito la tira su, facendola sistemare dietro le sue spalle
-tuo padre la proteggerà al costo della vita- dice ricordandomi per l'ennesima volta quanto mio padre tenga a lei, trattandola e guardandola come se fosse realmente sua figlia.
-lo so.. purtroppo- dico con tono freddo e rigido, infastidito al solo ricordo che lui ci abbia tenuto nascosto questo piccolo particolare per tutti questi anni.. cioè lei.
Mia madre sospira rumorosamente, consapevole dell'eterna lotta che conduco incessantemente per ottenere la stima di mio padre, ed abbassa lo sguardo con fare sofferente.
- dividiamoci- urla papà mettendoci di nuovo in riga, mamma mi rivolge un ultimo sguardo per poi allontanarsi da me e salire in groppa al suo Ikran. Papà spicca il volo, portando con se anche la ragazza è mia madre fa lo stesso, seguendolo subito, ed io non posso fare altro se non seguirli.
- Neteyam vai a nord, devi essere i miei occhi- dice la voce di papà, mettendosi subito in collegamento con tutti noi. Mi giro un attimo verso di lui, posando i miei occhi sulla ragazza, che non mi rivolge neanche uno sguardo, troppo acculata a guardarsi intorno.
- si signore- dico posando due dita sulla collana, dandogli la conferma che farò ciò che mi ha ordinato di fare. Guardo per un ultima volta la ragazza per poi sospirare con fare affranto.. vorrei solo un tuo sguardo Nay.
Prendo un bel respiro e comando al mio Ikran di cambiare rotta, facendoci allontanare da loro.
Il vento mi soffia sul viso, cullandomi leggermente, come se stesse cercando di calmare me ed i mie nervi così estremamente rigidi e tesi.
Chiudo per qualche secondo gli occhi, cercando di tranquillizzarmi il più possibile, ma ciò mi risulta veramente difficile, e non accadrà fino a quando non ritroverò mio fratello e la ragazza dagli occhi color miele mi perdonerà per quello che ho fatto e detto, per come mi sono rivolto a lei e per come l'ho trattata. Sospiro rumorosamente, mentre riapro gli occhi, mettendo velocemente a fuoco il mondo intorno a me.
Sorvolo lo scoglio dei tre fratelli, mentre le immagini di me e la ragazza, stesi a parlare sulla cima di uno di essi, mi ritornano in mente, deconcentrandomi dalla mia missione per diversi secondi.
Mi riprendo velocemente, maledicendomi per essermi distratto da solo da ciò che dovevo fare, tornando subito a guardarmi attentamente intorno.
I miei occhi si fermano su una strana figura che vola per aria, ed incuriosito da essa lascio perdere i miei pensieri sulla ragazza, assottigliando lo sguardo per cercare di capire di cosa si tratta. Mi avvicino ad essa con molta cautela ed appena riconosco l'Ikran di mio fratello, che vola da solo, senza di lui sulla sua groppa, il mio cuore perde un battito.. cazzo.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora