Capitolo 22

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- promettilo!- esclama con euforia la bambina stretta tra le mie braccia, allontanandosi leggermente da me per guardami negli occhi.
- te lo prometto Tuk, domani andiamo a volare- dico cercando di sembrarle il più convincente possibile, se faccio una promessa la mantengo e lei lo sa bene.
Fa un piccolo cenno di approvazione nella mia direzione per poi girarsi e iniziare a guardarsi intorno.
- papà!- esclama alzando velocemente un dito in aria, direzionandolo verso un punto ben preciso.
Giro lo sguardo mentre continuo a camminare con l'intendo di tornare a casa, e vedo mio padre insieme a mio fratello, fermi nella sala comune a parlare tra di loro.
- andiamo da papà!- esclama Tuk quasi pregandomi di andare da lui piuttosto che andare a casa.
Sospiro silenziosamente e dirotto la mia traiettoria, dirigendomi verso di loro, ma appena metto piede nella sala comune cala il silenzio più tombale, mentre lo sguardo di tutti si posa velocemente su di me.
Perché mi guardano? Mi mettono tremendamente in soggezione così, non sono per niente abituato ad avere tutti questi occhi puntati addosso.
Mi guardo intorno vedendo che oltre a mio padre e mio fratello c'è anche Kiri, accompagnata da Tsireya.
La riccia mi indica con lo sguardo un punto ben preciso, sembra evidentemente preoccupata, e questa cosa non mi tranquillizza molto.
Giro lo sguardo e vedo la ragazza dagli occhi color miele accerchiata dai suoi genitori, ed anche loro mi stanno guardando.. ma che diavolo succede qui?
Punto il mio sguardo nel suo e le chiedo silenziosamente cosa stia succedendo, ma lei non mi risponde. Sigilla le palpebre e sospira silenziosamente con fare frustrato.. non è per niente un buon segno.
- non ho intenzione di scegliere- dice la ragazza mantenendo un tono basso, ma c'è talmente tanto silenzio qui che tutti sono riusciti a sentirla.
- ma cosa dici Nay! dovrai pur scegliere un compagno prima o poi!- esclama Ronal cercando di farla ragionare ma lei scuote subito la testa, in segno di negazione, non volendo sentire altro su questo argomento.
Le mie orecchie si rizzano subito, sono tremendamente interessato ed incuriosito da questa conversazione ed ho intenzione di ascoltare ogni loro singola parola.
- vai da Kiri..- sussurro verso la bambina per poi abbassarmi lentamente verso il pavimento e lasciarla libera dalla presa che avevo sulla sua vita.
- prendi in considerazione Neteyam..- dice Tonowari indicandomi con una mano, ed i miei occhi si spalancano leggermente davanti al fatto che lui mi abbia preso veramente in considerazione come un probabile candidato per sua figlia -o Lo'ak- il mio cuore perde qualche battito al suono di queste parole.. dio mio quanto sono stupido.
- sono dei bravi ragazzi, abili cacciatori.. ed in questo modo convalideremo ufficialmente la loro entrata nel nostro clan- esclama il capo con tono dolce guardando sua figlia, cercando di farle cambiare idea sulla sua decisione.
-papà..- sussurra la ragazza chiudendo gli occhi, trovandosi evidentemente in difficoltà.
Nay apre lentamente gli occhi dopo qualche secondo, sospirando rumorosamente, per poi puntare il suo sguardo su di me, chiedendomi silenziosamente perdono.
Stringo velocemente le mie labbra l'una contro l'altra, facendole diventare una sottile linea sul mio viso, cercando di trattenere le espressioni di fastidio che sto provando in questo momento.
Sposto il mio sguardo da lei, non riuscendo a sostenere il suo sguardo intenerito e dispiaciuto, e sotto i miei occhi capita la figura di mio fratello, con la testa china e lo sguardo basso, mentre si passa sulle labbra una mano, cercando di nascondere un evidente sorriso, che purtroppo riesco ancora a vedere nonostante i suoi vani tentativi di nascondersi.
Quella strana morsa alla bocca dello stomaco torna a farmi visita, facendomi contorcere il naso per il fastidio.
Con passo lento mi dirigo verso di loro, mantenendo comunque le orecchie tese per continuare ad ascoltare la conversazione, mentre il mio sguardo agghiacciante rimane fermo su mio fratello.
- non voglio scegliere adesso- esclama la ragazza cercando di mettere in chiaro le sue intenzioni. Se non vuole scegliere adesso, allora perché costringerla a farlo?
- figlia mia..- sussurra il padre richiamando la sua attenzione su di se, mentre allunga lentamente una mano verso di lei, pronto ad accarezzarle un braccio, ma la ragazza si scosta velocemente dal suo tocco.
- no!- esclama la ragazza quasi urlando, allontanandosi da suo padre di qualche passo.
- non ho intenzione di scegliere fino a quando non mi direte la verità!- esclama alzando ancora un po' il tono di voce -fino a quando non saprò tutto io non sceglierò..- sussurra con tono fermo e deciso, guardando entrambi con sguardo serio ed agghiacciante.
- cosa vuoi sapere?- chiede con tono duro sua madre, che sembra pronta ad accontentarla a qualsiasi costo.
- voglio la verità su di me- risponde velocemente la ragazza, senza pensarci su due volte.
- di che verità stai parlando?- chiede ridacchiando istericamente la madre, cercando di far finta di niente, quando in realtà si vede perfettamente che sembra essere spaventata dalla risposta che potrebbe darle sua figlia.
-sono vostra figlia si o no?- chiede con tono freddo, ponendo subito la domanda cruciale.
-Nay.. ma cosa dici?- la voce mio padre arriva alle mie orecchie come un fulmine a ciel sereno, dandomi un'altra conferma del fatto che lui c'entra veramente qualcosa in tutta questa storia, in un modo o nell'altro lui ne fa parte.
-cosa dovrei fare Jake? rimanere con il dubbio per tutto il resto della mia vita?- chiede la ragazza con tono esausto, non ce la fa più a vivere con i dubbi e le paranoie che le ronzano per la mente.
-Nay, non è il momento..- sussurra mio padre facendo qualche passo verso di loro.
-papà smettila..- la voce di mio fratello zittisce tutti, sorprendendoci per il modo in cui ha interrotto nostro padre. Poso velocemente il mio sguardo su di lui, ritrovandomelo davanti con un espressione fin troppo seria in volto.
-Lo'ak, per favore- sussurro quasi digrignando i denti, cercando di costringerlo a farsi i fatti suoi e non intromettersi in questa conversazione.
-no bro! non so tu, ma anche io voglio sapere la verità- esclama zittendomi velocemente, sorprendendomi per la serietà con cui ha preso tutta questa questione.
- allora papà? perché non ce lo dici?- chiede con tono supponente posando di nuovo il suo sguardo su nostro padre.
- dire cosa?- chiede papà evidentemente confuso, non sapendo più cosa diavolo stia succedendo intorno a se.
-perché non ci dici che in realtà lei è tua figlia?- chiede senza pudore o vergogna -si spiegherebbero un sacco di cose..- esclama con tono basso, accusando pesantemente papà in pubblico.
-mia figlia?- chiede papà alzando il tono della voce, quasi indignato dalle accuse mosse contro di lui da parte di suo figlio.
- cosa diavolo sta succedendo?- chiede velocemente Ronal spaventata ed allarmata dalla domanda che ha posto mio fratello.
- è colpa mia..- sussurra papà dopo qualche secondo di silenzio, prendendosi tutte le colpe, per poi sospirare silenziosamente e scrollare le spalle.
Lo sguardo di tutti si posa su di lui, e Ronal sospira rumorosamente, mentre posa una mano sulla spalla di suo marito, attirando la sua attenzione su di se.
- dobbiamo dirglielo..- dice con voce flebile e sguardo addolorato, cercando un cenno di approvazione da parte sua.
Il mio sguardo si posa subito su May, che sembra spaventata ed incredula dal fatto che adesso i suoi genitori sembrano essersi convinti a dirle tutto.
- lasciatelo fare a me.. vi prego- dice papà, cercando di levare questo peso dalle spalle di tutti e due, assumendosi lui tutte le responsabilità -alla fine sono stato io a portarti fin qui- dice con tono affranto, mandandomi ancora di più in confusione.. che significa che è stato lui a portarla qui?
Il silenzio più totale cala nella stanza, mentre tutti noi restiamo con il fiato sospeso, aspettando una rivelazione schiacciante da parte di mio padre o dei genitori di Nay.
- io so perfettamente che quello che sto per dirti non sarà facile da accettare.. ma in questo mondo tutto è possibile e lo abbiamo visto bene- dice mio padre ridacchiando leggermente alla fine, ma la ragazza non sembra essere divertita dalle sue parole.
- sarà dura credere alle parole che sentirai.. ma sappi che sono vere, e che io sto aspettando questo momento da più di sedici anni- sussurra sorridendole leggermente, cercando di farla sciogliere un po' da tutta la tensione che ha addosso.
- sai, questo corpo che vedi- dice indicandosi da solo -è stato creato in un laboratorio.. molti anni fa conducevo una vita molto diversa, su un'altro pianeta, con un altro popolo, con altre usanze e tradizioni, e parlando un'altra lingua- dice cercando di allungare un po' il discorso e non arrivare subito al nocciolo della questione, ripetendo cose che non so quante altre volte ho sentito da quando ne ho memoria.
- la gente del cielo, ha creato questo corpo per me, ed io non sono l'unico esemplare su pandora ad avere un Avatar- dice abbassando lo sguardo -e non sono né il primo e né l'ultimo degli esperimenti che hanno condotto in tutti questi anni- dice continuando il suo discorso con un po' di titubanza.
- alla base da dove sono uscito, durante i mesi prima della grande guerra, gli esperimenti sono continuati, con l'intenzione di creare un'altro Na'vi, con un procedimento diverso da come sono stato creato io- riprende un attimo fiato e sospira rumorosamente, sembra affranto, ma non dovrebbe esserlo se ha detto di star aspettando questo momento da così tanto tempo.
Tsireya si avvicina con passo lento e felpato a sua sorella, aggrappandosi leggermente al suo braccio non appena è al suo fianco, standole vicina il più possibile, cercando di darle tutto il supporto possibile.
- durante la fase di evacuazione degli umani da Pandora, un mio soldato mi ha portato degli scienziati e degli addetti al laboratorio, con tra le mani l'unico successo che sono riusciti ad avere nel giro di dieci anni di tentativi e continui fallimenti- dice gesticolando leggermente, come se non riuscisse a trovare le parole giuste per continuare.
- avevano questa bambina tra le braccia.. una bellissima bambina- continua dopo diversi minuti di silenzio, raccogliendo tutto il coraggio che ha in corpo.
Chiudo velocemente gli occhi, intuendo subito, al solo suono di queste sue parole, quale sarà il succo di tutta questa storia.
- senza darmi troppe spiegazioni mi hanno consegnato questa bambina, con una carnagione così chiara rispetto alla mia- continua la sua storia, e nella mia testa continua a ripetersi la frase "avevo ragione".. il problema è che io speravo di sbagliarmi, o di aver capito male, o addirittura di aver frainteso le sue parole.
- così ho preso una decisione lì sul momento e sono volato via con l'intenzione di portarla al sicuro- dice mentre il suo tono di voce cala notevolmente -solo al mio ritorno mi hanno spiegato che questa bambina era nata dall'unione del dna umano e da due tipi diversi di dna Na'vi- continua ammettendo la verità, che forse nessuno di noi, ma soprattutto Nay, voleva sapere, o almeno non scoprire tutto ciò in questo modo.
- la prima nascita di un Na'vi ibrido con coscienza propria riuscita..- dice quasi in un sussurro, abbassando lentamente la testa, come se stesse cercando di nascondersi dallo sguardo della ragazza, che resta fermo su di lui.
La guardo attentamente vedendo solo il vuoto e la confusione più totale nei suoi occhi, nei suoi bellissimi occhi, che sembrano essersi persi nel guardare il vuoto, mentre lentamente vengono sovrastati e ricoperti da un sottile strato di lacrime, che li rende più lucidi e luccicanti del solito.
- hai dormito per tutto il viaggio.. se solo avessi aperto gli occhi, anche solo per un secondo, mi sarei reso conto di quanto in realtà assomigliassi a me- dice con la voce incrinata dall'emozione e dal risentimento, ora si spiegano un sacco di cose, tutto si sta collegando, creando una figura più chiara e delineata.
- ti ho portata qui, dove sapevo che avresti condotto una vita senza preoccupazioni e problemi, senza dover pensare alla diversità del colore della pelle.. sapevo che ti avrebbero accettata a braccia aperte, e che ti avrebbero dato tutto l'amore di cui avevi bisogno- dice con voce bassa mentre si avvicina a lei, posandole delicatamente una mano sulla guancia, accarezzandole leggermente il viso.
- quando Jake è arrivato da noi..- la voce bassa e sofferente di Ronal fa girare tutti i nostri sguardi verso di lei -con questa bambina minuscola tra le braccia.. noi stentavamo a crederci- continua mentre guarda sua figlia con fare dispiaciuto.
-abbiamo avuto per diversi anni problemi a concepire.. non riuscivamo ad avere figli- dice Tonowari prendendo la parola, evitando a sua moglie di ammettere questo tasto dolente che li ha fatti soffrire per anni.
- abbiamo accettato subito di averti, di crescerti.. di amarti- continua il grande capo, guardando sua figlia, anche lui evidentemente dispiaciuto. Poso il mio sguardo sulla ragazza, notando una piccola lacrima rigarle lentamente il viso.
- dopo qualche mese abbiamo scoperto di aspettare tuo fratello, e poi è arrivata anche tua sorella dopo due anni- dice mia madre mentre si accarezza leggermente il pancione, ormai ben evidente e pronunciato.
- ti abbiamo cresciuto con tutto l'amore che avevamo da dare.. a noi non interessa che tu non sia biologicamente nostra figlia, non ci è mai interessato e mai ci interesserà- esclama Tonowari guardando sua figlia, mentre mio padre sembra non volersi allontanare da lei neanche per un secondo.
È stato così tanto tempo lontano da lei che adesso non vuole sprecare più neanche un solo secondo.
- sei nostra figlia.. in tutti i casi tu resterai sempre il nostro primo amore- esclama sua madre mentre Tonowari la stringe a se, abbracciandola il più forte possibile.
Il silenzio cala di nuovo nella stanza mentre la ragazza sembra perdersi nei suoi pensieri, intenta ad analizzare ciò che le hanno appena detto.
- mi avevano affidata a te?- chiede con voce bassa e leggermente tremolante la ragazza dopo diversi ed interminabili minuti di silenzio, guardando con fare sofferente mio padre -e mi hai portata qui?- chiede come se fosse rimasta ferita dalla cosa.
- quanto è stato difficile lasciarti.. neanche lo puoi immaginare- dice mio padre con tono flebile, cercando di trattenere un singhiozzo. Le stringe velocemente un braccio intorno alle spalle, tirandola a se, in un abbraccio tanto desiderato quando inaspettato.
Non ho mai visto mio padre comportarsi così.. ma adesso capisco il perché di tutta questa sua preoccupazione per lei, del perché straveda così tanto per lei. L'ha portata qui, contro la sua stessa volontà, pensando solo ed unicamente al suo bene, e non ha più avuto sue notizie per anni.. ed i sensi di colpa per averla "abbandonata" lo divorano da allora.
La ragazza rimane pietrificata sotto il suo tocco, accontentandolo per qualche secondo, mentre un espressione aptica si fa largo sul suo volto. Dopo qualche secondo la ragazza si sottrae dalla sua presa, facendo qualche piccolo passo indietro, puntando i suoi occhioni pieni di lacrime su di lui.
La ragazza si guarda velocemente intorno, guardando i suoi genitori e sua sorella, e sembra essere così tremendamente.. spaesata, come se adesso non sapesse più chi è e cosa ci fa realmente qui.
- quindi sono stata creata in laboratorio?- chiede velocemente cercando altre risposte da mio padre, che abbassa subito lo sguardo per poi annuire leggermente, in modo affermativo, verso la ragazza.
Papà fa un piccolo passo verso di lei ma la ragazza scatta come una molla, allontanandosi velocemente da lui, facendogli segno con una mano di starle lontano. Le sue labbra tremano leggermente e le sue palpebre si muovono velocemente, cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime e non scoppiare qui, davanti a noi.
Si guarda leggermente intorno con fare spaesato per poi fare qualche piccolo passo indietro, girarsi velocemente su se stessa ed iniziare a camminare verso l'uscita, intenta a scappare da mio padre, dai suoi genitori, dai nostri sguardi fermi su di lei, dalla nostra compassione nei suoi confronti.. dalla realtà.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora