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Miles

Le feste d'entrata delle università erano sempre un vero sballo. Adoravo la musica, la gente metteva da parte per qualche ora i propri tormenti e si dedicavano solo al divertimento. Mi vestii in modo carino sapendo che sarei dovuto passare a prendere Kate. Lei non alloggiava poi così vicino al centro della scuola, ma sfortunatamente era nell'ultimo palazzo. Bussai alla porta e la vidi, rimasi incantato. Il suo era un vestitino rosso bordeaux che lasciava le spalle e clavicole scoperte, portava orecchini e rossetto abbinati che si sposavano perfettamente con la sua pelle chiara. La presi sotto braccio e andammo.

- quanta gente, cavolo! - disse lei.
- non me lo aspettavo. Per caso è un problema per te?-
- affatto, meglio che ci sia gente - sorrise debolmente. Forse però, mi stava mentendo. Ci conoscevamo da soli tre giorni per poterle chiedere certe cose personali, perciò restai zitto.
- lì ci sono dei miei amici, vieni che te li presento- era euforica, non mi diede il tempo di risponderle che mi trascinò da loro. Incapace com'ero nel fare amicizia, mi limitai a sorridere come un ebete.
- ragazzi, lui è Miles. Diciamo che non ha perso tempo nel farmi la corte- rise.
- piacere - sibilai soltanto.
- bene, andiamo tutti a bere adesso! -

Non ero un amante dell'alcool e quando bevevo non reggevo niente. Kate era così contenta però che non volevo rovinarle il momento, perciò feci come loro. Iniziammo con della birra per poi passare a super alcolici più importanti. Erano usciti dei miscugli strani, alcuni decisamente vomitevoli e altri più decenti. Bevvi molti shottini tutti di seguito sentendo la mia gola andare in fiamme, eppure quel giramento di testa e quella gioia comparsa dal nulla non mi dispiacevano.
Beh, almeno non fino a quando non dovetti correre in bagno per il mal di stomaco.

- torno subito - dissi solo per poi correre.

Stavo sudando freddo e la nausea cresceva sempre di più, un crampo addominale mi fece leggermente piegare su me stesso fino a quando un conato di vomito imminente mi costrinse a quasi buttarmi sopra un gabinetto. Vomitai. Svuotai il mio corpo di tutto quell'alcool per un paio di minuti, la mia testa girava e sentivo caldo.
Con fatica, mi misi seduto vicino ad una porta della cabina e rimasi li zitto per un po'. Non volevo farmi vedere così da Kate.

- tutto bene?- sentii dal nulla. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo di bell'aspetto fissarmi sgomento.
- si ... Si tutto apposto - rassicurai.
- non mi sembra, stavi vomitando anche l'anima poco fa- rise.
- si, e che non reggo molto l'alcool - mi imbarazzai.

Mi porse la sua mano per farmi alzare e la presi. Mi bagnai un po' il viso e il collo e già stavo leggermente meglio. Intanto, quel tipo ancora mi stava fissando con un sorrisetto sinistro, ma quasi invisibile.

- come ti chiami?- chiese.
- Miles Richards - lui sorrise -io sono Hugo Fraser, piacere mio!- mi strinse la mano.

Non potei non notare subito il suo vestiario, era di una certa marca e il tessuto perfetto e non troppo spesso. Si vedeva fosse ricco, anche dai suoi gentili modi di fare. Quando i miei occhi si spostarono in basso, notai il suo anello... Aveva quello stemma.
Lui parve notare il mio sguardo.

- si, esatto. Se te li stessi chiedendo faccio parte del Riot Club-
- oh, beh sembra bello- in realtà non lo pensavo, non sapevo perché lo avevo detto. Forse per non offenderlo.
- se vuoi posso chiedere di nominarti membro- sorrise.. ok stava flirtando con me.
- no no, non sono interessato -
- sicuro? Siamo ragazzi per bene noi - insistette.
- ne sono certo! Però no, preferisco restare per conto mio con la mia ragazza-

Lui cambiò subito espressione. Ed ecco che avevo evidentemente rovinato il suo lavoro. Si ammutolì ed io, non sapendo cosa fare uscii da lì facendogli un cenno con la testa per salutarlo. Io, parte del club? Assolutamente no.








James

Il suo corpo era davvero eccitante. I suoi fianchi si muovevano con una dolce sincronia e le mie mani lo aiutavano con tutti i movimenti. Era sopra di me, stavo ansimando e a volte socchiudevo gli occhi dalla troppa eccitazione. Lui spingeva sempre di più in profondità, a volte mi lasciava baci poco casti su tutto il petto e il collo, senza però baciarmi sulle labbra. Ero stato io a mettere quel paletto dopotutto. Fare sesso senza baciarsi era come se mancasse un pezzo, ma per me i baci erano importanti e quella situazione in un certo senso non lo era. Lo incitai a muoversi più velocemente fino a quando non venni dentro di lui, gemendo sonoramente. Al solo sentirmi anche lui venne nel mio addome lasciandosi andare.
Si buttò al lato del letto respirando a fatica mentre io mi ripulivo. Eravamo stanchi, ma soddisfatti.
Accesi una sigaretta subito dopo.

- è stato stupendo come sempre- disse Harry lanciandomi uno sguardo complice.
- mh, si - risposi.
- wow, hai fin troppo entusiasmo! - mi provocò ironico. Sbuffai.
- perché, che devo dirti? Che sei talmente eccitante che starei con te, e solo con te per tutta la vita?- lo guardai.
- non ho detto questo, ma se lo facciamo da così tanto tempo vuol dire che un minimo ti piaccio, cazzo!-
- sai già cosa penso - tolsi lo sguardo.
- sei un coglione James, davvero -
- dimmi qualcosa che non so-

Sentii lui sbuffare e subito si iniziò a rivestire. Dopo l'estate non facemmo sesso per un bel po' di tempo. Avevano iniziato recentemente e non c'era stata mezza volta in cui non discutevamo. Seguii i suoi movimenti e sbuffai

- e ora che stai facendo? - il mio tono era annoiato.
- me ne vado! Non ho voglia di sentirti predicare! Non c'è una volta in cui pensi a me o a come mi sento, dannazione!-
- fermati, Harry - mi sedetti.
- no, fanculo Leighton! -

Fece per andare via con passo svelto, ma io lo precedetti fermandolo per un polso. Lo bloccai ad un passo dalla porta, lo tirai indietro e lo feci sbattere contro il muro. Mi avvicinai a lui senza delicatezza e ci fissammo.

- smetti di fare il coglione ciclato, Harry. Giuro che non lo sopporto-
- mi comporto come cazzo voglio, chiaro?-
- tu pretendi che io capisca tutto e che mi día a te, ma non sai niente-
- perché tu non ne vuoi parlare! -

Mi zittii. Non era a lui che avrei voluto parlare della mia vita di merda. Lo baciai. Era stata la prima cosa che mi venne in mente per farlo stare zitto. Lui rispose a comando e camminammo di nuovo verso il mio letto. Lo spinsi per farlo stendere e mi misi a cavalcioni su di lui. Quando era eccitato ed arrabbiato lo trovavo fottutamente arrapante.












*Autrice*

In foto, Dimitrij <3

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