ventitré

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Dimitrij

Dopo essermi cambiato non mi diressi subito a fare colazione con gli altri, avevo ricevuto un messaggio da uno del mio stesso corso che, mi aveva invitato a seguirlo fino all'aula magna della scuola. Mi diressi lì e subito ci trovammo. Aveva una faccia strana, il viso pallido e faceva fatica a parlare.
Lui era Brandon, lo conoscevo bene da due anni e frequentava il terzo anno.

- grazie per essere venuto qui. So che ultimamente non parliamo molto ma so che tu puoi aiutarmi- iniziò.
- non ti preoccupare, dimmi pure - dissi.
- ti ricordi quando ti ho detto che mi sono lasciato con Rey? Credevo fosse andato avanti ma sono due settimane che mi tormenta -
Mi stranii - in che senso tormenta?-
- mi segue, mi scrive messaggi che non capisco.. non lo so-

Mi passò il telefono e lessi i messaggi. Rey era austriaco, perciò nessuno di noi due capiva la sua lingua e di conseguenza cosa scrivesse nei messaggi. Deglutii nervoso.

- devi denunciarlo, brandon - dissi, ma lui sgranò gli occhi.
- no! Se la prenderebbe con me..-
- devi farlo! Se la prenderà anche perché lo rifiuterai di nuovo, non cambia le cose. È un pazzo e vuole farti del male-

Vidi delle lacrime scendere nelle sue guance. Mi faceva male il petto vederlo in quello stato, gli volevo bene e non avrei mai accettato qualcuno che lo facesse stare così male. Ero certo che lui pensasse lo stesso di me. Lo abbracciai. Mi venne di cuore farlo, lui subito si fece più piccolo sul mio petto e si sfogò. La sensazione più brutta è quando una persona a te cara si sfoga piangendo nel tuo petto, e tu ti senti improvvisamente inutile e indifeso, come lui.

Gli promisi che avremmo trovato una soluzione e poi dovetti scappare, ero certo che gli altri mi stessero aspettando. Non tutti i miei compagni sapevano che facevo parte del club, ma Brandon lo sapeva, avevo dovuto dirglielo. Camminando per i corridoi incrociai Allistair, era poggiato con una spalla sul muro e messaggiava.
Lo raggiunsi.

- Alli? Che fai qui? - dissi. Lui alzò gli occhi dal cellulare.
- ti stavo scrivendo dato che non ti trovavo. Sta sera volevamo andare tutti a mangiare una pizza-
- ci sto - dissi.
- bene... Allora vado - disse facendo per andarsene, ma io lo presi per il braccio fermandolo.
- senti, possiamo parlare? Due minuti -

Doveva aver capito l'argomento, infatti la sua espressione si fece incerta. Sciolse la presa dalla mia e si schiarì la voce, guardandosi per un attimo intorno a noi.

- che ti prende? - chiesi.
- siamo in pubblico, non fare certe cose -
- quali cose? Ti ho solo toccato un braccio .. -
Sospirò. - senti, non mi va di parlare di ieri sera, va bene?- disse in modo calmo.
- oh, va bene. E i vestiti che mi hai prestato dove li lascio?- ero offeso ma dovevo comunque reggere il gioco.
- passerò a prenderli io .. ci si vede Dim -
- ... Ciao -

Lo guardai andare via e lui non mi guardò neanche un secondo. Avevo notato che fosse un ragazzo molto chiuso, ma non credevo che avesse paura della gente esterna. Da quelle parole dedussi che non aveva fatto coming out probabilmente nemmeno con sé stesso... O forse solo con lui.
Feci una sola lezione, l'ultima, prima di andare in camera mia. Non volevo vedere altra gente prima di quella sera.









Allistair

Io, ed e Toby decidemmo di andare a mangiare una pizza in città, una piccolina che non ci avesse bandito ancora. Non facevamo così in ogni cena, a volte eravamo persone civili, da come mi avevano spiegato. Cercai Dimitrij in un sacco di stanze, stavo per perdere le staffe quando lo vidi in aula magna. Era lontano ma non troppo e stava abbracciando un ragazzino palesemente più piccolo. Assottigliai gli occhi e visi che il ragazzo stava piangendo e lui gli baciò i capelli.
Chi era? E perché mi sentivo strano? Deglutii ma non avevo intenzione di interrompere il loro momento, perciò me ne andai via, decidendo che gli avrei scritto un semplice messaggio.

Non avevo intenzione di parlare di quello che ci succedeva ogni volta che eravamo soli, lo sapevo benissimo. Odiavo il fatto che ogni volta che vedevo quei occhi Greci tagliati bene e ciglia lunghe scure io mi incantavo, perdevo il contatto con il resto del mondo. Quella notte avrei tanto voluto trattenermi, ma non c'è la feci, era stato più forte di me. Nessuno sapeva del mio orientamento anche se, francamente, se facessi coming out non importerebbe a nessuno.
Avevo coraggio per spaccare un locale e far male alla gente, ma non ne avevo quando dovevo spiegare la mia natura... Ciò che davvero era Allistair Ryle. Capii che per sentirmi più sicuro di me, avrei dovuto tagliare quello strano gioco che c'era con Dim e non pensarci più. Eravamo componenti del club più famoso del paese e basta... Solo colleghi. Avrei dovuto ripetermelo come l'ave o Maria dieci volte al giorno.

Mi chiusi nella mia solitaria stanza cercando di non incontrare nessuno, ma qualcuno bussò in stanza. Sbuffai decidendo di ignorare la persona, ma stava insistendo.
Andai ad aprire ed era Hugo. Rimasi spiazzato sia per la sua presenza sia perché ...

- che hai fatto al naso? - chiesi senza neanche salutarlo.
- Miles mi ha dato un pugno - era tranquillo.
- Miles... Quel Miles Richards? - risi, quasi non ci credevo.
- proprio lui - rise anche lui. Era surreale.
- posso aiutarti, comunque? - dissi poi.
- si.. cercavo di rintracciare Toby e Dimitrij, mi servono entrambi ma non so dove siano, dim non risponde al telefono -

Sentii una fitta al petto. Non mi sarei mai liberato di lui.

- non ho visto nessuno dei due, mi dispiace - mentii.
- capisco, beh ti hanno detto della cena sta sera, vero? -
Annuii.
- perfetto, a sta sera - disse, mi salutò con un cenno di mano e andò via.















*Autrice*

Brandon >>
Comunque, Alli è decisamente confuso per via della sua paura di essere se stesso, tuttavia
Dim lo sosterrà il più possibile.

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