cinquantuno

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Dimitrij

Non sapevo cosa eravamo, ma io ed Alli avevamo rivoluzionato totalmente il nostro rapporto. Sembravamo una coppia in via di conoscenza come se non ci conoscessimo già per altre circostanze. Mi aveva sempre colpito la sua persona ed ero contento che stava andando tutto bene. Dopo soli due giorni dal ritorno ci mettemmo tutti a studiare. Era periodo natalizio ma le classi dell'ultimo anno spesso restavano a scuola a studiare. Era un bel sacrificio da compiere.
Mentre ero in biblioteca a leggere fisica, sentii picchiettarmi la spalla. Sorrisi quando vidi che si trattava di Brandon.

- ehy! - dissi salutandolo con un abbraccio.
- ciao dim, come te la passi? - mi chiese, sedendosi poi davanti a me.
- una tragedia da quando sono tornato. Devo studiare molto - ammisi.
- fortuna che non mi tocca ancora - rise.
- già ... Fortunato - lo guardai.

Pareva che stesse bene, non mi aveva più detto nulla riguardo il suo ex ragazzo di merda. Evidentemente aveva mollato la presa e ne ero contento. Brandon era un ragazzo d'oro, non si meritava tutto quel suo odio.

- comunque, non dovresti passare il Natale dai tuoi? - chiesi stranito
- nah, non mi va. Quest'anno più di tutti ho meno voglia di festeggiare - alzò le spalle.
- credo ti farebbe bene uscire - consigliai.
- no, io ... Sto bene nel mio mondo silenzioso e irrazionale -
- stavo tralasciando quel dettaglio -

L'avevo presa sul ridere ma non era così divertente. Lui stava da solo, troppo solo. L'unica volta che interagiva con gli altri era per lavori di scuola o in classe, ma per il resto niente. Aveva pagato il doppio per avere una camera singola anche se non gli spettava. Ero uno dei pochi se non l'unico che era riuscito a capirci qualcosa di lui.

- grazie dim, comunque - disse poi sorridendo.
- per cosa? - chiesi.
- sei l'unico che mi ha ascoltato sempre, gli altri mi prenderebbero per coglione - rise amaro.
- non è così ... Lo dici perché non ci hai mai provato - era vero.
- non è vero invece, basta vedere come mi fissano -

Si era totalmente trasformato rispetto a com'era prima che partissi. Era pallido e più pessimista del solito. Iniziai a pensare che durante la mia assenza si sia rovinato.

- tutto bene, Brandon? Mi sembri strano - ero serio.
- sto bene, devo solo riposare un po' - disse.
- sicuro? Mi sembri pallido, quasi non ti riconosco-

La mia evidente preoccupazione lo aveva in qualche modo irritato, infatti sbuffò cercando di non farsi vedere e si alzò. Lo seguivo con gli occhi in silenzio.

- adesso vado, vedrai che sto meglio. Ci si vede Dim- disse, mi guardò velocemente e poi andò via.

Sospirai. Non me la raccontava giusta.










James

Camera dolce camera, mi era mancata. Non avevo voglia di disfarmi le valigie, preferii mettere tutto a lavare e dopo avrei chiamato qualcuno che lo avrebbe fatto al mio posto. L'aria natalizia per i ragazzi del quinto anno era segno di esami, notti in bianco e stress a non finire. Avevo passato cinque anni lì dentro dove avevo sempre avuto il massimo dei voti e vinto diversi premi, ma era ora di mettersi davvero sotto. Infatti mi munii di cuffiette e presi i miei libri. Era difficile studiare se in mente avevo soltanto il litigio di merda con Harry. Quel ragazzo era davvero una pietra nella fottuta scarpa.
E non era finita, tra pochi mesi il club si sarebbe sciolto e noi non avevamo fatto ancora nulla di folle per passare alla fucking storia. Era un rito, un giuramento che si faceva soprattutto se venivi nominato presidente. Fare qualcosa di così importante da essere ricordati da tutti per secoli.
Sotto sotto tutti noi del club eravamo severi e pazzi, potevamo uccidere qualcuno e il giorno dopo andare a fare beneficenza come se fossimo i ragazzi più bravi del mondo. Chi fa parte del club ha già in partenza qualche rotella fuori posto, che se irritata esploderebbe.

Sbuffai dopo aver letto due ore il libro di storia senza averci capito nulla. Uscii dalla stanza per andare a mangiare qualcosa e poi andare in biblioteca, almeno lì ero più ispirato.
In realtà la fortuna non fu dalla mia parte, perché mentre entravo in stanza con il mio caffè freddo tra le mani, vidi una coppia baciarsi infondo ad uno scaffale. Mi avvicinai fino a trovarmi davanti a loro ma dietro un'altro scaffale e sorrisi. Era Harry ... e pareva che quel Samuel gli stesse facendo un bel lavoretto. Mi venne un idea, bellissima e malvagia.

- cazzo, Samuel ... - gemette lui.

Mi affacciai silenziosamente fino a trovarmi davanti a lui, mentre Samuel era in ginocchio a fargli un pompino io ero lì, davanti a loro. Fissavo Harry che non appena aprì gli occhi gli venne quasi un infarto.
Annuii divertito assistendo alla scena.

- a-ah ... Non ti fermare - disse. Non voleva di certo che mi vedesse.

Lui non smise di fissarmi mentre io passavo i miei occhi da Harry a Samuel divertito. Non ci volle molto prima che Harry venne, emettendo un roco gemito che quasi me lo fece diventare duro. Lui mi guardava e io feci dei passi indietro fino a tornarmene nascosto dietro quei libri.
Ero duro ...
Sembrava che quel Samuel lo sapesse fare bene dato che era venuto subito ... O forse non era stato poi merito suo.

Poco dopo vidi il ragazzo andare via e subito Harry mi venne incontro incazzato.
Diede un pugno a dei libri che si trovavano a due millimetri dal mio orecchio.

- che cazzo fai, sei pazzo!? Poteva vederti! - iniziò
- perché ti arrabbi tanto? Non sapevo mica foste qui, non ti seguo - ero tranquillo
- James, devi smetterla di darmi fastidio - il suo sguardo era omicida
- non ti davo fastidio, sai ... Volevo eccitarmi e vi ho trovati - risi.

Mi prese per il colletto della felpa e mi sbatté contro lo scaffale, poi si avvicinò.

- sono stato fin troppo paziente con te, ma vedo che non mi capisci. Lasciami vivere la mia fottuta vita in pace, lontano da te e dalla tua pazzia di merda! - ribadí.
- pazzia? - chiesi.
- si ... Sei uno psicopatico del controllo -
- questa è bella - ero sorpreso. -ogni volta esci fuori con un insulto diverso, sei creativo! -
- senti, James. Dici tanto che di me non ti importa un cazzo ma poi ti piazzi anche mentre lo faccio perché non sei tu quello che me lo stava succhiando -

Risi.

- non fa ridere ... Davvero James. Fatti un esame di coscienza e capisci quello che davvero vuoi da me, e non dire il sesso perché ti picchio -
- non ho niente da ribadire - dissi.
- bene, se sei convinto che non sono niente per te, allora va via -
- sai, Harry ... Non usare troppo i sentimenti di Samuel. Non se li merita -

Lo lasciai così, spiazzato e incazzato allo stesso tempo. Eccitato lo ero, anzi anche più di prima vedendolo così nervoso, ma comunque avevo perso la voglia di studiare. Me la sarei cavata come sempre.















*Autrice*

JAMES !?!? ADORO
Comunque, Brandon ha bisogno di cento
Abbracci ❤️

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