venti

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Allistair

Ci dirigemmo a fatica nelle nostre macchine e l'unico più sobrio di tutti era Dimitrij, perciò prese lui il volante.
Mi misi seduto accanto a lui nel posto del passeggero e chiusi gli occhi. Nessuno parlò e ad attutire il silenzio era la radio che proponeva canzoni di merda che nessuno sentirebbe mai. I primi a scendere erano Toby e Ed, che erano vicini di stanza.
Stavo per scendere con la scusa di camminare per prendere aria, ma sentii la sua mano toccare la mia. Lo guardai.

- lascia stare, ti accompagno io - disse.
- posso andare da solo - risposi, ma lui non lasciava la mia mano. - per favore - insistette.
- e va bene -

Ero troppo stanco per ribattere, perciò richiusi la portiera e lui mise di nuovo in moto la macchina. Cinque minuti e arrivammo davanti al mio dormitorio, era parecchio buio e non c'era anima viva. Il silenzio era assordante e il mio mal di testa non aiutava. Non scesi subito dalla macchina, Dimitrij mi guardava come un cagnolino e io rimasi a fissarlo.
I suoi occhi neri erano molto più profondi e particolari con la luce della luna e le sue grandi labbra avevano il contorno ancora più accentuato.

- Alli ... - sussurrò guardando le mie labbra.
- si? - risposi

Lui prese un respiro veloce e si fiondò sulle mie labbra così da dare il via ad una serie di baci violenti e particolari. Misi le mie mani dietro la sua nuca e strinsi delle ciocche di capelli tra le dita. Amavo quei capelli morbidi e lisci. Lo sentii spostarsi e poi fermarsi di scatto.

- camera da letto - disse, e lo disse in modo così eccitante che sorrisi spontaneamente.

Scendemmo velocemente dalla macchina e in poco tempo eravamo già nella mia stanza, cercando di fare meno rumore possibile. Erano le tre e mezzo del mattino quando chiusi la porta della stanza a chiave e mi fiondai su di lui, sbottonai la giacca e la camicia sotto, passando i polpastrelli sul suo petto sodo e palestrato, fino a toccare gli addominali e i fianchi stretti. Lui fece lo stesso con me, baciò il mio collo e le clavicole lasciandoci dei segni rossastri sopra. Camminai verso il letto trascinandomi lui tramite i baci, lo buttai di peso e mi misi a cavalcioni sopra il suo corpo. Eravamo in mutande.

- ne riparleremo - disse lui ridendo.
- si, forse -

Lo baciai con ancora più foga capendo quanto il suo sapore fosse buono e gradevole, lo liberai poi dell'intimo e feci lo stesso con il mio. Sentivo la sua erezione premere sulla mia, facendomi vedere subito le stelle.
Dovevo preparare la mia entrata, perciò presi due delle mie dita e le misi nella sua bocca facendogliele inumidire per bene. Poi, le misi nella mia entrata gemendo e socchiudendo gli occhi dal piacere, i suoi occhi si fecero di fuoco a tale visione.

- non metterci troppo principessina - scherzò.

Risi e tolsi subito le mani da lì, per lasciare spazio al suo pene eretto e duro che subito si inserí in me facendomi gemere sonoramente. Non persi tempo, iniziai a fare movimenti regolari guidati dalle sue mani su di me, granduandoli fino a farli diventare abbastanza veloci.
Ero in paradiso? Forse si, o forse era la strada che mi avrebbe portato all'inferno. Noi due, vittime del peccato carnale.
Presi interesse nel fare anche un lavoro di mano nel mio pene fino a che, pochi minuti dopo venimmo entrambi.
I nostri gemiti rochi si mischiarono insieme allo sbattere dei nostri corpi leggermente sudaticci. Era stato paradisiaco.
Lui uscì da me facendomi sentire per un attimo vuoto e poi mi stesi accanto a lui. Eppure non me lo spiegavo. Non mi piaceva lui, non sentivo il bisogno di cercarlo oppure amarlo, però ogni volta era buona per saltargli addosso, e mi piaceva ciò che facevamo.






Dimitrij

I nostri corpi erano caldi, eccitati e oscillavano dal rilassati ai contratti di continuo. Allistair era stato una scoperta per me, sin da quando lo vidi malridotto in strada capii qualcosa. I suoi occhi erano glaciali ma nascondevano un lato delicato ed eccitante allo stesso tempo. Quando le mie mani toccavano il suo corpo nudo diventavano piume, e soprattutto amavo il fatto che lui si facesse toccare con così tranquillità.

- sono stanco - lo sentii dire mentre io ero rimasto a fissarlo pensieroso.
- posso restare a dormire qui? - chiesi.
- si, certo - sorrise.

Oh no ti prego, non sorridere Ryle. Sentii come una fitta strana in petto che feci bene ad ignorare. Gli diedi un bacio sulla fronte delicatamente e dormimmo. Io ci misi un po', mentre lui si addormentò in un paio di minuti soltanto.

Il mattino seguente fui il primo a svegliarmi, a darmi il buon giorno fu una fitta alle tempie che mi fece subito sedere sul letto. Ricordavo tutto, la cena, il casino, la ragazza di Richards e... Allistair.
Posai gli occhi su di lui, dormiva a pancia in sotto con un braccio sotto il cuscino e la faccia rivolta verso il muro. Erano le otto, perfettamente in tempo per le lezioni. Mi chinai per svegliarlo, toccandolo un paio di volte sulle spalle.

- Alli? Svegliati, dobbiamo alzarci - gli dissi.
- mmh ancora un po' - sussurrò muovendosi.
- sono le otto - gli rammentai.

Ecco che aprì gli occhi. Ci guardammo e lui si alzò velocemente. Vide i vestiti sparsi a terra e si scompigliò ancora di più i capelli castani.

- abbiamo ceduto di nuovo? - sembrava una domanda più per se stesso che per me.
- ricordi qualcosa? - domandai.
- io.. si, ricordo tutto - sospirò.

Cercò i suoi boxer e li indossò, poi si alzò per stirarsi un po'.
Anche io me li rimisi e mi alzai, come potevo andare a prendermi un cambio?

- facciamo una doccia? - mi chiese.
Ne rimasi quasi sorpreso, era un tipo abbastanza chiuso e l'ultima volta era tipo scappato via subito dopo, ma accettai ben volentieri.

Ci siamo trattenuti lì dentro, nessuno aveva fatto niente nonostante eravamo in doccia insieme e lo spazio decisamente ridotto. Non volevo infastidirlo perciò evitai di parlare di quella notte, ma avevo una voglia matta di farlo.

- dovrei avere un cambio che ti vada bene, almeno puoi passare in camera tua vestito - rise.
- posso andare anche in accappatoio, io non mi scandalizzo mica- mi atteggiai.
- idiota, gli altri si spaventerebbero - scherzò.

Mi diede un cambio provvisorio e mi diressi in stanza con un sorriso in volto da vero ebete qual'ero. Avevo ancora l'odore della fantastica colonia che portava solitamente, nonostante la doccia non era andata via, si era mischiata nella mia pelle.















*Autrice*

Dim e Alli >>>
Li amo tantissimo

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