quarantaquattro

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James

Lo sci era stato fantastico, erano mesi e mesi che non mettevo piedi sulla neve e solo in quel momento capii quanto mi fosse mancato.
Nonostante eravamo caduti tutti un paio di volte e probabilmente avevamo qualche livido in giro, tranquillamente tornammo in villa. Non c'era nessuno.

- dove stanno tutti? - chiesi
- che ne so! - rispose Ed.
- io vado in sauna - rispose Hugo.

Avevo voglia anche io di andarci e non dovevamo neanche attendere, ce ne erano diverse.
Mi spogliai restando i costume, lasciai l'accappatoio appeso lì fuori e entrai. C'era uno spazio così grande che entravamo tutti e otto lì dentro senza problemi. Mi sedetti, chiusi gli occhi e mi misi comodo. Era fantastico. Percepivo i sessanta gradi che c'erano, e le luci rosse date dai led incorporati rendeva tutto più accaldante. Senza farlo apposta, sentii qualcuno entrare in stanza. Restai con gli occhi chiusi.

- volevo restare da solo - dissi, ma l'uomo non rispose.
Aprii gli occhi e ammisi di esserne rimasto sorpreso. - ciao Harry, perché non sei venuto con noi sulla pista? - chiesi.
- non mi sono svegliato, non ti ho sentito alzarti- disse senza guardarmi.
Era così eccitante vederlo mezzo nudo, nello stesso modo in cui lo era stato la notte precedente.
- sono una piuma - mi atteggiai.
- sei deficiente - mi guardò da lontano.

Sorrisi.

- sta notte non lo pensavi - gli ricordai
- sta notte eravamo ubriachi, James. Non ti allargare - il tono era minaccioso
- si beh, io non molto - alzai le spalle
- lo eri eccome, un te sobrio non mi avrebbe mai chiesto di fare pace ... Tu lo hai fatto -
- lo penso anche adesso, Harry. Vorrei smettere di farmi guerra con te per motivi di merda -

Lui mi fissò serio. Non se lo aspettava.

- davvero? Perché dovrei crederti? - chiese.
- non devi credermi per forza, ti sto solo dicendo che vorrei tornare a come eravamo prima, ad essere sereni e fare sesso quando ci va- ammisi, ero serio.
- ma... Hai sempre detto che i miei sentimenti li tieni sempre in conto - assottigliò la voce.
- lo sono, ma mi va bene così -

Davvero, James? Si.
Ero disposto sul serio a mettere da parte i suoi sentimenti per poter tornare ad avere rapporti con lui. Credevo che uscire più spesso con Marty mi avrebbe portato ad allontanarmi da lui, senza desiderare di riaverlo con me, ma... Non fu così. Più lo guardavo e più rimpiangevo i vecchi noi.
Quel discorso ci era servito, ci aveva aiutati a capire meglio. Non avevo pensato per niente a Martineau da quando ero arrivato, solo a riprendermi Harry.
Mi leccai le labbra involontariamente mentre pensavo, ma avevo già i suoi occhi su di me. Lo fissai, lui si alzò, venne verso di me e io dovetti alzare un po' la testa in su per guardarlo.

- che fai? - cheisi sotto voce.

Lui non rispose, ma si fiondò sulle mie labbra baciandomi con una certa passione. Sentivo subito la sua lingua farsi spazio dentro la mia bocca, in cerca della mia che la raggiunse subito. Mi stavo eccitando, lui si sedette a cavalcioni sopra le mie gambe e io strinsi i suoi glutei tra le mie mani, si strinse a me ancora di più e quasi si aderirono i nostri petti. Sospiravo, annaspavo.

- fammi tuo, James - disse baciandomi la mandibola.

Sorrisi, era fatta, lo avrei fatto mio come sapevo fare meglio.









Hugo

Dormire con Miles era impossibile. Mi piaceva, mi attraeva tutto di lui e non riuscivo a stare fermo. Stava dormendo quando mi accorsi che lo stavo fissando da chissà quanto tempo, come un maniaco sessuale. Deglutii passando lo sguardo prima sulle sue labbra e poi su tutto il petto nudo. Era liscio, non lo avevo mai toccato ma ero certo fosse così, sospirai.

- se non smetti di fissarmi mi tocca denunciarti - disse ad occhi chiusi.
- perché? Ringrazia che non ho fatto altro - risi.
- lo avresti fatto? - chiese, sempre ad occhi chiusi.
- no, affatto - ammisi.
- mh - disse soltanto, doveva essersi sentito osservato anche nel sonno. Dovevo essere messo male.

Si era addormentato. Erano le tre del mattino, così decisi di addormentarmi anche io.

Il mattino seguente mi svegliai e già quasi tutti erano svegli, stavano discutendo sul pranzo.
Mi sedetti, presi una fetta di pancarrè lasciato da solo sul tavolino e ci spalmai del cioccolato sopra.
Li fissavo senza parlare.

- quindi? Che cazzo mangiamo? - chiese Harry, aveva una bella cera quella mattina.
- pasta ... So fare solo quello - disse Toby.
- no no, niente pasta - replicò
- vuoi mangiarti un cazzo di tacchino? Qui si usa spesso mangiare pasta a pranzo, adattiamoci - parlò Ed.
- ben detto Edward - gli sorrise James.
Harry sbuffò e si sedette un po' a disparte.

Miles era sveglio da ben prima di me ma ancora una volta mi stava ignorando. Sorrisi, anche se ero certo che uno di quei giorni mi avrebbe fatto perdere la pazienza.
Parlava con Alli e sorrideva, era un sorriso genuino, reale, calmo ... Mi chiedevo come avesse fatto a farsi notare da un'anima di pietra come la mia, eppure sin dalla prima volta che lo vidi in quel bagno, avevo capito tutto. Miles era il mio fottuto veleno.
Infine ci mettemmo d'accordo per cucinare della pasta, parlavamo, avevamo preparato la tavola e tutto sembrava ... Si, gioioso.

- è un po' scotta - dissi io. Avevo mangiato molte volte italiano e sapevo bene come doveva essere cotta la pasta.
- nah, va benissimo!- rispose Toby.
- buon dio, devi accettare le critiche anche in cucina, Toby! Sono costruttive - lo rimproverò Ed.
- taci, stupido - ribatté

Mangiammo anche se io un po' a fatica, facemmo il caffè post pranzo e ci accomodammo tutti nella sala cinema.

- che ci vediamo? - domandò James.
- ieri ho scoperto un film bellissimo! È del 1987, va bene?- si alzò euforico Toby.
- no, cazzo! È un film romantico per forza - si lamentò dim. Odiava il romanticismo a quanto pareva.
- come si chiama? - domandai
- Maurice - sorrise.
- l'ho già visto! Cazzo quel film è così depresso- disse Alli.
- non è vero! Non avete capito il significato allora - si offese.

Risi. Quel film era particolare, capivo anche perché Allistair lo avesse visto e rivedevo la figura di Clive in lui ...

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