quarantuno

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Dimitrij

Peccato che il mio posto in aereo era ben lontano da quello di Allistair, non potevo vedere come stesse e questo mi provocava stress. Provai a dormire anche se non riuscivo, mi ero portato un libro di Hegel ma non lo avevo neanche aperto. Ad un tratto vidi Toby tornare dal bagno con un'espressione sconvolta in volto, era pallido e silenzioso. Che stesse male anche lui? Tuttavia, poco dopo riuscì ad addormentarsi, beato lui pensai. Quella mattina ero passato personalmente in camera di Alli per aiutarlo con i bagagli, mi sentivo sia felice che in dovere di dargli una mano. Deglutii al pensiero di cosa fosse successo prima che si ammalasse ... Avevamo fatto del buon sesso, oramai era quasi una routine. Le due ore sembrarono non passare mai ma quando atterrammo feci un forte sospiro di sollievo. Scendemmo, cercavo gli altri con lo sguardo e trovai solo Harry.

- ehy ... Dove sono tutti? - gli chiesi.
- non ne ho idea - disse senza emozioni. Depresso del cazzo.

- ragazzi! Qui! - ci urlò Ed sbracciandosi.

Lo raggiungemmo e in poco tempo ci riunimmo, mi fiondai subito su Allistair che sembrò avere un colorito leggermente più umano.

- come ti senti? - chiesi.
- meglio, le pastiglie fanno miracoli - mi disse sorridendomi.
Ogni suo sorriso era un battito perso del mio cuore. Era così bello, dolce, e vederlo in quello stato neanche poi così grave mi aveva portato a stargli più vicino, a pensare di più a lui ...

- ci attende un taxi, sbrighiamoci a prendere la nostra roba - disse James.

E così fu, facemmo infretta a prendere le nostre cose e uscimmo. Una ventata d'aria gelida ci ospitò, costringendoci tutti a farci più piccoli nei nostri cappotti. Circondai con le mie braccia le spalle di Alli e andammo verso i taxi. Erano due. Il paesaggio era già di per sé stupendo, c'era il sole ma si vedeva che aveva appena smesso di nevicare. Sorrisi, sarebbe stato un vero spettacolo stare lì per tutto quel tempo. Arrivammo in poco tempo, pagammo il taxi e ci trovammo direttamente davanti al luogo. Era spettacolare.

- benvenuti ragazzi! È un piacere ospitarvi qui in Italia! Mi chiamo Elia e sono il proprietario dello Ski Chalet -
- è un piacere anche per noi, qui è magnifico - rispose James per tutti noi.
- entrate, ci accomoderemo nella sala e vi spiegherò come funziona, seguitemi -

Non vedevo l'ora, stavamo gelando. Entrammo nella sala che poteva essere grande come quattro stanze di chimica della scuola, era ben pulita, spaziosa, colori contrastanti perfetti. Era davvero spaventoso.

- allora ragazzi, qui potete chiedere quando volete e a qualsiasi ora uno chef privato che cucini per voi qualsiasi cosa vogliate. C'è una spa privata, vasche idromassaggio, piscina all'esterno ovviamente con acqua bollente, possibilità di avere un pass speciale per le piste da sci, una cantina di vini catalogati in ordine alfabetico e tempi di invecchiamento -

Lo guardavo stizzito. Era impressionante.

- ah, dimenticavo. Ci sono tre stanze per intrattenimento, quindi biliardo, TV da usare anche come schermo cinema e c'è una novità.. una spa ad infrarossi -
Sorrise, sembrava non aver fiatato tutto il tempo.
- è sorprendente Elia, ci troveremo da dio - disse James.

Si strinsero la mano e poco dopo andò via.

- qui è un paradiso! - disse Toby elettrizzato.
- puoi dirlo ... Comunque dobbiamo dividerci per le camere - ci ricordò Hugo.
- semplice, saremo io ed Harry, Hugo e Miles, dim e Alli e Toby e Ed. - disse James.
- no! Non mi sta bene - si lamentò Harry.
- fattelo andare bene - gli rispose a tono il biondo. L'altro porto gli occhi al cielo.

Beh, per me le coppie erano perfette.








Harry

Non poteva essere vero, avevamo appena iniziato e già si stava rivelando un incubo. Non bastava averlo vicino in aereo, ma anche compagno di stanza per una fottuta settimana. Era il colmo. Sbuffai cercando di capire come facessi a dormire con lui nel mio stesso letto. Dovevo trattenermi fino a mangiarmi le dita per non picchiarlo, dovevo per forza.
Insieme, ci dirigemmo in stanza e disfammo le valigie. C'era un silenzio snervante.

- smetti di fare il bambino - disse lui standomi di spalle mentre piegava i vestiti da mettere nel suo armadio.
- che vuoi? Hai deciso tu le stanze senza pensare a chi fosse d'accordo e chi no - lo attaccai.
- vedi che qualcuno si è lamentato? No, quindi non rompere -
- io! Io mi lamento! Non voglio passare due settimane in stanza con te -
Lui rise - tranquillo, non scopo i dormienti -

Mi alzai, lo presi per il maglioncino bianco e lo feci voltare con violenza. Eravamo a due millimetri di distanza.

- non scherzare, James - dissi
- non stavo scherzando, secondo te ti scoperei mentre dormi? Per chi cazzo mi hai preso? -
Si innervosí anche lui infatti i suoi occhi si fecero più freddi del clima che c'era fuori. Quasi mi intimidí.

- lasciami la maglia - disse duro.
- altrimenti? - lo sfidai.
- non mi faccio problemi a darti una testata sul naso, lo sai -

Lo lasciai, era vero, non si sarebbe mai fatto scrupoli a picchiare qualcuno. Si leccò le labbra a mo' di provocazione come sempre, io deglutii nervoso e gli diedi le spalle. Aveva sorriso ... Coglione bastardo e narcisista.
Feci infretta a mettere a posto tutto e poi scappai da lì lasciandolo solo. Per distrarmi andai a vedere le camere degli altri. Erano quasi tutte abbastanza simili tra di loro.
Ed e Toby avevano già disordinato tutto, avrebbero fatto un casino assurdo assieme, lo sapevo. La stanza di Hugo e Miles era silenziosa e parlavano a malapena, mentre quella di Alli e Dim era nella norma.

- ehy ... Come stai malaticcio? - dissi poggiandomi alla porta.
- sto meglio - disse, ma un colpo di tosse lo ingannò. Risi.
- tranquillo, credo che se per altri tre giorni non prende freddo e prende le medicine sarà apposto- spiegò Dim.
Agrottai la fronte - non ti ho mai visto essere così premuroso con qualcuno - ammisi.
Non fu neanche lui, bensì Alli ad arrossire e voltare lo sguardo altrove.
- beh, non mi dispiace farlo - alzò le spalle il moro.
- si, ne riparleremo a tempo debito - dissi scettico. Era ovvio che si piacevano.

Lanciai uno sguardo che solo lui capì e poi andai via. Preferivo fare tutto fuorché tornare da James. A tal proposito, preferii mandare un messaggio a Samuel. Giusto qualche foto per farlo morire di invidia, con la scusa di sentirlo.

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