Miles
Teoricamente io non dovevo stare a scuola, non avevo esami. Volevo starci perché non vedevo mai la scuola così vuota e serena, e soprattutto volevo starci per Hugo.
Non lo avrei mai detto ma lui mi stava aiutando a stare sereno, non avevo passato ancora la separazione con Kate e lui mi dava sempre dei momenti di pura serenità. Lui studiava il mattino e a volte il pomeriggio, passavo da lui un paio di ore e fumavamo erba, poi ad una certa mi come cacciava via. La sera fumava e beveva un sacco e lavorava su qualcosa ... Aveva in mente un lavoro che però non voleva dirmi.- devi andare adesso - mi disse mentre accendeva il computer.
Io ero ancora nudo sul divano mentre finivo la mia canna.
- perché? Perché non vuoi dirmi a cosa lavori? - mi innervosii.
- fidati, non lo accetteresti - mi guardò un secondo e poi tornò al suo monitor.
Agrottai il viso. Era strano.Mi rivestii ma non avevo intenzione di andare via.
- Hugo, sono in pensiero per te - ammisi.
- perché? So badare a me stesso, Miles - non mi guardò
- lo so, ma ... Ultimamente sei strano, sei sempre fatto e schivo, bevi molto di più di prima e sei distratto -
- lo so cosa faccio - disse mentre digitava del parole che non vidi.
- beh, se lo sai allora ... Potresti dirmelo -
- vorrei tanto farlo, Miles, davvero.. ma non posso, questo non può essere raccontato ai quattro venti come se fosse una barzelletta -Era terribilmente serio ma i suoi occhi rossi dovuti dall'erba stavano parlando per lui.
- bene, allora non ci vedremo più finché non ti deciderai a parlarmene! -
Mi offesi e feci per andarmene.
- e dai, Richards! - si lamentò da dietro di me.
- non mi interessa! Regola numero tre del club, non avere segreti! -Aprii la porta ma lui fu più veloce di me, mi prese con forza per il braccio e mi tirò a se, chiuse la porta e mi attaccò al muro. Lo fissai tra il serio e spaventato. Il suo sguardo era di fuoco.
- va bene, te lo dico ... Ma non spaventarti -
- Hugo, mi fai preoccupare così - ammisi con voce fievole.
- io ho intenzione di sbarazzarmi di Josh -Vuoto.
Sentii la terra separarsi sai miei piedi e poi buio. Ero svenuto davanti a lui. Mi sarei aspettato tutto ma non questo.Brandon
Fissavo il telefono acceso sulla nostra chat. Stava mandando messaggi a raffica, non smetteva un secondo e io non vedevo più nulla per via delle lacrime che mi appannavano la vista. Ero stanco, stanco di lui e della mia vita di merda.
Cercai di stare calmo e sereno prendendo delle pasticche dallo spaccio della scuola, bevevo e mi isolavo ma ... A cosa era servito? A niente. Avevo anche cambiato numero ma lui mi aveva trovato in qualche modo. Sorridevo ogni volta che Dimitrij mi mandava un messaggio, era davvero troppo preoccupato per me e non si vergognava di farmelo sapere.L'unico modo per distrarmi era lo studio di filosofia, la adoravo ed era un mondo bellissimo e irrazionale. Studiare filosofia significava ragionare sulle varie faccie del mondo e capire da che parte si sta. Era bello, l'erba che prendevo me la faceva rendere ancora più emozionante ma, comunque era bella.
Stavo prendendo dei vestiti puliti dato che volevo fare un bagno caldo, quando arrivò un ennesimo messaggio. Mi si mozzò il fiato qualche istante.< Sei una nullità, Brandon >
< Sei inutile, perché ti rifugi negli altri? Ti aiutano per compassione >Aveva mandato cinquanta messaggi e non ne avevo risposto neanche ad uno, ma quella volta ...
< Tu non sai niente, esci dalla mia vita >
< Quale vita? La tua? Tu non hai più una vita da controllare, lo sai >
< L'unica cosa che vorrei controllare e l'istinto omicida che ho verso di te >
< Simpatico, hai preso un'altra pasticca? Una di troppo?>Un istinto di rabbia mi fece lanciare il telefono contro il muro, spaccandolo in mille pezzi a terra. Presi i miei vestiti e corsi in bagno, riempii la vasca con acqua ben calda, misi una crema profumata per mischiarla e mi ci immersi dentro. Mi ero messo sotto l'acqua fino a sotto le mie borse degli occhi, trattenevo il respiro e fissavo un punto davanti a me senza muovermi. Lui aveva ragione, la mia vita era un'autentica merda e non avevo più modo di risolverla. Era stata colpa sua, mi aveva rovinato tutto, tutto ciò che avevo pianificato per il mio futuro.
" Mamma, sii fiera di me ugualmente, per favore"
Avrei fatto di tutto per mia madre, volevo farla contenta nel miglior modo possibile e avrei anche ucciso per lei.
Mi scese una lacrima che però subito si mischiò con l'acqua della vasca, mi venne da sospirare ma mi ero dimenticato per un attimo che ero sotto l'acqua, iniziai a tossire.
Mi alzai di scatto dato che mi stavo strozzando, sospirai e mi guardai un po' attorno.A quanto pare deve essere questa la soluzione migliore ...
Pensai tra me e me. Ci voleva tanta forza e coraggio, ma spesso sembrava la soluzione di tutti i problemi, mi alzai dalla vasca, presi una lametta e tornai in acqua, alzai il braccio destro e lo posai nel bordo della vasca e misi la lametta sopra la mia pelle. Iniziai a piangere in maniera isterica, le lacrime mi impedivano la completa visione del mio braccio e la mano mi tremava all'impazzata.
Dovevo farlo, era la soluzione a tutti i problemi.Deglutii, chiusi gli occhi e feci pressione sulla mia pelle, poi una riga, una riga precisa in verticale.
...
*Autrice*
...
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Posh
AdventureUn gruppo di ragazzi londinesi che fanno parte dell'università di Oxford, mettono in atto tutta la loro follia per passare alla storia inglese. Sono affascinanti, ricchi, edonisti e terribilmente rumorosi. Il loro pezzo importante oltre ai loro imm...