Toby
La riunione era andata bene, per un attimo riuscii a stare tranquillo ma quando tornai in stanza la preoccupazione tornò, ricordai il numero della stanza di Brandon, la centodieci. Mandai un messaggio a Ed e ci incontrammo davanti alla porta. C'era un silenzio spaventoso, io e lui ci guardavamo impauriti, ma comunque bussai alla porta.
Nessuno aprì.
Bussai di nuovo, ma anche lì nulla. Feci per fare un ultimo tentativo e la porta cigolò, segno che era rimasta aperta. Guardai Ed che di rimando mi fece cenno con la testa di entrare. Aprii la porta lentamente vedendo subito il letto vuoto e in disordine. La luce era accesa, c'erano dei vestiti sparsi per terra e avanzando dentro la stanza vidi un telefono frantumato a terra. Quella visione era strana e spaventosa e nonostante c'era Ed dietro di me avevo comunque una paura matta.- c'è q-qualcuno? - provai a chiedere ma non rispose nessuno.
Deglutii, camminai verso il bagno vedendo la porta spalancata e un braccio fuoriuscire dalla vasca. Era pieno di sangue e pallido. Sbiancai, sentii la mia anima abbandonate il mio corpo, camminai velocemente verso il bagno vedendo il corpo morto stecchito di Brandon. Era ad occhi aperti con l'acqua che lo ricopriva fino a sopra il naso, la lametta insanguinata galleggiava ancora e l'acqua era tinta di rosso. Fu lì che realmente realizzai, urlai istintivamente così forte da assordirmi da solo, poi un conato di vomito mi fece rigettare tutto a terra.
Ed corse da me e sbiancò anche lui.- oh cazzo! Porca puttana! Toby andiamo via cazzo! - urlò spaventato.
Finii di vomitare e mi feci trascinare via di lì. Stavamo scappando, avevo visto colui che mi aveva rovinato la mia relazione più importante morto con le vene aperte dal braccio.
Ed ci chiuse nella sua stanza, aveva una mano tremolante ma riuscì subito a chiamare la polizia e poi la preside. I ragazzi seppero tutto alla svelta e ci precipitammo di nuovo davanti alla stanza di Brandon. Ed mi teneva per le spalle mentre rischiavo di svenire da un momento all'altro, avrei voluto chiedergli così tante cose ... Non avrei più potuto farlo. Mi voltai, erano tutti ammutoliti e Dimitrij piangeva, piangeva molto. Era suo amico.- lo sapevo che qualcosa non andava! - disse piangendo.
Alli lo stava abbracciando ma non era molto di aiuto.
- di questo se ne parlerà per anni - disse James.Feci per ribattere ma la preside uscì dalla camera insieme alla polizia. Loro, chiusero subito la porta a chiave e misero il solito scoc giallo.
- ragazzi, dovete andare via. Tra poco verranno a prendere il corpo e la strada deve essere libera. Grazie per aver avvertito subito - era seria e ci guardò tutti.
Andammo via, nessuno disse una parola ma restammo comunque tutti assieme.
- com'è possibile? Tagliarsi le vene così - parlò Harry.
- aveva dei problemi con il suo ex, pare che lo minacciava e stalkerava da mesi - spiegò Alli.
- che merda - risposi.
- deve aver avuto molto coraggio per farlo, non è mica da tutti - disse James.
- già ... L'ultimo suo messaggio diceva che stava b-bene, io mi ero fidato - disse Dim.
- purtroppo in questi casi c'è poco da fare, sei instabile di mente, se ti capita di pensare ad una cosa troverai centomila scuse per farla - parlò James.Rabbrividii. Al solo pensiero di come fosse arrivato a tanto mi spaventava. Tuttavia, doveva non essere più un mio tormento lui, e invece avrei convissuto tutta la vita con quella visione li.
- tutto bene, Toby? Vuoi prendere aria? - mi chiese sottovoce Ed.
- no, sto bene - dissi.Intorno alle due del mattino andammo tutti a dormire, io ero costantemente affacciato alla finestra e vedevo l'ambulanza portare via il suo corpo sopra di una barella. Mi dispiaceva ad essere sincero, nessuno meritava il suicidio.
James
Quell'evento aveva scombussolato tutti. Avevamo accantonato i nostri problemi e ci concentrammo su Toby e Dimitrij, che a quanto pareva erano i più legati alla vittima. La voce si sparse e sui social tutti i notiziari non parlavano d'altro. Ero in camera mia quando accesi il televisore proprio su quel canale.
" Un ragazzo di ventitré anni si è tolto la vita in camera sua all'università di Oxford. Non si sanno molti dettagli a riguardo ma sono rimasti tutti shock per l'avvenimento "
La preside faceva avanti e indietro dalla scuola al suo ufficio per tutta la notte, ovviamente doveva prepararsi a fare centomila dichiarazioni a riguardo e noi che eravamo stati lì altrettanto.
Sbuffai, non riuscivo a dormire perciò tentai di chiamare Harry.
Credevo non avrebbe risposto, invece no.- che vuoi? - disse.
- verresti in camera mia? - fui diretto.
- non scoperemo - ribadì
- bene, lo so -Richiuse e in poco tempo lui venne da me. Non aventi intenzioni perverse da lui, ma dopo quel fatto non avevo fatto altro che pensarci. Quella cosa mi aveva messo in allerta. Si sedette nel letto affianco a me e mi fissò.
- che c'è? - chiese.
- avevo bisogno di compagnia, mi sento particolarmente solo - alzai le spalle.
- perché non chiami Martineau? - fece lo spavaldo.
- non mi va di vederlo, anzi ... Tra poco si trasferirà in Italia -
- immagino tu sia triste -
Lo guardai. - siamo anche amici, Harry - dissi ovvio.
- lo so bene, amici che adorano farlo - resse il mio sguardo con leggerezza.
Sbuffai. - non mi va di aprire il discorso - ammisi.Posai gli occhi sul pavimento mentre i suoi li sentivo ancora su di me, mi stavano bruciando la pelle.
Deglutii.- mi dispiace vederti così, nonostante io frequenti Samuel ti amo ancora e vorrei solo il meglio per te - disse.
Ridacchiai. - lo so, non credo saresti mai venuto altrimenti -
- ecco, pensa quanto sia stupido a farlo - si incolpò da solo.
- invece lo trovo ammirevole. Forse ci ho messo un po' a capirlo, ma questo tuo sentimento così forte che non vuoi lasciar andare nonostante tutto ... È così ammirevole -
Lo guardai, lui era sgomento.
- mi prendi per il culo? - chiese.
- no, sono sincero. Il tuo amore è puro e profondo, che va sopra ad ogni cosa - dissi.Mi sentivo strano dicendolo ma forse dovevo aver paura di perderlo per capirlo.
Lui sorrise amaro, lo avevo fatto soffrire molto.- scusami per tutto, davvero Harry -
- devo segnarmi questo giorno per farlo diventare festa nazionale - ridemmo.
- comunque non ti perdonerò così facilmente, dovrai guadagnartelo il mio perdono -
- adesso fai la principessa - lo guardai stizzito.
- certo! È il minimo! - si lamentò.Sbuffai e poi feci il gesto che più mi venne spontaneo, lo abbracciai. Inizialmente fu qualcosa di distaccato, ma poi sentendo il calore dei nostri corpi fondersi ci attaccò ancora di più. Mi sentivo bene.
*Autrice*
Forse, e dico FORSE era prevedibile ma anche salvabile. Non avevo mai scritto una roba
Del genere, ma ammetto che mi è dispiaciuto un sacco 😭.
Comunque, Toby non è riuscito ad avere le sue dovute spiegazioni.
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Posh
AdventureUn gruppo di ragazzi londinesi che fanno parte dell'università di Oxford, mettono in atto tutta la loro follia per passare alla storia inglese. Sono affascinanti, ricchi, edonisti e terribilmente rumorosi. Il loro pezzo importante oltre ai loro imm...