quarantanove

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Allistair

Lo avevamo fatto di nuovo. Appunto, non che fosse la prima volta ma per me era stata diversa. Le altre volte lo avevamo fatto da ubriachi ed incoscienti, mentre quella volta lo avevamo fatto perché sentivamo il bisogno di farlo. Era stato così difficile poter dire una cosa del genere a lui ma ... È stato anche molto naturale e spontaneo per me. Dimitrij mi piaceva, aveva il suo fascino da giovane ragazzo  greco ed era maturo per la sua età. Per non parlare del suo fisico ben piazzato e non troppo muscoloso, era alto e abbronzato ... Insomma, un bel tipo.
Mi trattava bene, era gentile con me e molto premuroso, non si lasciava sfuggire nulla di me. Mi sentivo protetto con lui.
Dopo averlo fatto, restammo avvolti nelle calde coperte del nostro letto, io avevo la testa poggiata sul suo petto e lui mi accarezzava i capelli.

- senti Alli... Come mai ti è così difficile fare coming out? - chiese.

Forse era il momento di raccontargli un po' di cose anche se diverse risposte non le avevo neanche io.

- beh, io ho un carattere molto diverso di quello di mio fratello, voi lo sapete tanto quanto me. Lo adoravo ma non riuscivo a stare al suo passo. Vedevo che lui aveva fatto coming out da subito e con una certa leggerezza, mentre io mi sentivo oppresso perché non riuscivo - spiegai.

- capisco ... Sono certo che non è stato così tanto facile neanche per lui - disse.
- io credo di sì invece, appunto perché era uno sfacciato e menefreghista lo ha fatto con semplicità -
- non è del tutto vero, quando si trattava di consolare qualcuno o difenderlo, sembrava una seconda mamma, si trasformava -

Lo guardai, ne aveva parlato come se quei momenti fossero stati importanti per lui.
Anche lui mi guardò e mi sorrise.

- Alli, tu non devi essere come tuo fratello. La gente tutta uguale annoia perché vuole somigliarsi, invece ... Guarda quanto è interessante e bello il diverso? - rise.
- hai ragione -

Mi baciò i capelli e riposammo un po'. L'indomani qualcuno sarebbe voluto andare a sciare ed io ovviamente mi sarei astenuto... Forse.

[...]

Il giorno dopo finalmente Dimitrij riuscì a convincermi per andare a sciare anche se non sapevo farlo. Ero guarito da un po' e ancora non esploravo il mondo esterno. L'aria era freddissima ma si notava subito quanto fosse pulita e risanante.
Prendemmo le nostre attrezzature, vedevo James volarci su quelle piste, era tremendamente portato per fare ogni cosa. Dim restò con me almeno un oretta per insegnarmi i passi base e poi ci buttammo in pista anche noi. Era una sensazione strana e liberatoria. Amavo tutto quello.

- ho una fame - disse James.
- a chi lo dici, mangerei tutto il ristorante - rispose Miles.
- da quanto siamo qui? - chiesi un po' smarrito, ci eravamo divertiti un sacco senza pensare a nient'altro.
- siamo qui da quattro ore - disse Miles.
- porca puttana! È un bel po' - esclamai.

Tutti risero e tornammo in casa, anche se temporeggiammo per altre due orette per visitare i paesini lontani, vedere quale casa fosse la più bella e quale la più orribile. Eravamo felici e spensierati.







Miles

Tornammo in casa e vidi Toby e Hugo già ai fornelli per cucinare. Fissai quest'ultimo ripensando alla nostra ultima conversazione. Lui era una persona estremamente complicata e misteriosa, mi dava suo nervi. Quando vedevo lui ridacchiare sinistro pensavo a quello stesso sorrisetto che aveva quando notava che ero in crisi con Kate.
Lo odiavo. Tutti ci avvicinammo affamati nella penisola della cucina.

- che cucinate? - chiesi, cercando di ignorare ancora Hugo.
- pasta col pesto e spezzatino di vitello - rispose fortunatamente Toby.
- buono il pesto! Aiuto, ho fame - dissi io più sotto voce.
- intanto apparecchiate - disse lui ancora.
- ma certo! Ci cambiamo e arriviamo - disse James.

Andai in stanza, ovviamente Hugo aveva ordinato tutto alla perfezione come era di sua abitudine, aveva rifatto il letto, aperto le tende e fatto arieggiare il bagno in camera. Era un perfetto uomo di casa. Un po' indolenzito tolsi la tuta davanti allo specchio, notando diverse ferite che mi ero fatto. Ero pessimo nello sci, infatti ero caduto numerevoli volte.
Avevo un livido bello grande nel costato, uno sul piede per colpa di Allistair e un graffio leggero sulla mano destra. Comunque, niente di grave.
Mi vestii infretta e andai ad aiutare gli altri. Avevo già paura dell'argomento che avremmo affrontato. Entrai in sala da pranzo, apprecchiammo un po' tutti e intorno alle due iniziammo a mangiare.

- ragazzi, questo pesto è fantastico - disse Dim
- puoi dirlo, io lo amo - rispose Ed.
- comunque, questo è un fottuto paradiso e noi stiamo per lasciarlo - parlò James.
- quanto manca alla partenza? - chiesi.
- abbiamo questa e la prossima notte e poi abbiamo l'aereo alle undici del mattino - spiegò.

Tutti noi iniziammo a fare versi di disapprovazione in coro. Nessuno voleva andarsene.

- se non fosse stato per gli esami ... - disse Toby.
- già, invece ci sono - rispose sconsolato Hugo.
- potremmo sempre tornarci - provò a dire Harry.
- non so, l'anno prossimo saremo tutti separati - dissi serio. Era la dura realtà
- beh non è del tutto vero. È giusto che noi dell'ultimo anno andiamo via, ma ci si può sempre vedere fuori. E poi tu ed Alli starete assieme ancora - mi parlò James.

Si, ma quanto sarebbe stato lo stesso?

- non sarà più lo stesso - disse Alli.
- è vero, ma le cose belle non durano per sempre purtroppo -

Era vero, troppo vero. Avevo ancora due notti lontano da quello che definivo l'inferno. Avrei rivisto Kate, mi sarei fatto sbattere ai quattro venti i suoi insulti e mi avrebbe lasciato davanti alle sue amiche. Come avrei affrontato gli esami? Avrei voluto spaccare tutto.

Effettivamente non tanto mi interessava delle sue amiche, quanto di lei. Mi piaceva, era stata la prima ragazza seria che avessi mai avuto. Non ero stato troppo fortunato con le donne in passato, ma lei ... Era stata come un ancora di salvezza per me. Non sapevo perché, ma spesso nelle relazioni mi stancavo subito e purtroppo dovevo lasciarle, non mi sentivo mai così tanto appagato come con ...
Con..
Qualcuno.















*Autrice*

Sono a scuola, ciao

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