cinquanta

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Harry

I due giorni volarono. Io preferii dormire sul divano e quel coglione orgoglioso di James non ribatté per niente. Mi guardava come se volesse dirmi qualcosa ma quando provavo a farlo parlare, lui cambiava sguardo. Non riusciva a tirare fuori niente ed io mi ero davvero stancato di rincorrerlo.
Ad orario stabilito lasciammo lo chalet, salutammo il proprietario e con i nostri taxi andammo in aereoporto. Era un bel viaggetto ma quel posto un po' mi sarebbe mancato. In macchina non fiatò nessuno, tutti eravamo tristi sia di lasciare quel paradiso sia per tutto ciò che era successo. Sospirai pensieroso. Tornare alla routine scolastica non era spesso la scelta migliore, ma era il nostro ultimo anno e lo studio mi avrebbe distratto da James, era una cosa buona.
Stessa cosa in aereo, purtroppo eravamo vicini di posto ma nessuno dei due parlò con nessuno. James era il maestro numero uno nell'infastidire la gente, ma quella volta non parlò, sentiva le sue musiche nelle cuffie e leggeva un libro.

Scesi dall'aereo, insieme ci dirigemmo nuovamente verso l'università, ci salutammo e tornammo nelle nostre camere. Sbuffai, quel posto era pesante, l'aria era opprimente dalle troppe litigate e troppi pianti.

- harryyyy! - mi sentii urlare. Jace mi corse incontro abbracciandomi
- ehy! - dissi di rivolta.
- tutto bene in Italia? Come ti invidio, anche a me piacerebbe andarci -
- stupenda! Devi andarci in effetti - consigliai.
- lo farò -

Parlammo un po', gli avevo raccontato tutto quello che era successo con James oltre alle cose belle, era sconvolto ed incazzato tanto quanto lo ero stato io.

- certo che non cambierà mai, resterà sempre un figlio di puttana - disse.
- concordo, credo sia meglio Samuel di lui - ammisi con un dolore al petto.
Fino a qualche mese fa neanche lo sognavo di dire una cosa simile.
- togli il credo! - esclamò lui facendo ridere entrambi. Si odiavano così tanto ...

A sera andai a casa di Samuel senza dirgli nulla, mi aveva scritto qualche minuto prima ma di proposito non avevo risposto. Speravo solo di trovarlo in casa. Bussai più volte e solo dopo un po' sua madre aprì.

- oh ciao Harry! Sei tornato dalle vacanze ... Come sono state? - chiese la donna gentilmente.
- tutto bene, grazie - sorrisi.
- entra, vieni. Samuel è in camera sua -

Mi feci strada da solo verso la sua stanza, sentivo un rumore leggero dei tasti del joystick veloce e sospiri pesanti da lui, doveva essere nel cuore di una partita importante. Sorrisi, socchiusi la porta e lo vidi ...
Era in intimo, seduto sulla sua sedia da gaming, con le cuffie e gli occhi piantati sullo schermo. Spalancai la porta e mi poggiai su di essa, attendendo che mi notasse. Era divertente. Dopo diversi minuti si voltò di scatto.

- cazzo! Che colpo! - si portò una mano in petto, poi tolse le cuffie.
- sorpresa! - risi.

Lui bloccò tutto e mi venne ad abbracciare forte. Solo abbracci avrei concesso quel giorno.

- mi sei mancato Harry - disse senza staccarsi dall'abbraccio
- anche tu, Samuel - ammisi.
Mi guardò sorridente, e lì capii effettivamente quanto fosse bello. Il suo sorriso era genuino, sincero e carico di emozioni. Era contagioso.

- quanto da uno a dieci? - chiese non allontanandosi troppo da me
- mmh ... Cinque - scherzai
- idiota - capì subito l'ironia
- scherzo, almeno undici -

Mi fece sedere affianco a lui e parlammo, parlammo molto, gli raccontai qualsiasi cosa fosse successa cercando di non mettere i lnome di quel coglione biondino in mezzo, anche se lui era parte centrale della mia vita, ahimè. Gli avevo raccontato qualcosa, ma non ne sapeva quasi nulla e non aveva idea della gravità della situazione, ma forse era meglio così.










Hugo

Tornare alla vita di prima era difficile, avevo dei conti in sospeso con Josh e non potevo mettere da parte anche il problema Miles. Mi tormentava, credevo che sarebbe stato pressocchè semplice faelo cedere a me, ma mi sono ricreduto subito. Era una testa dura miles richards e io avrei sfoderato le mie armi migliori per riuscire nel mio intento.
Una cosa l'avevo capita da quel viaggio, quando prima era solo una soddisfazione personale prenderlo con me, adesso era diverso, mi piaceva, mi sentivo diverso.
Camminando per il campus il giorno stesso che tornammo, e subito incrociai Josh e il suo gruppetto di ragazzi emarginati del cazzo.

- eilà! Guardate chi è tornato - disse lui facendo girare i suoi amici verso di me
- che vuoi? - sbuffai
- che scortese, neanche un come stai - fece il finto offeso
- non ho tempo da perdere con te, preferisco pensare agli esami che alla tua faccia di merda -

Mi stavo già scaldando, quella vacanza non mi aveva così poi tanto rilassato. Ero nervoso.

- calmati, Fraser. Oggi non sono in cerca di rogne, volevo solo salutarti - era serio Josh
- e perché? - lo fissai
- sei un rompi palle scorbutico, fanculo - mi diede una spinta sulla spalla.
- non toccarmi Josh - non doveva farlo.

Io avevo un difetto che forse riconoscevo più di tutti, io alzavo subito le mani se qualcuno le voleva alzarle su di me. Non riuscivo a contenermi e per lui non lo avrei mai fatto. Non vedevo l'ora di picchiarlo da quando mi prese di mira anni prima, era un mio sogno erotico.

- perché, sennò che fai? Mi picchierai? - si avvicinò minaccioso
- se proprio lo desideri ... - risposi sostenendo il suo sguardo omicida.
Lui rise sinistro - pur di farti penalizzare gli esami con una sospensione, mi farei pestare -
- oh ... Ma che astuto! - dissi ironico.
- visto? - si vantò.

Restammo a fissarci zitti per qualche istante, poi parlai.

- adesso vattene, perché sennò non ti lascio vivo in mezzo al corridoio - minacciai serio.
- te l'ho detto qualche tempo fa, io e te abbiamo un conto in sospeso -
- lo risolveremo, sta tranquillo ... Prima che tu possa accorgertene -
Lo avvertii. 

Lo vidi sgomento che ovviamente fece finta di non avere, mi sorrise e non osò dire altro. Probabilmente lo avevo intimorito, quando ero così dannatamente serio tutti avevano paura di me, sembravo un pezzo di merda e psicopatico.
Andò via con i suoi cani da passeggio che si portava dietro e poi anche io andai via, dovevo urgentemente dormire almeno dieci ore.

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