trent'otto

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Harry

Baciai d'istinto Samuel ed ero quasi certo di meritarmi uno schiaffo fortissimo, ma poi mi ricredetti. Non avevo niente da perdere, io ero libero, non dovevo rispettare nessun altro se non me stesso. Io non ero legato a nessuno. Di riporto lui mi baciò con più foga, eravamo in estasi, infatti mi fece alzare e mi guidò fino al suo letto, mi sdraiai e ci spogliammo velocemente.

- una cosa veloce Harry, i miei torneranno tra poco -
Disse ad un soffio dalle mie labbra.
Per un attimo dimenticai che lui non alloggiava nei dormitori dato che casa sua era vicinissima all'università.

Una volta svestiti lui mi baciò tutto il petto con velocità e foga, io invece perlustravo il suo corpo, nuovo per me ovviamente. Lasciò una scia di baci fino ad arrivare alla V sul ventre. Passò la lingua sul bordo così da accentuare il muscolo e far crescere la mia eccitazione. Sorrise quando spinsi i fianchi verso di lui, doveva urgentemente rimediare. Non ci mise troppo prima di prenderlo in bocca, controllava molto bene i suoi riflessi e quasi lo prendeva in bocca interamente. Di certo non me lo sarei aspettato da uno come lui. Gemevo e passavo le mani tra i suoi biondissimi capelli lisci. Ero in paradiso? Probabile.
Nel mentre anche lui si stava masturbando, mi dispiaceva non farlo io a lui, ma sarebbe stata una scusa per rivederlo di nuovo.

- Sa-samuel ... - dissi sull'orlo del piacere.
- vieni per me, vieni su di me -

Mi disse. Inizialmente non capii essendo in preda all'eccitazione, ma poi mo vidi prendere la mia eccitazione e posarsela sul pomo d'Adamo, ingoiò due volte di fila facendomi percepire del movimento ... Venni. Lo vidi sorridere vittorioso e poi si alzò. Io mi sedetti sul letto. Non sapevo se sentirmi in imbarazzo o sollevato.

- caspita Harry, niente male - disse iniziando a rivestirsi.
- anche tu non scherzi - risi.

Poco dopo sentimmo una macchina entrare nel vialetto di casa. Giusto in tempo, pensai. Ci rivestimmo di fretta e il raccolsi i libri che avevo fatto cadere a terra precedentemente. Quello scrittore me lo sarei ricordato più di tutti, ero certo.
Ancora una volta lui non mi aveva deluso, quasi stentavo a credere che fosse davvero così perfetto, non capivo dove potesse essere la fregatura. Cercai di non sabotarmi da solo e non ci pensai. Ci siedemmo di nuovo nelle sedie facendo finta di tornare a studiare, lo vidi scrivere un messaggio velocemente e poi tornò a darmi la sua attenzione.

- bene, dove eravamo rimasti? - chiese.
- stavo spiegando un opera - dissi anche se non ricordavo molto.
Non sapevo perché ma per qualche millimetro di secondo, ripensando a quell'opera, mi venne in mente l'immagine di James. Lo odiavo, mi stava rovinando, non ne potevo più.








Hugo

Non lo capivo, prima ricambiava il bacio e poi mi schiaffeggiava come se lo avessi costretto. Avrebbe potuto scansarsi ma non lo ha fatto. Cos'hai Miles Richards che ti tormenta? Lo avrei scoperto. Comunque, mancavano due giorni alla partenza e mi toccò finire la valigia anche abbastanza infretta, odiavo farla ma quel posto in Italia sembrava fantastico.
Portavo due valigie ed erano già stracolme di cose, perciò presi anche uno zainetto. Sospirai e mi alzai ... Avevo finito.
Scesi nella caffetteria della scuola e ordinai una torta al cioccolato semplice e un caffè macchiato, volevo rilassarmi. Questo però non mi fu concesso, di nuovo Josh venne e si sedette nel posto libero davanti a me. Sbuffai.

- guarda un po' ... Tutto soletto - iniziò
- che cazzo vuoi? - dissi duro.
- che sgarbatezza! Non si fa, è da maleducati - rise. Quella risata era sgradevole a dire poco.
- muoviti, mi fai perdere l'appetito -
- beh, spero che il tuo amichetto ti abbia dato il messaggio l'altro giorno. È molto carino e simpatico, potrei farci un pensiero -
Lo fissai - non toccarlo, non devi provarci, sai che potresti pentirtene -
- mi minacci anche? Non voglio mica farmelo! -

Era irritante, non voleva demordere.

- senti, Josh ... Sono abbastanza tranquillo rispetto ad altri membri del club perciò sei salvo, ma sappi che durerà poco, ti sto avvertendo -
- ohh, mi avverti. Quindi gli altri sono come dei cani randagi? Pronti ad assalirti ... -
Lo fissai male - esatto, stanno giusto cercando una preda e non vedo l'ora che ti mangino -

Quel paragone non era del tutto sbagliato. Tutti noi insieme eravamo pericolosi.

- sai, vorrei tanto sapere gli altri componenti del club. Credo di conoscere soltanto te, James, Toby e Miles - mi guardò sorridente anche se si felice non aveva niente.
- contento tu - alzai le spalle e continuai a mangiare.
- scommetti che vi scopro tutti? -
Sbuffai - che vorresti farci? - chiesi.
- sarà la volta buona che sparirete dall'esistenza di questa cazzo di scuola, farò in modo che tutti perdano quella stima ingiustificata che hanno per voi, chiaro? -

Risi, sembrava la scena di un film ed era fottutamente divertente.

- non riderai quando compirò il mio compito, Fraser. A presto -

Gli sorrisi e lo salutai con un gesto di mano come un bambino. Non credeva neanche lui a quello che stava dicendo. Continuai a mangiare anche se mi aveva fatto nascere un forte mal di stomaco. Certe volte mi chiedevo perché proprio io dovevo essere preso di mira da lui, non me lo aveva mai spiegato ed io puntualmente non glielo chiedevo. Ero stanco di averlo intorno, di sentire le sue cazzate, volevo quasi togliermelo dai piedi una volta era tutte ....
Un modo c'era, non lo avevo mai provato ma poteva funzionare. Un idea malsana mi stava nascendo in testa, un idea che non avrei mai pensato di escogitare ma che sembrava l'unica via d'uscita ...
Potevo provarci. 















*Autrice*

Harry e Samuel hanno ceduto a loro e si sono finalmente dati del piacere! Vedremo come andrà tra i due.
E Hugo? Che idea malsana intende?

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