quaranta cinque

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Dimitrij

Infine decidemmo di vedere un film un po' più erotico e drammatico.
Le scene erano scottanti, particolari, senza censure e quasi reali.
Ero seduto accanto ad Alli che sembrava essere quasi del tutto guarito, aveva fatto bene a non andare sulla pista da sci, non aveva preso freddo. Lo guardai, lui mi riguardò di riporto e gli sorrisi.
Quella volta non mi ignorò come faceva spesso perché si vergonava, ma mi sorrise anche lui. Questo, fece scaldare il mio cuore.

- sono tutti super dotati! - disse ridendo Ed.
- ma dai? Mai visto un cazzo grande? - si prese gioco di lui, James.
- tu non di certo - replicò
- vuoi vederlo? Potresti spaventarti - vidi Harry ridere imbarazzato.
Si, quei due scopavamo alla grande.
- EW, no! Fai schifo - disse disgustato.
- quando vuoi, Edward! - rise vittorioso e sistemandosi i capelli all'indietro.

Aveva un certo fascino, c'era da ammetterlo. Ero sicuro che avesse una fila madornale di gente che pagherebbe per farsela con lui anche soltanto per venti minuti.
Poi, feci una mossa decisamente azzardata ma mi sentivo di farla. Mi abbassai leggermente e posai la testa sulla spalla di Alli, mentre non toglievo gli occhi da quella sorta di porno che era diventato quel film. Lo sentii irrigidirsi, non si mosse, non ricambiò nulla.
Era prevedibile, non aveva fatto coming out totalmente e non amava farsi vedere così con un ragazzo ... Non per il momento. Senza farci caso restai così fino alla fine del film e, quando le luci si accesero tutti iniziammo a commentare il film.

- questo film è perfetto se hai problemi di alza bandiera - disse Miles.
- tu come Kate sicuro non ne hai - rispose Toby.
- beh però ha ragione, è un porno e basta - disse Hugo.
- beh, bello no? - mi intromisi io.

Sentii diversi si da tutti. 

Poi, alcuni si spostarono nella sala dei giochi mentre altri tornarono in salotto. Iniziava a fare decisamente più freddo, stava nevicando da tutta la notte e anche con velocità.

- avrei tanto voluto prendere la motoslitta oggi- disse James sconsolato
- ho visto che domani dovrebbe essere sereno - dissi io seguendolo
- lo spero! - rispose. 








Allistair

Quella mattina mi svegliai sentendomi decisamente meglio. La febbre era del tutto scesa anche se ero ancora un po' debole. Mangiavo di più ed ero meno stanco. Finalmente, pensai. Nonostante ero in stanza con Dimitrij, non lo avevo contagiato e per un attimo mi sentii sollevato.
Il pomeriggio lo passai con Hugo, Ed e Toby a giocare un po' a biliardo e un po' a ping pong, iniziando a scommettere anche dei soldi. Era divertente, non avevo avuto modo di giocare così tanto con loro da soli, erano davvero persone che sapevano intrattenere e fuori dalle righe.

- qui e così rilassante e bello ... Immaginate quando dovremmo tornare a scuola - disse Ed palesemente schifato.
- non voglio pensarci, avremo gli esami! - ribatté Toby.
- tranquilli, sono facili - disse Hugo
- tu dici così perché sei bravo! Io e lui ci distraiamo facilmente! -
- siete arrivati al quinto anno con questa mentalità che avete, passerete anche questo- dissi io.

I due si guardarono

- in effetti ... - disse Toby

Ed non aveva tutti i torti, quelle vacanze ci sarebbero mancate. Ultimamente succedevano cose strane a scuola, eravamo stressati, incazzati, pieni di casini ...
Quello chalet sembrava fuori dal mondo, era un paradiso, tutto era calmo e la gente si divertiva e basta. Da quando era iniziato l'anno quello era stato l'unico periodo di pace per me, avrei voluto non finisse mai. Una settimana era poca, ma dovevamo studiare perciò potevamo permetterci poche vacanze.

- Alli? -

Mi sentii chiamare e mi voltai. Era dim.

- si? - chiesi.
- il tuo telefono squilla da mezz'ora - mi sorrise debolmente
- arrivo -

Probabilmente erano i miei, non gli avevo fatto gli auguri per le festività, non mi ero fatto sentire per niente e non sapevano neanche dove fossi.
Infatti a chiamarmi era mia madre, così la richiamai spostandomi in una delle tante stanze vuote che c'erano.

- pronto? - parlò lei
- ciao mamma, come state voi a casa? - iniziai.
- noi bene, Alli! E tu? Sono bravi i ragazzi con te?-
- certo, qui è tutto stupendo - ed era vero.
- sono contenta ti piaccia! Dov'è che stai? -
- in uno chalet privato sulle Dolomiti - spiegai.
- stupendo! Sai, lì intorno ci siamo andati io e tuo padre come viaggio per il nostro primo anniversario di matrimonio -

Lei adorava così tanto mio padre, erano sposati da più di dieci anni e entrambi si amavano come se fosse il primo anno. Li invidiavo tanto per questo ma allo stesso tempo mi vantavo dei genitori che avevo.

- bene mamma, adesso devo andare ... Passate delle buone festività, mi raccomando -
- certo caro, tu stammi bene -

Lei richiuse la chiamata e io riposi il mio telefono in tasca.
Tornai in camera per prendermi una felpa e Dim era già lì, lo fissai dallo stipite della porta in silenzio dato che non si era accorto della mia presenza, lo sentii tossire più volte.

- minchia, ti ho contagiato - dissi ridendo. Lui si voltò subito.
- ma che dici! In inverno mi ammalo sempre - cercò di coprirmi, ma non ero stupido
- si certo come no, facciamo che te la do per buona -

Entrai in stanza e chiusi la porta alle mie spalle, mi avvicinai a lui e mi sedetti al suo fianco nel letto. Lo guardai sorridendo. Era così carino con me, non avrei mai smesso di dirlo.

- scusami se prima ti ho messo in imbarazzo, mi è venuto spontaneo ... - si scusò lui
- non mi hai imbarazzato, anzi, mi ha fatto piacere- dissi.

In realtà inizialmente mi ero come congelato, però poi sentii subito un forte calore da lui che mi scaldò tutto il corpo e mi rilassai. Avrei voluto che non si staccasse mai.

- dici davvero? Mi stavo facendo dei complessi assurdi- disse imbarazzato.
- Dim, sul serio ... Qualsiasi cosa ti senti di fare falla, tu mi piaci -

Sentii il cuore saltare un battito. Lo avevo detto davvero?
Vidi sgomento nei suoi occhi, stupore ... Non me lo sarei aspettato io da me stesso, figuriamoci lui.
Sorrise, lo vidi avvicinarsi sempre di più a me fino a che non mi baciò lentamente. Il cuore iniziò a battere all'impazzata e ricambiai il bacio. Anche in quel caso non osò azzardare troppo i movimenti, infatti mi accarezzò le guance con lentezza e prese qualche ciocca di capelli tra le dita. Io feci lo stesso, amavo i suoi capelli neri e lisci. Il bacio si intensificò da sé in maniera naturale, io mi stesi sul letto e lui era sopra di me. Non smettevamo di toccarci ed era una sensazione bellissima.
Dim mi stava portando verso la via illuminata della mia vita che credevo talmente lontana che stavo per rinunciarci. Mi piaceva, molto, mi avevano catturato subito i suoi modi di fare dolci e premurosi, non aveva paura di niente ed era protettivo. Mi aveva assistito tutto il tempo anche per una semplice febbre.
Mi piaceva.















*Autrice*

Amorini miei

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