cinquanta sei

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Dimitrij

Brandon era diventato il mio pensiero fisso in quel momento. Era solito mandarmi tutti i giorni dei messaggi perché sapeva che ero in pensiero per lui, eppure erano passati due giorni da quando non avevo ricevuto niente. Avevo provato a dormire e studiare, ma niente, non riuscivo. Sentivo una brutta sensazione in me che non ne voleva sapere di andarsene, ma cosa poteva essere successo? Se fosse tornato il suo ex lo avrei saputo ...

- avanti, dim... Dobbiamo ripassare fisica - mi guardò Alli. Dimenticavo che eravamo in biblioteca a studiare.
- scusa Alli, ero distratto - dissi.
- lo so, infatti non ho iniziato per niente, sapevo non mi avresti ascoltato - sorrise con compassione.
- scusami davvero, adesso studiamo davvero -

Aprii il libro e poi vidi raggiungerci anche Ed, Hugo, ed Harry.

- ragazzi sono nel pallone! - disse Ed.
- a chi lo dici - risposi più in sotto voce.
- dov'è Toby? - chiese Alli.
- in camera, ha detto di voler stare da solo - disse Ed. Dalla sua faccia doveva sapere anche il perché.
- fate fisica? Bene, vi interrogo io - disse Hugo con una certa bella cera in viso, anche se aveva gli occhi rossi.

Così fu. Riuscii a ripassare fisica e a distrarmi il meno possibile. A volte Allistair mi toccava la gamba come per farmi stare sereno, e poi andammo tutti a mangiare assieme. A quel momento ci raggiunse James che sembrava come schiacciato dal sonno. Era leggermente pallido e non parlava molto.

- voglio una lasagna - disse James.
- magari! - rispose Ed.

Comunque mangiammo e nel mentre il mio telefono vibrò. Lo presi subito e sentii il sollievo pervadermi.

< Sto bene >

Mi scrisse. Brandon stava bene. Anzi, sapevo che non era così ma almeno era sano e salvo e questo era importante.
Sorrisi istintivamente e Alli mi guardò di riporto.

- ti ha scritto Brandon? - mi chiese sotto voce
- si, ha detto che sta bene - sorrisi
- bene! Te lo dicevo che non c'era da allarmarsi -

Annuii e mangiai con più serenità, poi ognuno si rintanò nella propria stanza. In quei giorni la nostra routine era noiosa e ripetitiva. Mattina studio, pranzo assieme, pomeriggio studio e cena assieme. Alli voleva farmi compagnia ma stavo meglio, perciò lo feci andare tranquillamente in stanza sua, anche lui meritava di stare un po' da solo.
Cercai di studiare e forse ci ero anche riuscito per metà, ma qualcuno bussò alla porta. Aprii ed era Toby.

- ehy ... Tutto bene? -
La sua faccia era spaventosa.
- si, posso parlarti? - disse subito.
Annuii e lo feci entrare ed accomodare sul divanetto.

- hai una faccia ... - dissi.
- già, senti .. che mi sai dire di Brandon? -
Il mio cuore si fermò un secondo.
- beh, ultimamente sta avendo dei problemi con il suo ex, ma è tranquillo e gentile -
- il suo ex? Come si chiama? - mi fissò
- non me lo ricordo - non volevo dire troppe cose anche se di lui mi fidavo.
- e perché hai problemi con lui? - domandò.

Mi stranii. Non si era mai importato ne di lui né della gente che frequentavo, che stava succedendo?

- perché, Toby? Che cerchi da lui? -
Lui sospirò - niente, e che ... Credo che abbiamo fatto la stessa scusa da adolescenti - disse.
- me ne avrebbe parlato, probabilmente neanche si ricorda di te. Io vorrei tanto dirti tutte queste cose ma non è compito mio. Se vuoi puoi andare da lui - consigliai.

Stette per un attimo in silenzio e poi parlò.

- che stanza è? - chiese.
- la cento dieci - risposi.
- ci andrò... Grazie e scusami se ti ho infastidito -
- non dire cazzate, puoi parlarmi di qualsiasi cosa, lo sai - gli accarezzai i capelli.

Poco dopo andò via. Avevo un presentimento strano, di nuovo. Non poteva stare così di merda solo per un compagno di stanza, c'era dell'altro, forse dei conti che avevano in sospeso.











Ed

Secondo lui sarebbe stata la soluzione migliore, voleva andare a parlare con Brandon e probabilmente se si sarebbe innervosito lo avrebbe anche picchiato, conoscendo Toby. Forse lo avrei anche compreso, gli aveva rubato il suo primo amore e lo sapeva ...
Vedendolo adesso sembrava un ragazzo molto tranquillo e riservato, non me lo immaginavo di certo mentre rubava un ragazzo ad un'altro con tale cattiveria.

- mi accompagneresti? - mi chiese
- io!? Perché? Non c'entro nulla -
- lo so, ma ... È acqua passata non vorrei fare degenerare le cose - mi fissò
- è una cosa che devi risolvere da solo, Toby. Vorrei tanto aiutarti ma è delicata come cosa, devi affrontarla - ero sincero
- potresti almeno restare fuori dalla porta? -
- ma certo, va bene. Quando vuoi andarci? -
- credo domattina -

Annuii e gli diedi delle leggere pacche sulla spalla.

- grazie Ed ... Ultimamente sembra che tutto sia in salita ma andrà tutto bene, parlerò con lui civilmente e mi farò spiegare tutto -
- bravo, così si fa - sorrisi

Studiammo un po' e poi lo portai in caffetteria per fare merenda, ultimamente era così pensieroso che si dimenticava anche di mangiare. Prese un cornetto caldo con una spremuta di arancia, mentre io un muffin al cioccolato e un succo di mela rossa.
L'anno stava finendo, gli ultimi mesi del club dovevano essere belli e pieni di follie, ma era diventato tutto una merda. Ognuno era sopraffatto dai propri problemi e si isolava, chi fumava erba, chi litgava ...
Credevo che si sarebbe risolto tutto in qualche giorno ma non era stato così. Ero preoccupato per tutti i miei compagni.

- Ed? - mi portò alla terra Toby.
- eh? - mi risvegliai
- ti sta squillando il telefono -

Subito guardai lo schermo, era mia madre. Sbuffai infastidito ma comunque la richiamai. Non serviva neanche che mi spostassi, Toby sapeva tutto.

- tesoro! Come stai? Non ti sei fatto sentire -
- ciao mamma sto bene, devo studiare molto, lo sai -
- lo so bene, ti stai per laureare! Sei contento? -
- si, lo sono mamma -
- miraccomando dicci il giorno della cerimonia, verremo io e tuo padre! -
- certo, lo farò. Adesso devo andare mamma, ho molto da fare. A presto -
- ciao tesoro! -

Io e mia madre avevamo sempre avuto un rapporto pessimo per colpa di molte delle sue scelte sbagliate, le volevo bene ma non saltavo dalla gioia ogni volta che ci sentivamo al telefono. Toby mi sorrise per incoraggiarmi e finimmo di mangiare, era meglio che a lei non ci pensavo.














*Autrice*

Voi (forse) non avete idea ...

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