trentacinque

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James

Ero contento per Allistair, ultimamente aveva una pessima cera ma lo vedevo più tranquillo. Sarei andato presto di matto per due motivi: il primo, Harry mi ignorava e messaggiava di continuo con quel fottuto Samuel, il secondo erano Hugo e Miles ...
Che cazzo avevano tutti? Mi sentivo un cretino, ero il capo del club e non sapevo un cazzo, non avevo parlato con Miles come promesso e mi stavo un po' trascurando.
Iniziai a mettere in ordine un po' di cose, infatti quando uscimmo dal locale presi Miles per un braccio e ci allintanammo dagli altri.

- tutto ok, James? - chiese.
- si, sto bene. Non so se dire lo stesso di te però, molti si lamentano del tuo comportamento - spiegai.
Corrugò il volto. - in che senso? -
- nel senso che ogni scusa è buona per isolarti, ti presenti soltanto per cene di questo tipo e poi ti volatizzi! Scommetto che c'entra Kate -
- non è vero! Non è così ... - abbassò lo sguardo per un attimo.
- ah, no? Allora come stanno le cose? - non capivo.
- stanno che sono cazzi miei se mi assento. Non mi sento di dare spiegazioni -

Risi amaro. Era peggio di quanto mi aspettassi.

- senti, Miles ... Una volta che si entra nel club bisogna essere puliti, senza segreti e bugie. Bisogna stare uniti per far rimanere integro il nostro mondo, chiaro? -

Cercai di restare calmo, ma la sua faccia mi faceva innervosire. Stava tralasciando le regole e non potevo permetterlo. Eravamo un gruppo, lo avevamo preso con noi e adesso si comportava così, come un bambino che faceva i capricci per non andare al catechismo.

- non sono stato io, di mia spontanea volontà ad entrare qui. È stato Hugo - accusò.
- senti, oramai sei dentro, noi ti abbiamo dato fiducia e protezione. Visto che adesso non puoi uscire, vedi di renderti segno di essere chiamato membro, chiaro? -
- al diavolo! Non mi frega un cazzo del club! Io voglio essere lasciato in pace -

Rimasi sgomento. Davvero avevamo preso un essere del genere al club? Cos'era successo? Giurai a me stesso che fino a qualche giorno prima non mostrava tanto astio nei nostri confronti. Doveva essere tormentato per qualcosa, qualcosa di importante ...
Me ne andai, lasciandolo lì da solo, era meglio così o lo avrei colpito.

Tornai in dormitorio e quando accesi il cecculare vidi due messaggi da Martineau, sorrisi e li aprii.

" Questo nuovo lavoro è una bomba! Tu come stai?"

" Per natale potrei fare un salto in campus se vuoi"

No, Marty. Non questa volta. I viaggi del club erano solo per il club, nessuno incluso. Il natale dell'anno scorso lo passammo insieme, non avevamo organizzato niente di così dettagliato perciò mi concessi una scappatella. Io ed Harry avevamo litigato come sempre, ma allora sembrava più tollerabile e leggero. Ultimamente non era stato più così, c'era il demone di mezzo. Il viso di Harry mi occupò la mente ... Ammisi che forse mi mancava essere pacifico, focoso e tranquillo con lui. Sbuffai, era un tipo troppo complicato.
Decisi di mettermi a studiare, era la scelta migliore per sfuggire ai propri problemi dopo il dormire. Accesi il mio computer e rimasi congelato nel vedere lo sfondo. Eravamo io ed Harry ma non ricordavo di averla messa. La foto raffigurava me seduto sul prato della scuola e lui in piedi davanti a me mentre scattava la foto. Avevo il sole addosso infatti avevo un occhio chiuso e uno perfettamente illuminato, esaltando il mio azzurro e capelli biondissimi. Lui invece era più coperto, il castano dei suoi occhi parve più color miele e contornati di nero. Erano particolari e belli, mi piacevano, mi erano sempre piaciuti.
Sorrisi. Era carino infondo.

- Quindi siamo una coppia? - mi chiese dopo la nostra seconda volta.
- non mi piace legarmi così con le relazioni, però mi piace farlo con te - ammisi.

Dovevo capirlo subito che lui avrebbe da sempre voluto una relazione con me, ma avevo ancora una volta pensato più a me stesso.






Harry

Samuel era molto interessante e simpatico, ridevamo e scherzavamo sempre e studiare con lui risultava facile.
Avevamo finito matematica e adesso stavamo facendo letteratura. Era molto intelligente e spiegava bene.

- sono stanco! Cazzo - si lamentò
- ci manca poco, dobbiamo solo ripassare l'autore - dissi cercando di incoraggiarlo. Eravamo nella sua stanza.
- non mi ricordo neanche il nome! Quella lezione l'ho persa -
- te la rispiego io! - sorrisi, mi piace molto la letteratura.
- sono pronto! - sorrise lui.

Presi il libro con la pagina dell'autore e iniziai a spiegare.

- Lui si chiama Hermann Hesse e ha scritto diverse poesie interessanti, in particolare c'è n'è una che utilizza come dichiarazione d'amore. È come se fosse una lettera destinata solo a lei, infatti dice tutto in modo diretto -
- coraggioso ... - disse lui sotto voce mentre mi fissava, ascoltandomi.
- già... Si chiama perché ti amo, e non è solo una dichiarazione, lui definisce lei una ladra, in questo caso della sua anima - mi fermai, ebbi un flashback che mi fece avere una fitta.

- insomma, esprime il forte desiderio che ha di lei, la desidera così tanto ... Con la sua passione e amore fa rendere quel sentimento autentico -

Mi sentivo strano, come se in qualche modo quella poesia mi rispecchiasse. Senza rendermene conto mi zittii fissando il libro aperto.
Samuel mi fissava.

- ehy, Harry? Non dirmi che sei uno emotivo!- scherzò.
- eh? No ... Affatto - sorrisi
- questa poesia ti ricorda qualcosa? Un tuo vecchio amore? -
Lo guardai. - si.. ma è roba vecchia perciò non importa - alzai le spalle.
- capisco, l'amore è un demone - sospirò.
- anche tu sembri aver trascorso una brutta esperienza, dico bene?- lo fissai.

Rise amaro e mi guardò.
- si, apparte la mia cotta per te ho avuto una relazione che mi ha distrutto dentro, stavo per restarci secco sai? Lui era un tipo strano con gente losca come amici. Nascondeva erba in campus e ne faceva uso anche più volte al giorno ... Lo amavo molto, inizialmente mi andava bene, infondo non sono sua madre ... Solo che una sera avevamo discusso e lui era fatto, stavo passeggiando e lui appena mi vide si imbestialí -
Si bloccò, stava viaggiando con i ricordi.

- e-e poi? Che ha fatto? - osai chiedere.
- mi ha investito con la moto. Cazzo mi voleva camminare sopra - deglutí.
- che bastardo! - mi venne spontaneo dire.
- già ... Ne uscii con una frattura sulla testa e una gamba rotta, lui mi ha detto che non si rese conto di nulla fino a quando non vide l'ambulanza davanti a noi. Era stato un vicino a chiamare aiuto -
- cazzo, mi dispiace molto. E com'è finita? -
- non l'ho più visto. Il giorno dopo venne in ospedale, ero stordito per l'anestesia ma ricordo che mi parlò di quanto fosse dispiaciuto e che io ero troppo prezioso per stargli accanto ... Mi stava dicendo addio -

Non perdi tempo in più, lo abbracciai forte facendo cadere i libri a terra per l'impeto. Era un ragazzo così gentile, non se lo meritava. Mi allontanai lentamente da lui lasciando che i nostri visi si sfiorassero. Era così bello da vicino... Lo baciai.














*Autrice*

A James fa bene ripensare ai vecchi ricordi, dovrebbe farlo più spesso...
Intanto, Harry stringe sempre di più il suo legame con Samuel :')

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