quattordici

7 1 0
                                    

James

Bussai nella sua stanza per più volte, ma non ricevetti nessuna risposta. Dove poteva essere andato a quell'ora? Mi pervasero tanti pensieri poco carini sul suo conto ma cercai di scacciarli via. Mi sedetti per terra stanco, portai le ginocchia al petto e attesi. Se non era in stanza doveva tornare a momenti.
Dopo circa un oretta vidi una sagoma piazzarsi davanti a me. Alzai lo sguardo, era lui.

- James? Che fai qui? - chiese con tono neutro.
- volevo parlarti - dissi alzandomi da terra.

Lo vidi aprire la porta senza rispondermi e mi fece entrare con lui. Posò uno zainetto sul tavolo e poi mi rivolse la sua completa attenzione.

- dimmi - disse solo. - sei incazzato con me? Cioè ecco, più di prima?-
- non fare lo spiritoso, fidati non ti si addice - disse duro.
Sospirai, me lo meritavo forse. - senti, mi dispiace di averti colpito ok? Non volevo, ho agito d'istinto-
- non mi interessa niente di un pugno, hai fatto di peggio sai- alzò gli occhi al cielo.
- non sono così cattivo - risi amaro.
- a no? Strano, avrò sbagliato persona -

Sbuffai. Ora capivo perché litigavamo sempre.

- accetta queste dannate scuse e non fare l'orgoglioso, Harry- mi avvicinai a lui.
- faccio ciò che voglio - era serio.
- bene, come vuoi -

Ci avvicinammo. Rimasi a fissarlo per un po', la luce del giorno metteva in risalto i suoi occhi azzurri/grigi che aveva. Il fatto che non avesse una vera e propria espressione mi incatenava ancora di più in quello sguardo.

- non cedi, eh? - dissi ridendo.
- ... No - deglutí. Da lì capii che si stava martoriando dentro per trattenersi.
- il personaggio da duro e infallibile non ti si addice- lo provocai .
- neanche quello da finto buono ti si addice james- sorrise a tono di sfida.

Sorrisi divertito, per una volta potevo anche invertire i ruoli dopotutto. Mi bagnai le labbra con la lingua, feci un altro passo verso di lui trovandoci dannatamente vicini e leccai le sue labbra, posando le mie dita sui suoi capelli castani.
Lui sospirò per un attimo, colto alla sprovvista. Leccai il suo labbro inferiore per poi passare al mento e alla mandibola ben marcata. Mi stavo scaldando ed eccitando allo stesso modo, lui era immobile come un palo cercando di fare il forte orgoglioso del cazzo.
Mi attaccai di più a lui, posando una mano sul suo membro eccitato.

- ancora che tenti di fare il duro? Puoi piantarla, duro lo sei già- sorrisi.
- sei un bastardo James Leighton, non ti sopporto-
- lo so bene - risi. - figlio di puttana- mi sentii dire prima che lui mi saltasse addosso.

Mi baciò con foga prendendo i miei lisci capelli biondi oro tra le dita. Tirava delle ciocche, ci trovavamo irresistibili e ne eravamo coscienti. Ci iniziammo a spogliare mentre camminavamo fino al suo letto, mi sovrastò col suo corpo già mezzo nudo e finì di svestire me.

- James, vai al diavolo - disse, subito dopo mi tolse i boxer.

Solitamente ero attivo, ma quella volta ...

- invertiamo i ruoli? Hai già perso la verginità?- mi chiese restando a cavalcioni su di me.
- no, non ho intenzione di fare il passivo -
- rovinerebbe il tuo orgoglio? - mi prese in giro.
- puoi dirlo forte - risi per poi ribaltare la situazione.
Adesso ero io sopra di lui.

Lasciai diversi baci e succhiotti lungo l'addome per poi concentrarmi sul suo cazzo. Lo massaggiai per un po' prima di prenderlo in bocca velocemente. Lui gemette forte e mi prese i capelli incitando i miei movimenti. Era bellissimo come sempre, il modo in cui godevo con lui non accadeva con nessun altro.
Poco dopo mi alzai, preparai la sua entrata con un movimento di due dita nel suo buchetto stretto, lui mi massaggiava il membro eretto e stavo alle stelle per il piacere.

- non fare la donna romantica, fai vedere che sai fare Leighton -

Era palesemente una provocazione, ma la accettai volentieri. Tolsi le dita da lui e con un gesto preciso entrai in lui, facendo piegare la sua schiena per il dolore e il piacere. Gemette ad alta voce coprendo i miei versi lenti. Chiusi gli occhi beandomi di quel passo verso il paradiso, spingevo in lui e le sue grandi mani abbronzate toccavano i miei fianchi stretti. Imprecavo, ma era normale.
Spinsi sempre più forte fino a stremarmi. Ancora una volta non avrei dubitato di lui.






Harry

Vedevo il paradiso, esso esisteva e lo vedevo. Lo raggiungevo ogni volta che lui mi toccava. Sapeva fare sesso, era esperto... Totalmente se stesso. Chiusi gli occhi gemendo forte mentre lui si faceva sempre più spazio dentro di me. Lo adoravo.
Sentivo le mie gambe tremare leggermente, non era solito andarci così pesante, ma ultimamente eravamo tutti e due frastornati da tutto.
Dopo altri minuti di spinte fugaci, venni sporcando la nostra pelle e lui mi seguì poco dopo. Eravamo cosparsi di una patina invisibile di sudore, tolsi i miei capelli dagli occhi per portarli dietro e lui si tolse da me. Si stese sul letto e cercò una sigaretta, che gli passai.

- sono senza fiato - dissi.
- sapessi io, ho fatto più palestra adesso che in tre mesi estivi- disse scherzando.
- ti è passata la rabbia? - chiesi con un filo di speranza nella voce.
- non sono mai tranquillo io, dovresti saperlo -
- hai ragione - sussurrai, posando gli occhi sul suo profilo perfetto mentre fumava.

Per qualche attimo ci fu silenzio, il suono del battito del mio cuore copriva tutto il resto.

- comunque sei perdonato - dissi.
- bene, mi fa piacere - mi guardò un istante per poi togliere di nuovo lo sguardo.
- sappi che la prossima volta non servirà portarmi a letto come le tue vecchie scappatelle, sia chiaro-
- che intendi? - mi guardò e io feci lo stesso.
- noi facciamo sempre così, litighiamo pesantemente e poi risolviamo tutto con il sesso, ma non sarà sempre così. Succederà una volta in cui questo non basterà più-
- lo so Harry -

Faceva male, sembrava che lo stessi dicendo più per me stesso che per lui. A James non importava così tanto quanto importasse a me, ed era quello che mi innervosiva.

- alla cena non fare scenate - disse poi di scatto.
- che vuoi dire? - domandai.
- probabilmente Ed o Toby chiameranno un escort, non fare il geloso del cazzo-
- non l'ho mai fatto, sei tu che ami crederlo- ero infastidito.
- non è vero e lo sai, non stiamo insieme - rammentò.

Anche in quel caso sembrava che volesse ribadirlo più a se stesso che a me. Sbuffai, non avevo voglia di litigare ma mi aveva fatto incazzare parecchio. Mi coprii con un lenzuolo e mi stesi dandogli le spalle.

- ecco, scenate del genere - disse.
- non rompere il cazzo James, davvero -

Finì la sua sigaretta e lo sentii rivestirsi velocemente, si incamminò fuori la stanza ma prima di guardò qualche secondo. Gli lasciai un dito medio e lui andò via.















*Autrice*

Questi due c'è la faranno sudare :')

Posh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora