epilogo

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Nessuno aveva mai capito che fossero stati Hugo e Miles a colpire Josh. Il ragazzo non c'è la fece e morì la notte stessa in ospedale. Probabilmente neanche ci era entrato da vivo lì dentro. Tuttavia, i ragazzi si riunirono in stanza, james era ammutolito e fissava con sguardo altrettanto omicida Hugo. Per un po' nessuno parlò, non che fossero stati tanto amici ma nel giro di pochissimi giorni c'erano già stati due omicidi non spiegati. Anzi, la morte di Brandon era stata accertata soltanto un mese dopo. Si era suicidato, avevano trovato grandi tracce di droga nel sangue e esaminarono il telefono spaccato. Avevano contattato il suo ex e lo interrogarono più volte, comunque non fu mai considerato colpevole del tutto. Quella notte raggiunse i ragazzi anche Martineau, che non appena ci vide come degli zombie si preoccupò drasticamente. James lo prese da parte e gli raccontò ogni cosa, con il viso pallido e voce bassa.



Hugo

Miles aveva vomitato tra volte nel giro di mezz'ora, si sentiva così in colpa che non riusciva più a parlare con nessuno. Dimitrij era triste, depresso, piangeva da un momento all'altro e Allistair gli restava sempre vicino. Era un fottuto casino, tutto. Ero l'unico che davvero non si sentiva responsabile di niente. O meglio, mi sentivo una merda incredibile ma era stato giusto.
Gli scagnozzi di Josh lasciarono la scuola, avevano provato a mettermi in causa ma nessuno gli diede retta, non avevano le prove necessarie per accusarmi davanti ad un giudice.
Gli esami li passammo anche se a fatica, mancava una settimana alla fine della scuola ed era arrivato il momento di decidere il da farsi per i mesi successivi. Non avevo idee, avrei preferito che mi rinchiudessero da qualche parte e passare le giornate a fissare il soffitto, ripercorrendo tutta la storia.
E con Miles? Non eravamo fidanzati o altro, per giorni e giorni non aveva voluto ne vedermi ne parlarmi, era incazzato e triste, si era pentito come un cane abbandonato.

- andiamocene in america - propose James. Quella volta i novellini non erano con noi.
- e per fare cosa? - chiese Toby.
- cambiamo vita, restiamo lì e ci apriamo un attività insieme -
- di che tipo? - chiesi.

Il biondino fece per riflettere.

- possiamo studiare, oppure entriamo in ufficio, comunque qualcosa che ci faccia diventare più ricchi - pensò.
- ma se sei ricco sfondato! - rise Ed.
- e allora proponi tu qualcosa - sospirò

Eravamo nella merda, nessuno aveva idea del nostro futuro. Eravamo rimasti così concentrati su noi stessi che eravamo arrivati al futuro totalmente smarriti. Avevamo soldi, potevamo farci tre vite diverse in differenti paesi del mondo, eppure non volevamo andare troppo lontano. Eravamo rimasti attaccati al passato. Tutti si zittirono.

- Hugo, dovresti essere tu quello che deve trovare una soluzione - mi fissò James.
- perché io?! -
- lo sai ... -

Sbuffai infastidito. Avevo ammazzato Josh con un asta di ferro e sangue freddo, non me lo avrebbe mai perdonato.

- che succede? - chiese Harry stranito.
- James, sei un fottuto bastardo - lo accusai, ignorando Harry.
- sta zitto! Avanti, spiega cosa è successo se hai il coraggio - mi sfidò.

Tutti mi fissarono, non avevo problemi a raccontarlo, ma non mi sembrava il momento adatto.

- sono stato io a colpire Josh l'altra notte. Era da un bel po' che volevo sbarazzarmi di lui -
- che!? - disse Dim.

Tutti mi fissarono sconcertati, fatta accezione ovviamente per James, che mi fissava omicida.

- si, ero da solo - specificai.

Miles era l'ultima persona che volevo mettere nei casini.
Poco dopo però loro sembrarono riprendersi, non avevano intenzione di incolparmi di nulla, eravamo colleghi del club e la fiducia reciproca era importante. Mi avrebbero difeso e coperto fino alla fine, ed ero fiero per questo.



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