quindici

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Allistair

Ma cosa avevamo fatto? Avevo ceduto e non avrei dovuto farlo. Dov'era finito il mio autocontrollo? Dopo aver finito ci stendemmo uno affianco all'altro. Mi passò una sigaretta che presi ben volentieri.

- non so cosa mi sia preso, dim. Mi dispiace - dissi subito.
- di che ti preoccupi? È stato bello - mi sorrise.
- si beh... Non lo metto in dubbio - ero incerto.
- bene, se vuoi lo terremo segreto -

Annuii.
Era meglio così. Ero gay non dichiarato e non volevo che si spargesse troppo la voce, anche se dovevo oramai essere sicuro della fiducia del club. Era più un affare personale.
Sentivo ancora i suoi occhi scuri su di me. Non mi pentivo quando dicevo che erano penetranti e particolari, con le sue ciglia lunghe e folte lo rendevano perfetto.

- senti ... Tu non sei inglese, vero? - chiesi.
- no, sono greco in realtà - rise.
- davvero? Bello - ammisi, rimasto un po' sconvolto. - e già, molti mi reputano addirittura egiziano- rise.
- sai, ci stavo pensando -
- oh no, per favore! Farebbe ridere -

Finii la sigaretta e mi alzai da quel divano scomodo. Non perché non fosse di qualità ma perché era troppo stretto per due persone come noi. Lui aveva un fisico decisamente più grande del mio e ben piazzato, era lui che occupava più posto.

- sei rimasto a fissarmi il petto Allistair Ryle - mi fece notare lui. - cazzo, scusa. Mi rivesto - dissi velocemente.

Presi i miei vestiti e me li rimisi mentre lui fissava ogni movimento che facevo.

- davvero dim, non diciamolo a nessuno - il mio tono era quasi di supplica.
- ehi, tranquillo! Non ci diciamo a vicenda con chi scopiamo, a meno che non siamo Toby e Ed- li prese in giro.
- chissà cosa si dicono ... - dissi con quasi disgusto. - non vuoi saperlo. Mi domando ancora perché non sono finiti a letto- mi disse.

Poco dopo andai via cercando di sembrare più neutrale possibile tornando nel mio dormitorio. Lui si prese del tempo per farsi una doccia rilassante.








Hugo

Era arrivato il giorno della cena che tanto attendavamo. Lì, le matricole avrebbero visto la nostra reale faccia. Prenotammo per un pub fuori città nonostante non fosse del massimo della ricchezza, eravamo stati banditi dalla maggior parte dei locali ottimi di Londra dato che ogni benedetta sera andavamo di matto e rompevamo tutto ciò che ci trovavamo davanti. Eppure, avevamo un asso nella manica che ci copriva ogni volta. I soldi. Pagavamo sempre tutti i danni in contanti e tutti restavano zitti. Chi parlava davanti a tanti soldi? Nessuno. Rassicurai James sul posto nonostante non fosse pienamente d'accordo, ma comunque alla fine cedette. Avevamo preso appuntamento per le venti di sera, tutti li davanti, ben vestiti e pettinati, pronti a farci riconoscere ancora una volta. Miles trovò la macchina perciò venne da solo, io e James eravamo in un'altra, Toby, Dimitrij, Ed e Allistair in un'altra ancora.

- siamo dei cazzo di pinguini ricchi!- disse Ed euforico.
- esatto, un po' come quelli del Madagascar ma più belli- replicò Toby.
- non insultare quel cartone, era la mia infanzia-

Allistair era lì che fumava senza parlare e ascoltava la conversazione in silenzio. Era molto di poche parole rispetto a suo fratello Matt, che invece non vedeva l'ora di parlare per primo e fare casino.

- dov'è Miles? - chiese James.
- gli ho scritto, aveva sbagliato strada - risposi. Effettivamente avevo un po' di ansia.

Dopo qualche minuto vedemmo una Mercedes Benz nera parcheggiare davanti a noi. Poi lo vidi. Quel completo gli stava da dio e ne rimasi incantato.

- finalmente! Bene, adesso tutti in posa!- ordinò James.

Ovviamente, come di rito, ci mettemmo tutti vicini e in posa per fare una o più foto davanti al locale che avremmo probabilmente distrutto a tarda serata. Venne un fotografo apposta solo per noi quella sera e fece una decina di scatti. Se ne sarebbe occupato un nostro amico di cercare la foto più bella e stamparla.

- sarà una cazzo di serata! - disse Toby.
- ho una fame.. avranno il tacchino? So che non si mangia in questo periodo, ma lo voglio- continuò Ed. - puoi prendere ciò che vuoi, qui hanno una vasta scelta- dissi io.

Entrammo, io per primo dato che avevo già visitato il posto e avevo parlato con il personale. Presi il posto con il nome Riot King e ci guidarono in una sala isolata, solo per noi. La tavolata era grande e messa al centro, apparecchiata con tutta l'argenteria necessaria e che forse neanche pensavo l'avessero. Ci avevano riservato la stanza migliore, un po' quella che davano ai politici. C'erano infatti un bagno privato e delle teche con collezioni particolari e quadri, poltrone in pelle e tappeti bel puliti.

- è un posto bellissimo cazzo - disse Harry parlando un po' per tutti.
- puoi dirlo forte - dissi io.

Ci mettemmo davanti alle nostre sedie, nominate ovviamente. Allistair era affianco a me e si sedette.

- alzati, Ryle. Non puoi sederti prima del presidente- dissi.

Lui mi guardò strano e si alzò subito dopo. Tutti poi rivolgemmo il nostro sguardo a James. Aspettammo che ci servissero dello champagne e poi alzammo all'unisono i calici.

- amici miei ... Oggi finalmente è arrivato il giorno. Promettiamo di bere, ubriacarci fino a star male, mangiare come se non lo facessimo da dieci giorni, e soprattutto... Lasciamo fuori dalla porta i nostri problemi del cazzo e divertiamoci, facciamoci riconoscere e sfondiamo questa baracca!-

Tutti noi urlammo euforici, anche i due novellini nonostante non avevano idea di cosa stesse per succedere. Bevemmo tutto d'un fiato e solo allora potremmo sederci assieme. Il cibo era già stato ordinato perciò dovevano solo arrivare.

- per favore James, racconta a tutti di Amanda!- rise Toby.
- Amanda? - chiesi.
- oh cazzo, devo essere più ubriaco di così per raccontarlo. Sono troppo sobrio- fece il vago.
- fidatevi che fa sbellicare! Era stato praticamente violentato - rise ancora Toby, seguito da Dimitrij e Ed.

Posai gli occhi su Miles, che carino pensai, doveva ancora abituarsi al tutto.
Ad una certa doveva sentirsi osservato dato che posò gli occhi su di me, purtroppo non eravamo seduti accanto ma non era un problema. Lo vidi abbozzare un sorriso di circostanza che io ricambiai.
Poco dopo arrivò il cibo.

- questo pollo è divino - disse Dimitrij
- sai cos'altro lo è? Il tizio che ho chiamato - parlò James.

Si poteva sentire subito un calore che pervase la stanza. Si parlava di cose piccanti adesso, e io sentivo il fastidio di qualcun altro tra di noi. Qualcuno che stranamente non era più d'accordo con questo pezzo di rituale. Lo avevo visto, il suo sguardo si era infuocato.















*Autrice*

Questa cena avrà la sua dose di casini, Ve
Lo anticipo già :')
Chi sarà l'escort? E soprattutto, verrà?

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