8. Tentazioni

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PIPER'S POV
"Allora ti ricordi cosa ti ho detto?" chiesi rivolta a Lord Tubbinton che mi osservava accoccolato sul mio letto "Comportati bene!" gli intimai mentre sistemavo i miei libri sulla scrivania.
Osservai l'orologio. Mancavano dieci minuti alle quattro, tra poco sarebbe arrivata. Avevo passato tutta la mattina a pulire la stanza da cima a fondo maledicendomi mentalmente per essere così disordinata.

Durante tutta la settimana l'avevo incrociata spesso nei corridoi ma cercavo sempre di evitarla, per quanto potessi, visto che dopo l'ultima volta non riuscivo a guardarla senza immaginarla nuda e la cosa mi rendeva un tantino nervosa.
Dal canto suo lei mi salutava a stento rivolgendomi però lunghissime occhiate ammiccanti o almeno così mi sembrava. Forse mi stavo suggestionando troppo.
"Piper io sto uscendo" mia madre irruppe nella mia stanza "Ricordati che ho accettato questa cosa del cheerleading solo perché mi hai promesso che recupererai i tuoi voti! Impegnati o dovrò ripensarci" mi ammonì severa.
"Non preoccuparti mamma te l'ho detto: Alex, per metà ha origine cubane! Chi meglio di lei può darmi ripetizioni? Inoltre ci tengo davvero a questa cosa, mi impegnerò, promesso!" dissi convinta.

Non ero partita molto entusiasta all'idea di entrare in squadra ma dovevo ammettere che, più ci pensavo, più l'idea di avvicinarmi così tanto alla corvina non mi dispiaceva troppo.
Mia madre annuì poco convinta "se tu mi dici che è brava ti lascerò stare, a dopo tesoro" ed uscì. La sentii scendere le scale, mi voltai nuovamente a controllare che tutto fosse perfettamente al suo posto quando il campanello trillò facendomi sobbalzare.
"Tu devi essere Alex, sei puntualissima" sentii dire a mia madre al piano di sotto.
"Io non sono mai in ritardo, piacere di conoscerla signora Chapman" squittì la voce della cheerleader. Come sapeva il mio cognome?
Forse l'aveva letto sul campanello. Oh ma che importanza aveva? Era al piano di sotto ed io dovevo darmi una mossa.
Ricontrollai il mio aspetto velocemente davanti allo specchio, decisi di sciogliermi i capelli, sì, forse era meglio.
"Piper la tua amica è arrivata" mi urlò mia madre. Come un fulmine mi fiondai nel corridoio fino alle scale, indugiai sul primo gradino reggendomi alla ringhiera per non cadere rovinosamente giù per la scala.

Era li davanti alla porta. La luce del sole pomeridiano di settembre che brillava alle sue spalle le illuminava la pelle rendendola lucida.
Non indossava la sua solita divisa e la cosa mi rallegrò.
Non che mi dispiacesse quel gonnellino striminzito che lasciava cosi poco all'immaginazione, ma l'avevo vista cosi raramente in altre vesti ed era sempre un piacere constatare quanto riuscisse ad essere maledettamente sexy qualunque cosa indossasse compresi i jeans stretti e la canotta grigia che aveva in quel momento.
E poi i capelli lasciati finalmente sciolti, liberi di sfiorarle le spalle, erano una piacevole alternativa alla sua solita coda di cavallo.
"Ciao" mi salutò allegra incatenando gli occhi ai miei. Mi sembrò di sprofondare sotto il peso di quello sguardo da pantera.
"Ciao" risposi abbozzando un sorriso.
"Spero davvero che tu abbia molta pazienza
Alex, Piper è un osso duro quando si tratta dello spagnolo. Non riesce proprio ad entrarle in testa" ammise mia madre.
"Oh non si preoccupi signora, sua figlia è in ottime mani, le assicuro che con il mio aiuto la sua padronanza della lingua migliorerà nettamente" rispose lei.
Ma perché qualunque cosa uscisse fuori da quelle meravigliose labbra mi suonava cosi
maledettamente sconcia?
Mia madre salutò Alex uscendo di casa, lei le sorrise tornando poi a rivolgersi a me che nel frattempo ero scesa ed indugiavo sull'ultimo gradino.
"Posso offrirti qualcosa prima di cominciare?" biascicai incapace di staccare gli occhi dalle sue labbra "V-vuoi mangiare o magari una bibita
fresca?"
-Le mie mani sul tuo corpo mozzafiato?- cavolo
Piper datti una regolata.
Cercai di allontanare quel pensiero.
"Magari più tardi" si limitò a dire scuotendo la testa "Cerchiamo di darci da fare ora".
Altra immagine sconcia. Ma non era colpa mia!
Quella ragazza trasudava sesso da tutti i pori e il mio sistema nervoso era decisamente troppo fragile quando c'era lei nei paraggi.
"Studieremo in camera mia, ti faccio strada" riuscii a dire prima di voltarmi per salire le scale.

ALEX'S POV
Ma questa tizia ce li aveva un paio di pantaloni decenti? Possibile che nel suo guardaroba ci fossero solo mini shorts striminziti?
Piper saliva le scale con una lentezza impressionante. O, almeno, così mi sembrava.
Non potevo fare altro che osservare quel sedere perfetto e sodo e enorme ondeggiarmi davanti fasciato solo da quel cortissimo pezzo di stoffa bianco.
Era assolutamente perfetto e, accidenti, aveva delle gambe perfette, così magre.
Ok Alex, stai sbavando sul sedere di una ragazza, la cosa è al quanto strana ed inopportuna. Ricomponiti!
Alzai lo sguardo puntandolo sulla sua schiena coperta da una leggera t-shirt rosa molto larga.
Si, la sua schiena. Aveva davvero dei bei capelli.
Ne percorsi la lunghezza con lo sguardo, lunghissimi davvero, si.
Cazzo Alex, le stai fissando il sedere di nuovo! Ma che accidenti di problema hai?
Finalmente le scale terminarono. Mi era sembrata una salita chilometrica.
Piper saltellò fino alla porta semi aperta in fondo al corridoio ed io la seguii. Mi fece segno di entrare per prima, obbedii ed un brivido mi attraversò la schiena quando nel passarle accanto sfiorai la sua spalla con la mia.

Entrò dopo di me richiudendosi la porta alle spalle. Mi guardai intorno un po' contrariata.
Va bene, io avevo uno stile particolare tutto mio e la mia stanza rispecchiava in pieno il lato cupo e lugubre del mio carattere, ma quella era la camera di una dodicenne!
Andiamo. Si passava da un estremo all'altro ed, in ogni caso, nemmeno a sei anni avevo mai avuto così tanti peluche sparsi per camera mia.
"Lui è Lord Tubbinton, Tubb questa è Alex, la ragazza di cui ti parlavo" esordì Piper
indicando il letto.
I miei occhi si posarono su quella enorme palla di pelo. Era più simile ad un cucciolo di ippopotamo che ad un gatto.
"E' enorme" mi lasciai scappare.
"Si beh... ha avuto un passato burrascoso. Da quando ha smesso di fumare il suo appetito è aumentato. Credo sia una causa della mancanza di nicotina" osservò Piper.
La guardai aggrottando le sopracciglia. Non ero certa di aver sentito bene. Cercai sul suo viso un'ombra di scherzo ma non c'era.
Involontariamente mi scappò una risatina.

"Sei strana Chapman" dissi.
"Non sei la prima persona che me lo dice ma, francamente, non capisco il perché" si limitò a rispondere scrollando le spalle.
"Allora" sospirai decisa a lasciar perdere
"Vogliamo cominciare?"
Lei annuì energicamente indicandomi la sedia dietro la scrivania. Mi accomodai e lei prese
posto di fronte a me.
"Con cosa preferisci iniziare? Scritto od orale?" domandai. Lei mi guardò come se avessi appena detto una parolaccia, poi abbassò gli occhi tossendo appena.
"Scritto..." rispose.
"Bene! Carta e penna" ordinai.
Mi pentii subito di averlo detto. Alzò appena il sedere dalla sedia sporgendosi totalmente verso di me. Un braccio sosteneva il suo peso col palmo appoggiato alla superficie liscia del tavolo, l'altro aprì uno dei cassetti della scrivania.

Il profumo dei suoi capelli mi invase prepotentemente le narici mentre la sua spalla, lasciata scoperta dalla maglietta troppo larga, mi sfiorò il mento. Al contatto con quel lembo di pelle così invitante e profumato sentii una strana sensazione: come se la sua spalla mi stesse implorando di darle un morso. Allontanai un po' il viso, era la seconda volta che desideravo mordere Piper. Decisamente
qualcosa non andava.
Lei si agitava tastando il fondo del cassetto per trovare la matita. Ma non sarebbe stato più facile alzarsi e fare il giro intorno alla scrivania?
Gli occhi scivolarono sulla sua clavicola esposta, lo scollo largo della maglia era una tentazione alla quale non dovevo, e non volevo, cedere.
Non farlo Alex non lo fare, non lo fare.
Troppo tardi.
Mi ritrovai a vagare con lo sguardo all'interno di quella scollatura. Grosso errore. Enorme,
irreparabile, errore.
"Madre de Dios" sussurrai ingoiando a vuoto.
Non portava il reggiseno.
La cosa non avrebbe dovuto sconvolgermi più di tanto eppure stava succedendo.
Un'improvvisa vampata di calore mi esplose nel basso ventre arrampicandosi fino al mio viso tingendolo di un rosso acceso.

"Trovata!" urlò trionfante in quello stesso istante rimettendosi al suo posto e mostrandomi allegra la matita.
Scattai in piedi. Mi diressi a grandi passi verso la finestra e la spalancai respirando a fatica.
"Tutto bene?" mi domandò lei preoccupata.
"Cosa? Si" mi affrettai a dire "Solo che si soffoca in questa stanza! Ti dispiace se resto qui?'
balbettai guardandola a fatica.
Lei sorrise facendo segno di no con la testa poi aprì il quaderno in attesa che la mia lezione cominciasse.
Quella ragazza stava cercando di uccidermi.

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