20. Breadstik

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PIPER'S POV
"Tesoro cos'hai? Non hai mangiato nulla" la voce premurosa di Larry mi riscosse dai miei pensieri.
Da quando avevo lasciato la casa di Alex, gli unici pensieri che occupavano la mia mente erano rivolti a lei.
Che stupida, chi volevo prendere in giro? Era da quando l'avevo vista la prima volta che tutti i miei pensieri erano rivolti a lei.
Ma, stavolta, era diverso. Ero tornata a casa incapace di togliermi dalla testa l'immagine del suo viso, il suono della sua voce, le sue labbra, il suo sapore, l'odore della sua pelle.
Poi Larry, puntuale come sempre, era passato a prendermi come concordato per andare da Breadstix ed ora i miei pensieri erano rivolti solo alla ricerca di qualcosa di convincente da dirgli. A trovare il modo più giusto per spiegargli che non potevo più stare con lui.
Era difficile e sapevo quanto sarebbe stato doloroso per lui, ma dovevo farlo.
E farlo al più presto, prima lo avessi lasciato, prima sarei tornata da Alex.

Sospirai mettendo giù la forchetta, smettendo di torturare l'insalata nel mio piatto che quasi non avevo toccato.
Alzai gli occhi per scontrarmi col suo sguardo cristallino ed innamorato.
"Non ho molta fame" dissi accennando un sorriso amaro.
Per tutta risposta lui lasciò cadere la forchetta, la sua mano corse veloce ad incontrare la mia, abbandonata mollemente sul tavolino.
"Amore va tutto bene?" mi domandò preoccupato "Senti.." continuò senza aspettare la mia risposta "So di essermi comportato male in questi giorni, sono stato davvero ingiusto con te e ti chiedo scusa. E' solo che tutta questa storia delle cheerleader... io... mi ha un po' spiazzato, ecco. Ho sempre pensato che tu non fossi tipo da cose del genere ed in più ,da quando sei entrata nella squadra, sei così strana, Pip. E' come se ti sentissi distante ecco..." si prese un attimo per osservarmi aspettandosi forse di scorgere sul mio viso una qualsiasi reazione alle sue parole, magari sperando che gli dicessi che in realtà era solo una sua impressione, che non era vero. Ma io rimasi in silenzio incapace di guardare troppo a lungo quegli occhi speranzosi.

"Credo" ricominciò lui "Credo di aver avuto paura, Pip. Voglio dire: mi terrorizzava il pensiero che tu potessi allontanarti da me per buttarti tra le braccia del primo giocatore di football che ti fosse capitato..." biascicò.
Mi accigliai.
"Con questo non voglio dire che credevo lo avresti fatto, insomma, so che tu non sei così! E so che non sei entrata nella squadra per la popolarità! E' solo che noi abbiamo sempre guardato da lontano quel mondo: le Cheerios e gli atleti, e li abbiamo sempre trovati ridicoli con i loro regolamenti strambi, la loro presunzione... si sono sempre comportati come se fossero i padroni della scuola solo perché indossavano delle stupide divise di poliestere ed hanno sempre trattato tutti gli altri, compresi noi, come spazzatura. Io credevo che tu li odiassi ed invece ora sei una di loro. Credo di aver avuto paura che ti contagiassero, ecco, con il loro modo assurdo di pensare che chiunque non indossi una divisa in quella scuola sia da considerarsi un perdente" concluse abbassando lo sguardo con un'espressione colpevole.
Aprii la bocca per ribattere. Ma lui fu più veloce.
"Però io ci ho pensato, Pip, ci ho riflettuto a lungo e ti devo davvero le mie più sincere scuse.
Sono stato un idiota a pensare cose del genere di te. Insomma tu sei la persona più meravigliosa che io conosca, sei cosi buona.
Tu... cerchi di vedere sempre il buono nelle persone, persino in quella strega di Alex
Vause!" disse ironico.
Sentii pressante l'impulso di dagli un pugno ma mi trattenni respirando a fondo.
"Insomma so che probabilmente è la tua passione per il ballo che ti ha convinto ad entrare nelle Cheerios e so anche che mai e poi mai potresti diventare come loro. Tu sei la persona più pura e dolce del mondo, la più buona che io conosca. E per quanto sia assurdo che tu bazzichi con quelle specie di barbie senza sentimenti né cervello, so che lo fai solo per seguire la tua passione. Io ti amo Piper. E mi dispiace non aver avuto fiducia di te. Mi dispiace non aver capito queste cose prima e mi dispiace di averti trattata male, amore" disse in tono dolce. La sua mano strinse più forte la mia ed i suoi occhi cercarono il mio sguardo. Mi sorrise teneramente prima di allungare l'altra mano, sporgendosi lievemente sul tavolo, per spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"E poi in tutta questa storia c'è un lato positivo" aggiunse sorridendo malizioso. Si alzò per venirmi incontro e sedersi accanto a me cingendomi le spalle col braccio.
"Con quella divisa sei davvero uno schianto... non posso credere di essere così fortunato! Ho la ragazza più bella della scuola, del pianeta" mi sussurrò all'orecchio appoggiando l'altra mano sul mio ginocchio coperto dai jeans chiari.
Sospirai cominciando a sentirmi un po' a disagio. Ingoiai a vuoto e faticai per non evitare troppo bruscamente il bacio che stava per darmi. Lui si fermò a pochi centimetri dalle mie labbra, notando la mia espressione stranita. Si allontanò un po' dal mio viso per guardarmi interrogativo.
"Larry, io... ecco.." dannazione, maledettissima me, perché avevo lasciato che parlasse lui per primo? Mi aveva appena detto che si fidava di me, che sapeva che ero troppo buona e corretta per mollarlo cosi.
Nel momento in cui lo avrei fatto avrebbe sicuramente pensato che i suoi dubbi iniziali erano fondati e che lo facevo perché ero diventata una Cheerios e mi credevo chissachì!
Avrebbe pensato che lo lasciavo per uno della squadra di football e che lo ritenevo uno sfigato.
Bene, fantastico. Sarei passata inevitabilmente dalla parte del torto.

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