37. Veritá nascoste

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ALEX'S POV
Il viaggio in macchina fu estremamente silenzioso.
Piper aveva tentato un paio di volte di chiedermi cosa fosse successo,mi ero limitata a stringermi nelle spalle biascicando un 'lo vedrai' frettoloso.
Ero tesa da morire,sapevo cosa fosse accaduto ad
Eric e la cosa mi rendeva nervosa.
Arrivammo a casa del ragazzo, una villetta piccola e apparentemente vecchia al centro di un giardino non troppo curato, fermai l'auto e presi un profondo respiro prima di voltarmi verso Piper che guardava la vecchia casa dal finestrino.
"Pipes" soffiai richiamando la sua attenzione, la bionda si voltò osservandomi interrogativa.
"Ci sono un bel po' di cose,che ancora non sai di me,cosi come ci sono cose particolari che forse non sai di Eric,so che non c'è bisogno neanche di dirlo,ma per rispetto del mio amico devo farlo..."presi un ulteriore respiro"...Tutto ciò a
cui stai per assistere deve necessariamente rimanere tra noi, intesi?" la guardai serissima,lei rimase un po' sorpresa,forse allarmata da quella mia richiesta cosi decisa,ma non disse nulla limitandosi ad annuire sicura senza staccare gli occhi dai miei.
"Bene"sospirai"...andiamo" dissi semplicemente,scendemmo dall'auto
oltrepassando il cancelletto aperto,la strada in cui Eric abitava era abbastanza scura, pochi lampioni in lontananza illuminavano la sera e un vento freddo mi penetrava nelle ossa.
Bussai alla porta un paio di volte.
"C'è il campanello"mi fece notare Piper.
"Meglio di no"la rimbeccai.
Dopo pochi istanti la porta si spalancò, ci ritrovammo davanti una bambina di circa sei anni i lisci capelli scuri le ricadevano sulle spalle,dietro una frangetta adorabile spuntarono gli occhioni color cioccolato indossava un pigiamino azzurro con degli orsacchiotti e stringeva tra le manine un peluche a forma di scimmietta,si era alzata sulle punte dei piedini nudi per riuscire ad arrivare alla maniglia.
Appena mi vide spalancò gli occhi arrossati e gonfi di sonno.
"Alex" quasi urlò di gioia regalandomi un sorriso.

Mi abbassai sulle ginocchia aprendo le braccia.
"Ciao Giuly"sorrisi mentre la bimba si lasciava stringere,senza indugiare la sollevai tra le mie braccia e lei si strinse ancora più forte in torno a me,portando una manina dietro la mia nuca.
"Tesoro perché sei scalza,fa freddo.Su entiriamo" dissi piano entrando in casa e invitando Piper a fare lo stesso.
La bionda entrò richiudendo la porta alle sue spalle e guardandomi stranita mentre lasciavo una serie di baci sulla guancia della bimba.
La guardai di rimando accortami della sua sorpresa.
"Giuly voglio presentarti una persona, questa è Piper una mia amica, Pipes lei Giuly la sorellina di Eric"spiegò.
Piper allargò la bocca in un sorriso guardando la bimba che ricambiò il suo sguardo un po' incerta.
"Ciao Giuly" disse la bionda.
"Ciao"soffiò la bambina prima di nascondere il viso nell'incavo del mio collo.

Sorrisi della tenerezza di quello scricciolo.
Ok odiavo i bambini, puzzano, piangono e rompono le scatole di solito,ma da quando avevo conosciuto Giuly avevo capito che qualche bambino poteva fare eccezione.
"Dov'è Eric?" domandai alla bambina.
"E' di sopra con mamma" soffiò lei mordicchiandosi il labbro inferiore "...Mamma non si sente bene sai? stà male di nuovo"spiegò un po' incerta.
Chiusi gli occhi per qualche secondo respirando a fatica. Poi lo sguardo cadde sulla tv accesa del salotto.
"Che guardavi?" domandai cercando di apparire tranquilla.
"La sirenetta" disse la bimba entusiasta.
"Wao, ma lo sai che è uno dei miei cartoni preferiti?" cantilenò Piper all'improvviso, la guardai rivolgere alla bambina uno sguardo allegro.
"Ti dispiace se lo guardo insieme a te?" domandò alla piccola, che si limitò ad annuire.
La misi giù e lei sgattagliolò verso il salotto fiondandosi sul divano.

La bionda mi guardò seria.
"Stò io con lei, va a vedere che succede" disse.
La guardai sorridendo, allungai una mano lasciandole una leggera carezza sulla guancia,prima di avviarmi su per le scale.
A passo lento attraversai il piccolo corridoio fino all'ultima camera,la porta era semi aperta, inginocchiata davanti al Water una donna con in dosso una vestaglia rosa,i capelli corti e scuri disordinati si lamentava con le braccia incrociate sullo stomaco dolorante mentre profondi coniati di vomito la investivano.
Dietro di lei il mio amico le teneva la testa cercando di rassicurarla.
"Hey" soffiai entrando.
Eric si voltò verso di me,aveva gli occhi gonfi e lucidi di pianto.
Ingoiò a vuoto e io con lui.
Un nuovo coniato di vomito da parte della donna ci fece sobbalzare entrambe e lui interruppe il contatto visivo per tornare a
concentrarsi su di lei.

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