69. Sapore di sale

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ALEX'S POV
Un timido raggio di sole mi pizzico le palpebre ancora chiuse. Dalle finestre aperte l'odore intenso di salsedine mi solleticò le narici.
Quella calda giornata di giugno prometteva bene, respirai a lungo l'aria buona senza aprire gli occhi.
Allungai una mano sul materasso accanto a me ma trovai ad attendermi solo le lenzuola fresche. Mi rigirai su me stessa affondando il viso sul cuscino vuoto.
Il profumo di Piper mi riempì i polmoni facendomi sorridere beata. Aveva sempre quell'effetto anestetizzante su di me.
La chiamai con la voce ancora impastata, sperando fosse in bagno, ma non ebbi alcuna risposta.
Dalla spiaggia sotto il balcone sentivo le urla e le risate dei miei amici ma non riconobbi la sua voce cristallina.

Attesi ancora un po', indecisa se alzarmi o meno, e come se mi avesse letto nel pensiero, la porta si aprì per poi richiudersi. Senza sollevare il viso allungai una mano facendo segno con le dita di raggiungermi.
Aprii un occhio soltanto, scontrandomi con la perfezione del suo corpo di miele, la pelle, leggermente dorata, coperta solo da un bikini bianco latte legato ai fianchi con due nastrini e coperto da un pareo celeste appena trasparente.
I capelli, ancora umidi, le scivolavano mossi sulle spalle e il viso era lievemente arrossato. I suoi celesti erano più chiari che mai.

"Buongiorno dormigliona" trillò allegra
regalandomi un sorriso.
"Vieni qui" bofonchiai con il viso semi nascosto nel cuscino.
"E' una giornata meravigliosa! Non ho intenzione di stare a letto a poltrire, perciò muovi quel tuo culetto sexy, infilati quel meraviglioso bikini nero e vieni a fare il bagno con me! Il mare è una favola e sono già tutti in spiaggia" disse portandosi le mani ai fianchi.
Mi lamentai voltandomi dall'altra parte prima di
afferrare il cuscino per tirarmelo sulla testa.

"Alex" mi chiamò lei.
Non risposi, agitai i piedi capricciosamente emettendo un lamento.
Per pochi secondi ci fu silenzio poi, lentamente, sentii una leggera pressione sulla caviglia: un bacio soffice, poi un altro ed un altro ancora. Le sue labbra presero a risalire la mia gamba solleticandomi la pelle esposta, sentivo le ciocche umide dei suoi capelli scivolarmi sulla pelle durante la lenta salita.
Una cascata di brividi mi investì in pieno facendosi più intensa mano a mano che lei procedeva lungo quel percorso lastricato di dolcezza. Ripensai in un istante al momento in cui l'avevo conosciuta, a quante cose nel giro di quasi un anno erano cambiate.
A come io ero cambiata, grazie a lei.
Mi passarono davanti agli occhi immagini di lei che mi guardava timidamente solo quando mi voltavo, a me che cercavo tutte le scuse più sciocche, compreso prendere in giro la Morello, solo per poterla guardare più da vicino.
Al suo provino nelle Cheereos, all'imbarazzo provato nel vederla ballare la prima volta, alle sensazioni che il suo sorriso mi regalava.

E la paura.

Dio la paura che avevo ogni volta che pensavo a cosa provavo quando lei mi era vicina, la gelosia nei confronti di Larry, la possessività con cui la seguivo con lo sguardo lungo i corridoi.
L'emozione nel vederla a casa mia, la sua dichiarazione che quasi mi aveva tolto il respiro.
Il suo profumo, il suo sguardo.
Il suo bacio. Il nostro primo vero bacio.
E ancora le mie immancabili paure, il suo sapere sempre come tranquillizzarmi, come quietare il tremolio continuo della mia anima tormentata da mille ansie, da mille terribili ricordi. La sua forza nel sopportare il peso del mio passato, il mio coraggio nel condividere con lei il buono ed il brutto del mio essere. La nostra prima volta.

Il suo ti amo.
Nulla al mondo mi aveva resa più felice ed ancora oggi era quello che mi dava la forza di affrontare le giornate.
Ancora la mia paura, ancora il suo sorriso a rassicurarmi.

Ed il mio ti amo. Il momento preciso in cui mi ero strappata il cuore dalla radice per consegnarlo a lei completamente come tutto il resto di me stessa.
La gioia dei piccoli gesti, la quotidianità mai scontata, la passione.
Il Natale con lei, il capodanno migliore della mia vita. Il nostro primo San Valentino.
Il suo preoccuparsi di non lasciarmi mai troppo a lungo sola con me stessa.
I litigi. Si, anche quelli ricordavo con gioia.
Avevo sentito dire da qualche parte che non conosci mai veramente una persona finché non ci litighi seriamente almeno una volta. Che non puoi mai dire di essere amato ed amare davvero se prima non hai perso e sofferto.
Io l'avevo amata e persa. Ma quello che contava era che l'avevo ritrovata ed in quello stesso istante mi ero resa conto di aver scioccamente pensato che fosse andata via quando in realtà non aveva mai lasciato il mio cuore. Soffiò appena riportandomi alla realtà.
La sentii sorridere sulla mia pelle quando sospirai colta da un brivido più intenso sentendo le sue labbra indugiare sulle fossette
alla base della mia schiena.

with somebody who loves meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora