ALEX'S POV
Un ticchettio fastidioso cominciò a ronzarmi nelle orecchie. All'inizio era solo un eco lontano poi, lentamente, col lento risvegliarsi dei miei sensi si era amplificato fino a svegliarmi.
Mi costrinsi ad aprire gli occhi piano ancora intontita dal sonno.
Mi ritrovai col viso ancora appoggiato al suo petto, la guancia a contatto diretto con la sua pelle.
Istintivamente sorrisi, inspirando il suo odore.
Sentivo il cuore battere dall'emozione e, segretamente, cominciai a pensare che avrei anche potuto abituarmi a questo tipo di risveglio.
Di nuovo il ticchettio irruppe nei miei pensieri, voltai appena il viso verso la finestra cercando di non muovermi troppo per evitare di svegliare Piper che ancora mi stringeva a se e dormiva placidamente.
Piccole goccioline battevano sulla finestra chiusa.
Il primo giorno di pioggia della stagione.
Diedi un rapido sguardo alla sveglia sul comodino, le sette del mattino.Sorrisi tornando ad affondare il viso nella sua pelle, mi strinsi ancora di più a lei che reagì nel sonno serrando con più forza quell'abbraccio
già cosi saldo.
Richiusi gli occhi. Cosa stava succedendo? Anzi no, cos'era successo quella notte?
Non avrei saputo darmi una valida risposta, forse perché le parole da sole non sarebbero bastate a spiegare tutto quello che avevo dentro, tutte le emozioni che avevo provato. Troppe forse per essere vissute tutte in una volta.
Ripercorsi con la mente la nottata appena trascorsa, era come il ricordo di un sogno. Ma le immagini mi tornavano così chiare e nitide nella mente che non potevo avere alcun dubbio:
era accaduto davvero.
Ricordavo tutto: la dolcezza infinita dei suoi occhi che mi guardavano adoranti, le sue mani come seta sul mio corpo, il suo respiro sulla mia pelle, la sua voce calda, quel sorriso, il suo sapore paradisiaco.
Ed ancora la mia incertezza, il mio imbarazzo vinto dall'irrefrenabile bisogno di lei di sentirla mia, di sentirmi sua. L'urgenza di respirare il suo odore e di sentirla gridare il mio nome come se non potesse vivere che di me.Mi costrinsi a riaprire gli occhi, dovevo guardarla per assicurarmi che fosse ancora li per davvero.
E quando li aprì non potei fare a meno di pensare che il ricordo mi aveva ingannata.
Possibile che fosse ancora più bella di come i miei pensieri la dipingessero? Possibile che, col passare dei secondi, diventasse sempre più perfetta ai miei occhi?
Osservai il profilo del suo viso, gli occhi chiusi, un sorriso appena accennato sulle labbra, i capelli sparpagliati sul cuscino con qualche ciocca ribelle a sfiorarle appena la guancia, il respiro leggero e regolare.
"Wow" sussurrai incredula. Avevo mai assistito ad uno spettacolo più bello? Se sì, non riuscivo a ricordarlo.
Ma il pensiero mi ingannava di nuovo. Quello non era di sicuro lo spettacolo più bello a cui potessi assistere e ne ebbi presto la conferma quando senza preavviso lei spalancò gli occhi nei miei e mi tremò il cuore d'emozione. Mi persi in quelle due irridi celesti ancora una volta."Ciao" sussurrò lei, roca, regalandomi un sorriso.
"Ciao" soffiai io in risposta ipnotizzata dal suo sguardo.
Rimanemmo per qualche istante in silenzio ad osservarci a vicenda, la sua mano corse rapida a posarsi sula mia guancia, strofinò il pollice contro il mio zigomo, senza smettere di guardarmi con quell'adorabile sorriso.
Poi praticamente in contemporanea ci avvicinammo l'una all'altra. A metà strada le nostre labbra si incontrarono fondendosi le une con le altre, come se fossero fatte a posta per stare unite.
Quando ci staccammo si voltò verso la finestra.
"Piove" constatò.
"Eh già" risposi affondando il viso nell'incavo del suo collo.
"Che ore sono?" mi domandò.
"Le sette".
"Le sette di sabato mattina... sai cosa vuol dire?" chiese accennando un sorriso.
"Cosa?" le feci eco prima di lasciarle un tenero bacio sulla spalla.
"Vuol dire che non c'è scuola" disse lasciandomi un bacio sulla tempia "E che possiamo tranquillamente starcene qui" altro bacio sullo zigomo "Tutta la mattina" le sue labbra si posarono sulla mia guancia ed a quel punto voltai il viso completamente verso di lei
"Mentre fuori piove" soffiò sulle mie labbra "E posso strapazzarti di coccole" concluse divertita, baciandomi con delicatezza.
"E con questo un altro dei miei desideri nascosti viene esaudito" aggiunse prima di baciarmi nuovamente.
Sorrisi nel bacio.
"Non sono certa di sapere come si fanno le coccole" ammisi sincera.
Lei ridacchio.
"Ma se lo stai facendo proprio adesso" disse mentre la stringevo ancora di più a me strofinando una gamba contro la sua.
Mi ritrovai a soffocare una risatina sul suo collo.
"Mio Dio, come mi sono ridotta! Io che faccio le coccole... se lo dici in giro sei morta Chapman" scherzai.
"Oh beh mi dispiace ma dovrai comprarlo il mio silenzio! E ti dico già da subito che dovrai pagarlo a caro prezzo" rispose ironica.
All'improvviso cominciarono a passarmi nella mente tutti i possibili modi con cui avrei potuto farla stare zitta, alcuni dei quali decisamente poco convenzionali ma assolutamente eccitanti.
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with somebody who loves me
RomanceDalla storia: "Piper dannazione sono due anni che ti torturi..." la sua voce si abbassò di circa tre toni "...la tua fissazione per Alex Vause è assolutamente inappropriata e non lo dico perché lei è una ragazza ma perché è la figlia di Satana in pe...