62. Le cose che non ti aspetti

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PIPER'S POV
Riaprii gli occhi lentamente.
Sentivo le palpebre tremendamente pesanti.
Un odore di caffè e muffin mi pizzicava le narici.
Cercai istintivamente Alex, accanto a me, ma trovai solo il materasso vuoto. Mi rigirai su me stessa affondando il viso nel suo cuscino e ne respirai l'odore accarezzando le lenzuola ancora calde.
Sorrisi, senza sapere bene perché.
Avevo piano buona parte della notte precedente, mi faceva male la testa, mi bruciavano gli occhi e sentivo le ossa completamente intorpidite, ma sorrisi quella mattina. Sorrisi di cuore.
Mi sentivo improvvisamente libera. Forse non avevo risolto i miei problemi, probabilmente erano triplicati, eppure mi sentivo leggera,
come rinata.
Si, ero una nuova Piper quella mattina. Mi sentivo diversa, come fossi capace di sfidare il mondo intero.
E tutto grazie a lei, a quel piccolo miracolo che ora aveva aperto la porta ed era entrata in camera con un vassoio pieno di cose buone, lei che mi sorrideva raggiante, bella come solo le cose vere potevano esserlo.
"Buongiorno" mormorò con un sorriso appoggiando il vassoio sul comodino per poi gattonare sul letto fino a raggiungermi.
"Ciao" sussurrai con la voce ancora un po' impastata voltandomi di schiena per potermi godere meglio le sue labbra che avevano preso a lasciarmi teneri baci sul viso.
"Come stai?" domandò premurosa.
"Bene, stranamente bene" mormorai sincera.
"Stranamente?" ripeté.
"Beh mi aspettavo di stare peggio" confessai.
"E' perché ti ho tenuta stretta tutta la notte" disse lei gonfiando il petto "Tutto merito mio"
sorrise scherzosa.
"Oh certo! Cosa farei senza di te?" chiesi ironica pizzicandole un fianco e facendola ridere.
Risi a mia volta vedendola cosi allegra e lei mi guardo quasi incantata.
"Dio, quanto è bello quando ridi cosi" mormorò spostandomi delicatamente una ciocca di capelli dal viso "Potrei far di tutto per sentirla sempre questa risata" confessò.
Finsi di pensarci un po' su.
"Di tutto eh?" domandai tirandola per la maglietta in modo da spingerla a rotolare sopra di me.
"Già" confermò lei con un sorriso guardandomi negli occhi. "Anche restare con me una vita intera?" domandai seria.
Lei distolse lo sguardo.
"Una vita intera? Non ti sembra troppo?
Insomma non potremmo fare un centinaio d'anni e poi ognuno per la sua strada?" scherzò
facendomi ridere ancora.
"O una vita o niente" sentenziai.
Lei finse di pensarci su ancora un istante.
"Ok, se proprio insisti" fece lei scocciata.
Sorrisi mentre il suo viso si avvicinava al mio lentamente, chiuse definitivamente ogni distanza con un bacio dolce che sapeva di caffè.
Mormorai di approvazione incrociando le braccia dietro la sua nuca per impedirle di allontanarsi e approfondii quel bacio mentre le mie gambe andavano a stringersi intorno al suo bacino.
"Sarai mia prigioniera a vita adesso" sussurrai sulla sua bocca.
"Hmm una bella prospettiva" rispose lei accarezzando le mie labbra con le sue ad ogni parola.
La baciai ancora stringendola il più possibile a me. Ci staccammo solo per riprendere fiato e guardarci negli occhi per un minuto infinito, durante il quale lei tornò seria. "Vuoi parlarne?" mi chiese accarezzandomi il viso.
"Credo ci sia poco da dire" risposi semplicemente "Hai visto come hanno reagito, no? Totale silenzio. Non so che pensare onestamente" dissi.
Sciolsi la presa distogliendo lo sguardo e lei si alzò in ginocchio recuperando dal vassoio una tazza di caffè fumante. Mi tirai a sedere appoggiando la schiena alla spalliera del letto e accettai la tazza che lei mi aveva preso prendendo un piccolo sorso con lo sguardo perso.
"Credi che tornerai da loro oggi?" mi chiese prendendo una tazza a sua volta.
Mi strinsi nelle spalle.
"Non saprei cosa dirgli. La verità è che mi spaventa a morte l'idea di affrontarli ancora.
Insomma ieri ero partita cosi positiva. Non so cosa mi aspettassi, forse sono stata troppo stupida a pensare che mi avrebbero accolta a braccia aperte, avrei dovuto preventivare una reazione del genere" ammisi fissando il mio riflesso distorto sulla superficie scura del caffè.
"Beh, forse non ti hanno fatto le feste ma nemmeno ti hanno cacciata via a pedate, no?"
disse lei cercando il mio sguardo. "Non so, forse sarebbe stato meglio se lo avessero fatto, sai?" dissi guadagnandomi un'occhiata interrogativa da parte sua.
"Insomma almeno saprei cosa pensano, sarebbe stata una reazione chiara. Invece cosi non so cosa aspettarmi. Non so se tornare a casa e prepararmi a trovare tutta la mia roba imballata sul vialetto e un bigliettino con su scritto 'va al diavolo mostro' o se trovarli tutti intorno alla tavola pronti per la cena in attesa che io torni a casa a raccontargli quanto sia meravigliosa la mia ragazza e come sia speciale ogni giornata con lei" dissi mordicchiandomi l'interno delle guance.
Ero davvero confusa riguardo la reazione dei miei, avrei voluto che tutto fosse più chiaro.
"Sono certa che hanno solo bisogno di tempo" disse lei accarezzandomi piano la gamba.
La guardai confortata dalle sue parole e dal suo sorriso sicuro.
"Insomma suppongo sia una cosa complicata da mandar giù. Voglio dire lo è stato per me accettare di essere innamorata di una ragazza e lo è stato anche per te. C'è voluto tempo! Non stupirti se ne serve anche a loro per metabolizzare la cosa" disse stringendosi nelle spalle. Istintivamente le sorrisi.
"Stiamo diventando mature eh, Vause?" dissi scherzosa.
"Cerco solo di vedere le cose dalla giusta prospettiva" disse lei.
La guardai stupita.
"Alex Vause che ha imparato a guardare oltre il proprio naso? Sono colpita" dissi sinceramente sbalordita.
"Ah. Ah. Ah. Ma che simpaticona" disse lei con una smorfia, sbuffando appena.
Ridacchiai prendendomi qualche minuto per riflettere sulle sue parole. Forse era vero, magari avevano solo bisogno di tempo per accettare il cambiamento.
Poi un pensiero mi colse di sorpresa costringendomi a incatenare lo sguardo al suo.
"Sei di nuovo la mia ragazza?" le chiesi a bruciapelo.
Lei per poco non si strozzò con il sorso di caffè che aveva appena bevuto.
Poggiai la mia tazza sul comodino facendo lo stesso con la sua e mi sollevai per batterle più volte la mano dietro la schiena mentre lei
continuava a tossicchiare.
"Scusa, ho il tatto di un elefante certe volte" mi giustificai.
Lei scosse il capo un paio di volte, riprendendo lentamente fiato.
"No è solo che mi hai colto un po' di sorpresa, tutto qui" disse calma.
Rimanemmo un po' in silenzio.
Mi morsi la lingua sentendomi terribilmente stupida per quelle mie uscite ridicole e inopportune.
"Ad ogni modo" disse lei all'improvviso "Credo che dovresti tornare a casa, qualunque cosa troverai servirà per metterti l'anima in pace"
sentenziò lei.
"E se davvero dovessi trovare la tua roba imballata, potremmo sempre portare tutto qui e sistemarlo nella camera degli ospiti" disse stringendosi nelle spalle.
La guardai offesa.
"Mi faresti stare nella camera degli ospiti?" domandai.
"Beh non pretenderai di riempire la mia stanza con tutti quei peluche e quei nastrini rosa confetto?" si difese lei seria.
"Metteremo tutto nella camera degli ospiti, tutto tranne te, ovviamente" disse dandomi una spinta leggera costringendomi cosi a stendermi nuovamente. Si portò sopra di me sorridendo.
"E dove dovrei dormire io, sentiamo?" domandai sorridendo maliziosa.
"Solo tra le mie braccia" disse lei scendendo a lasciarmi una serie di baci sul collo.
Sorrisi delle sue attenzioni cercando di godermi il momento senza concentrarmi troppo sul fatto che non mi avesse risposto.
"Ah e ad ogni modo la risposta è si" disse all'improvviso come se mi avesse letto nel pensiero "Ammesso che tu mi voglia ancora" aggiunse sforando la mia pelle ad ogni parola.
Spalancai gli occhi prendendo il suo viso tra le mani nel tentativo di poterla guardare negli occhi.
"Si?" domandai con un piccolo sorriso.
"Si" disse lei annuendo piano.
In un secondo ribaltai la situazione spingendomi sopra di lei senza smettere di sorridere emozionata.
"Sei di nuovo la mia ragazza?" domandai senza riuscire a frenare il mio entusiasmo.
"Non essere sciocca lo sono sempre stata e lo sai bene" rispose lei mettendo su un'espressione seria.
Non l'ascoltai. Mi calai a baciare quelle labbra che finalmente erano di nuovo mie, anche se in effetti mi ritrovai a pensare che mai e poi mai avevo seriamente pensato potessero appartenere a qualcun altro.
"E comunque ero seria prima, puoi stare qui tutto il tempo che vuoi" disse quando interrompemmo il bacio per recuperare ossigeno.
"Grazie amore" mormorai sulle sue labbra.
"Hmmm amore" ripeté lei "Come lo dici bene" scherzò lei facendomi ridere mentre mi spingeva nuovamente sul materasso per impossessarsi delle mie labbra ancora una volta.
La punta della sua lingua scivolò leggera lungo il mio labbro inferiore facendomi sospirare appena contro la sua bocca, prima di dischiudere le labbra.
Sussultammo entrambe al contatto tra le nostre lingue e avrei potuto giurare di averla sentita tremare appena sopra di me.
Accarezzai il suo viso con una mano intrecciando l'altra tra i suoi capelli per attirarla ancora di più a me, come se fosse stato possibile essere più vicine di cosi.
La sua mano scivolò leggera dal mio viso al collo, accarezzò piano il mio seno facendomi sussultare e scivolò lungo il mio busto fino a raggiungere il bordo della maglietta per intrufolarvisi sotto e poggiarsi delicatamente sulla mia pelle.
A quel contatto mi inarcai verso di lei, istintivamente, senza mai staccare le labbra dalle sue. La sua mano accarezzò la mia schiena giocando con la mia pelle già increspata dai brividi che il suo tocco mi provocava.
La volevo, la desideravo come non mai ed era inutile fingere che non fosse cosi. Tutto quell'attendere era giusto e c'era senza dubbio servito ma era stata una tortura stare cosi vicina e non poterla avere davvero.
E, in quel momento, le sue labbra di fuoco e le sue mani su di me, cosi delicate ed allo stesso tempo curiose mi fecero intuire che la frustrazione doveva essere reciproca.
La sua mano scivolò lungo il mio busto, sentivo i polpastrelli accarezzarmi la pelle con una delicatezza disarmante. Interrompemmo nel frattempo il bacio, bisognose entrambe di ossigeno, e le sue labbra corsero a disegnare una scia di baci lungo il mio collo fino alla gola mentre le sue dita già sfioravano il mio seno.
Sospirai al suo orecchio quando una delle sue gambe si insinuò tra le mie e scesi con la braccia a cingerle i fianchi per attirarla ancora di più contro il mio corpo. In un attimo le sue labbra tornarono a divorare le mie in un bacio necessario mentre la sua mano si faceva più audace sotto la mia maglietta. Cominciai senza accorgermene a muovere il bacino contro la sua gamba che si agitava tra le mie mentre il suo respiro si faceva corto e le mie unghie risalivano la sua schiena sotto la stoffa, graffiandola appena.
Le morsi il labbro inferiore tirandolo leggermente e, dopo un sospiro ad occhi chiusi, lei spinse la lingua tra le mie labbra accarezzandomi il palato.
Con una spinta decisa ribaltai la situazione finendo sopra di lei e scendendo a baciarle freneticamente il collo. Respirava sempre più affannosamente infilando le mani sotto il tessuto della mia maglietta tirandola su per indurmi a sfilarla, cosa che feci all'istante, lasciando che il suo sguardo esplorasse avido il mio busto coperto solo dal reggiseno.
"Sei meravigliosa" sussurrò baciando la mia spalla nuda e stringendo le mani sulle mie natiche per attirarmi ancora di più a se muovendo il suo bacino contro il mio.
"Dio Alex" ringhiai sulla sua pelle prima di morderle il collo con forza facendola sussultare.
Mi ritrovai schiacciata nuovamente sul materasso prima ancora di aver avuto il tempo di rendermi conto di come fosse accaduto.
Le sue labbra furono nuovamente sul mio collo, scivolarono lungo la mia gola e presero a lasciarmi tanti piccoli baci famelici sul petto, poi giù fino a soffermarsi su ogni singolo neo baciandolo delicatamente a arrestando il proprio percorso sotto l'ombelico.
Leccò famelica la pelle al confine col bordo dei pantaloncini ed io mi trovai costretta a trattenere il respiro per l'eccitazione.

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