26. Ti presento i miei...

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PIPER'S POV
Rimasi incantata sulla porta d'ingresso, la osservavo venirmi incontro, bella, come un sogno diventato realtà.
Camminava sicura, il mio sguardo si soffermò sulle sue gambe perfette slanciate ancora di più dai tacchi alti e lasciate scoperte da una minigonna di jeans, fin troppo corta, e il busto fasciato da un leggero top rosa senza spalline che le metteva in risalto il seno generoso; mi leccai istintivamente le labbra alla vista della sua clavicola, della gola e del collo lasciati completamente esposti dai capelli che non a caso erano stati tirati in dietro con un cerchietto.
Dio, quel corpo risplendeva alla luce della luna e sembrava chiamarmi con quell'odore buono che riuscivo ad avvertire anche a distanza. Il ricordo del sapore della sua pelle mi colpì i sensi e non riuscii a trattenere un sospiro.
D'un tratto la sentii schiarirsi la voce con insistenza e mi riscossi dai miei pensieri.
Ero cosi assorta nel contemplare la sua bellezza che non mi ero resa conto che si era fermata a pochi passi da me sulla veranda.

"Sei venuta" riuscii a dire con un filo di voce sorridendo, i miei occhi furono catturati dalle sue labbra piene ed invitanti. Mi costrinsi di mala voglia ad alzarli per incontrare i suoi più verdi e brillanti che mai.
Il suo viso non tradiva alcuna emozione: era seria, forse troppo, aveva la stessa espressione che portava dipinta sul volto quando camminava per i corridoi della scuola, quella costante aria di superiorità con un guizzo di cattiveria nello sguardo.
"Sono venuta solo per rispetto dei tuoi genitori e perché non manco mai alla parola data... non certo per te" mi rispose acida senza scomporsi.
Mi rattristai un po' sentendo il suo tono. Feci per parlare ma mia madre comparve dietro di me e mi interruppe.
"Oh Alex sei arrivata! Puntualissima, vieni accomodati" disse cortese regalando alla corvina un ampio sorriso.
Improvvisamente l'espressione di Alex mutò completamente. Sul suo viso si allargò un sorriso smisurato e incredibilmente angelico, i suoi occhi che pochi istanti prima sembravano duri e impenetrabili divennero, se possibile, più grandi e dolci che mai.

"E' un piacere essere qui signora Chapman, grazie per avermi invitata" disse con un tono di voce che riconoscevo a stento come suo, tanto era garbato e mieloso.
Mia madre fece per precederla in camera da pranzo e lei si voltò incrociando il mio sguardo scioccato, al quale rispose con un ghigno malefico degno di Alex Vause.
Ingoiai a vuoto quasi spaventata, quella ragazza riusciva davvero ad essere inquietante quando voleva.
Si voltò per seguire mia madre e iniziò a camminare ancheggiando un po' troppo vistosamente, cercai con tutte le forze di non cadere in quella assurda provocazione così banale. Ma fu più forte di me. Quel fondoschiena perfetto sembrava una calamita alla quale non potevo sfuggire. Frenai a stento l'istinto di allungare le mani per stringere quel sedere sodo tra le dita, mi morsi il labbro inferiore con forza ed in quel momento lei si voltò di scatto ed io sobbalzai per la sorpresa guardandola imbarazzata. Vidi le sue labbra distendersi in un ghigno soddisfatto.

Dopo essersi presentata con gentilezza a mio padre ed aver rivolto a mia madre numerosi e smielati complimenti per la casa, mia mamma ci informò che la cena sarebbe stata pronta da li a pochi minuti.
"Piper, tesoro, perché intanto tu ed Alex non andate di sopra a chiamare Cal?" mi chiese allegra.
Io annuì inespressiva, facendo segno alla corvina di seguirmi su per le scale, lei non obbiettò.
Presi a salire le scale ed in un attimo Alex fu al mio fianco, cercai di evitare il più possibile di guardarla. Arrivate all'ultimo gradino si guardò intorno nel corridoio per poi lanciare uno sguardo veloce verso il piano di sotto, la osservai accigliata mentre attraversavo il corridoio bussando piano ad una delle porte chiuse.
"Cal la cena è quasi pronta" dissi a voce alta facendo capolino nella stanza di mio fratello che se ne stava con l'ipod nelle orecchie intenta a provare qualche nuovo passo di danza. Mi fece un segno d'assenso con la testa.
"Arrivo tra un attimo" rispose e mi bastò.
Richiusi la porta e mi voltai convinta di trovare la corvina ad attendermi, ma lei non c'era.
Mi guardai un po' intorno spaesata, dove diavolo si era andata a cacciare?

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