PIPER'S POV
Mangiammo la pizza senza scambiarci più di due o tre frasi di cortesia.
Ero improvvisamente nervosa e non capivo perché. Quella giornata era stata intensa per le mille emozioni e tutto sembrava finalmente girare nel verso giusto. Eppure non riuscivo a mascherare la mia agitazione.
Non sapevo se fosse lei ad agitarmi cosi o la situazione tra noi o, forse, l'audizione che avrei dovuto affrontare. Mi sembrò semplicemente che, in quel momento, la notte che avvolgeva
New York avesse portato con se le ansie, i se e i ma che tanto avevo cercato di riporre in un angolo remoto della mia mente.
Quando rientrammo in albergo non ci stupimmo affatto di trovare Nicky e Lorna profondamente addormentate ed abbracciate.
Forse era quello che ci aveva procurato un po' di ansie. La consapevolezza che quella notte l'avremmo finito per passarla insieme.
"Dovrei svegliarle" dissi poco convinta osservando le due ragazze.
"Io credo che la Morello ci staccherebbe a morsi la testa. Guarda come dormono strette. Secondo te riescono a respirare cosi?" domandò lei per sdrammatizzare facendomi ridacchiare.
"Le lasciamo dormire?" azzardai.
Lei si limitò ad annuire e io recuperai la maglia lunga e larga che mi faceva da pigiama e che giaceva abbandonata sulla mia valigia prima di uscire dalla stanza semibuia seguita da Alex che, prontamente, mi scortò nella sua camera.
Lei mi offrì di usare per prima il bagno ed io feci la doccia più veloce della storia perché davvero non sopportavo l'idea di perdermi anche solo un secondo della sua compagnia.
Mentre aspettavo che anche lei finisse la doccia uscii sul balconcino della camera affacciandomi su una meravigliosa New York. La distesa di luci era immensa ed il rumore era a dir poco assordante. Mi chiesi come facessero a dormire
Nicky e Lorna con tutto quel fracasso e mi ritrovai a domandarmi come avrei fatto a dormire io, una volta li.
Mi chiesi se sarei stata all'altezza di quella città.
Improvvisamente mi sentivo troppo piccola e troppo poco preparata. Non mi sentivo all'altezza dei miei sogni e questo non aiutava.
Soprattutto il giorno prima dell'audizione.
"Hey" la sua voce mi fece sobbalzare.
"Scusa non ti volevo spaventare" si affrettò a dire.
"No tranquilla, ero solo un po' sovrappensiero" dissi abbozzando un sorriso.
"Preoccupata per domani?" domandò cercando i miei occhi.
Non risposi. Aprii la bocca per smentire ma mi ritrovai solo a richiuderla e ad abbassare il viso, annuendo.
Lei sorrise dolcemente avvicinandosi di qualche passo per posizionare due dita sotto il mio mento e costringermi dolcemente a guardarla.
"Tu sei una ballerina incredibile Pipes e sei una persona cosi forte e splendida. Non hai nulla di cui preoccuparti. Sei nata per volare alto e lo capiranno anche loro domani. Questo è il tuo posto, la danza è la tua vita. Non avere paura"
disse sorridendo.
"Sembri cosi sicura che ce la farò" dissi sconsolata.
"Perché io credo in te, ci credo tanto e so di avere ragione" disse.
"E come lo sai?" domandai.
"Hey" disse indignata "Come ti permetti?
Alex Vause ha sempre ragione" disse con un piccolo sorriso dandomi un colpetto con l'indice sulla punta del naso e facendomi
sorridere appena.
"Tu sei unica Pipes. Come.." ci pensò su qualche istante" .come un unicorno" disse sorridendomi.
Mi scappò una risatina buffa alla quale lei si associò.
"Grazie" sussurrai tirandola a me per un abbraccio necessario.
Lei non se lo fece ripetere e mi strinse a se saldamente.
Quell'abbraccio parve portarsi via il nostro imbarazzo e le mie ansie tutte insieme.
Ci staccammo mal volentieri e ci perdemmo per un istante l'una negli occhi dell'altra.
Un brivido mi attraversò la schiena.
"Hai freddo? Forse è meglio rientrare" disse lei sfregando le mani sulle mie braccia scoperte."No, voglio restare qui ancora un po''' dissi come a pregarla di concedermi altri due minuti.
Lei sorrise benevola e rientrò pochi istanti solo per tornare fuori con due coperte prese probabilmente dal letto. Ne stese una sul pavimento e mi invitò a sedermi, cosa che feci all'istante con un gran sorriso. Si accomodo accanto a me avvolgendo entrambe nella coperta.
Istintivamente alzai lo sguardo al cielo e rimasi un po' delusa.
"Non si vedono le stelle" constatai rattristata.
Lei alzò lo sguardo a sua volta ed annuì.
"Si vede la luna però" disse, come a volermi rincuorare.
"Credi che a Louisville si vedano le stelle" domandai a bruciapelo mordendomi la lingua subito dopo per aver tirato fuori quell'argomento.
Lei si irrigidì per un istante poi tornò a rilassarsi.
"Suppongo di si" rispose. "Io potrò guardare la luna e tu guarderai le stelle" constatai.
"Sarà un po' come guardare lo stesso cielo"
aggiunse lei distrattamente.
"Già, ma a kilometri di distanza" mi rattristai.
Lei sospirò.
"Ti fa paura?" chiese.
"Si" ammisi sincera.
"Anche a me" si affrettò a dire.
"Mi mancherai cosi tanto Al" ammisi mentre gli occhi si riempivano di lacrime "Mi mancherà la tua risata e il tuo odore, mi mancherà il tuo esserci per me" dissi tutto d'un fiato.
Lei si voltò a guardarmi.
"Io ci sarò sempre per te Pipes, sempre. Io ti amo" confessò in un sussurro che io percepì nonostante il rumore assordante intorno a noi.
"Anche io" risposi sincera "Nonostante tutto questo casino, al di la di come andrà a finire, io ti amo come il primo giorno Alex" confessai
"E mi maledico ogni singolo istante per averti ferita, per non aver avuto abbastanza coraggio" aggiunsi. "Non fartene una colpa" disse alzando nuovamente gli occhi al cielo.
"Comincio a pensare che era proprio cosi che doveva andare, che forse era ciò che ci voleva per noi, per scuoterci dal torpore, per evolverci.
La sofferenza aiuta a crescere. Te lo dice una che è cresciuta abbastanza in fretta" disse con amarezza.
"Tu credi che." azzardai "Credi che sia possibile andare avanti? Voltare pagina e ricominciare tutto da capo?" domandai intimorita dalla sua probabile risposta.
Lei parve rifletterci un istante poi sospirò senza spostare lo sguardo dal cielo.
"Io credo che continueremo sempre a perderci" disse.
Il mio cuore mancò un battito "...l'importante Pipes, è che non smettiamo mai di cercarci" aggiunse puntando gli occhi nei miei.
Ingoiai a vuoto, respirando piano come se qualunque movimento troppo affrettato, anche solo lo spazio di un respiro affannato, potesse interrompere la calma e la magia del momento. Scrutai a lungo quelle iridi smeraldo con la sola intenzione di scavare nella sua anima, con la speranza di trovarvi dentro ancora un briciolo di noi.
"Come l'hai capito?" domandai dal nulla.
"Cosa?" chiese lei
"Di esserti innamorata di me. Come l'hai capito?" dissi più chiara.
Lei prese un profondo respiro e parve pensarci su per un secondo infinito.
"Volevo solo guardarti dormire" mi confesso fissando il pavimento con aria assente.
La osservai curiosa.
"Seguire per tutta la notte il ritmo del tuo respiro, senza toccarti" continuò.
"Me ne sono accorta.. da questo incontrollabile desiderio" disse con gli occhi lucidi "Ho capito in quell'istante che, anche solo la paura di innamorarsi di qualcuno, è già una specie di amore silenzioso".
A quelle parole mi tremò il cuore e trattenni il respiro perché lei continuasse "Se potessi addormentarmi e cancellare tutti i miei errori solo risvegliandomi, se solo potessi ricominciare da zero, saprei sempre ritrovarti.
Ricomincerei dal primo battito nato pensandoti e saresti l'unica cosa che non cambierei della mia vita" confessò con le lacrime agli occhi prima di sollevare quei due smeraldi e incatenarli ai miei.
"Se non sei tu l'amore, l'amore non esiste" sentenziò mentre una piccola lacrima le rigava il viso.
Allungai una mano verso il suo volto per accarezzarlo e scacciare via quella lacrima solitaria mentre una sua gemella scivolava via dalla mia stessa palpebra.
Mi avvicinai a lei lentamente e poggiai le labbra sulle sue, in un gesto che avevo fatto milioni di volte e che, nonostante questo, non mi era mai sembrato cosi nuovo.
Le mie labbra accarezzarono le sue con una lentezza senza pari. Mi presi il tempo per godermi ogni istante di quel piccolo riscoprirsi.
Mi erano mancate le sue labbra piene, la loro morbidezza e quel sapore indefinito e meraviglioso che era solo suo e che mi piaceva pensare fosse solo per me. Non approfondimmo quel bacio, non ce ne fu bisogno. Ci bastò, in quel momento, che le nostre labbra fossero al proprio esatto posto, su quelle dell'altra, come era giusto che fosse.
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with somebody who loves me
RomanceDalla storia: "Piper dannazione sono due anni che ti torturi..." la sua voce si abbassò di circa tre toni "...la tua fissazione per Alex Vause è assolutamente inappropriata e non lo dico perché lei è una ragazza ma perché è la figlia di Satana in pe...